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Sad Calipso
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La scritta sulla lapide dice:
"Fuoco (luminoso) Nicolas Flamel precedentemente scrivano ha lasciato ad opera di questa chiesa alcune entrate e case di cui aveva fatto acquisizione e comperate al suo diletto per fare certo servizio divino e distribuzioni di denaro ciascun anno per elemosine che toccano i quindici venti, l'hotel Dieu ed altre chiese ed ospedali di Parigi. " Siano pregati qui i defunti".
Poi vi sono due righe sotto l'uomo disteso (che ha un cartiglio uscente dalla bocca) che dicono a grandi linee che terra siamo e in essa ritorniamo. Queste parole fanno capire come Flamel non avesse intenzione di eludere la morte, considerata come transizione naturale.
I fatti invece direbbero il contrario!
Flamel -entrato nel mito- fu 'visto' varie volte durante le epoche. Un fatto quantomeno 'inspiegabile' è che nel XVII secolo un archeologo (Paul Lucas) mandato dal re Luigi quattordicesimo in Oriente per effettuare delle ricerche per conto della Francia, testimoniò in un libro, Voyage dans la Turquie, pubblicato nel 1719, di aver avuto notizie di Flamel da un filosofo, appartenente ad un gruppo di Sette Saggi, che periodicamente, ogni 20 anni, si trovavano in un luogo del mondo.
In quell'anno si riunivano nella località di Broussa, dove si trovava l'archeologo in missione. Il saggio gli raccontò che loro possedevano la Pietra Filosofale e di conseguenza l'Elisir di Lunga Vita, e che anche Flamel, in Occidente, la possedeva ed era uno dei Saggi. Paul Lucas restò di sasso, apprendendo come quell'uomo potesse conoscere non solo Flamel ma la maniera in cui avesse ricevuto il Libro di Abramo, prima di allora ignorata.
Il saggio rivelò che Flamel e Pernelle erano vivi e si trovavano in India.
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