La fotografia spiritica

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    La più antica fotografia spiritica, anno 1861.



    Fin dagli albori della fotografia sono emerse anomalie
    ottiche inspiegabili spesso confermate dalle analisi
    dei maggiori esperti di fotografia.

    Uno dei primi ad accorgersi del fenomeno fu William Mumler,
    un incisore di Boston che ne sfruttò le potenzialità commerciali
    aprendo uno studio specializzato in fotografie spiritiche.

    Tale attività gli procurò, però, una serie di accuse di frode
    e di guai giudiziari che lo costrinsero a trasferirsi a
    New York (1869).

    Qui divenne molto famoso, ma la notorietà gli portò
    anche altre grane giudiziarie.

    Fu portato in tribunale con l’accusa di truffa, tuttavia
    fu assolto non solo per mancanza di prove nei suoi
    confronti, ma anche per le testimonianze favorevoli
    di personalità eminenti.

    La più famosa di queste personalità fu la vedova
    del presidente Lincoln che si presentò ad una
    seduta sotto falso nome.

    La sua vera identità fu conosciuta solo quando,
    una volta sviluppata la foto, apparve la sagoma
    del suo defunto marito dietro di lei.

    La signora Lincoln, con grande imbarazzo
    di almeno un biografo, continuò a ritenere
    di origine spiritica la suddetta immagine.


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    Con Mumler nacque la professione del fotografo
    spiritico che riscosse molto successo, tanto da
    annoverare un consistente numero di
    professionisti tra le sue fila.

    Chiaramente la natura stessa dei fenomeni
    paranormali avrebbe reso improduttiva
    questa attività, essendo questi difficilmente
    replicabili a comando.

    E’ evidente che, dovendo sopperire alla
    mancanza di fenomeni realmente anomali,
    questi fotografi si attrezzarono per poterli simulare.

    Esempi di falsi dell’800 creati col trucco della
    doppia esposizione o del fotomontaggio.


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    Si può affermare con certezza che la stragrande
    maggioranza delle immagini spiritiche di tali fotografi
    fu frutto di una frode, spesso talmente evidente da
    risultare quanto meno grottesca.

     
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    Il primo fotografo spiritista inglese fu
    Frederick Hudson, nel 1872; seguito
    dal francese Edouard Buguet, che fu
    uno dei pochi ad essere condannato
    per truffa.

    Nel 1886 è il turno di Edward Wyllie;
    che si dice fosse sensitivo fin dalla nascita.
    Il sedicente fotografo mise a frutto i suoi poteri
    concentrandosi sulla riproduzione fotografica
    di grottesche apparizioni.

    Le fotografie, oltre a ritrarre misteriose figure,
    a volte riportavano anche dei messaggi.

    Un caso interessante si presentò quando
    alcuni ricercatori che studiavano fenomeni
    paranormali chiesero al fotografo di immortalare
    una persona a caso, per dare prova delle sue abilità.

    Wyllie scelse il lavandaio cinese del suo quartiere.

    Sviluppate le foto, si poté notare che oltre
    alla figura del cinese, era presente un piccolo
    ritratto del figlio di quest'ultimo.

    Non è tutto: vi era anche inciso un messaggio
    in lingua cinese.

    Il lavandaio, che non vedeva il figlio da anni,
    ne apprese la morte da quel messaggio.


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    Edited by Lottovolante - 26/9/2010, 14:26
     
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    Il più celebre personaggio accostatosi
    alla fotografia spiritica, è sicuramente
    Sir Artur Conan Doyle (1858-1930),
    il celebre creatore di Sherlock Holmes.

    L'interesse di Conan Doyle per lo spiritismo
    è evidente anche nei suoi scritti; tuttavia
    il suo approccio alla fotografia spiritica fu,
    a quanto pare, estremamente cauto.

    Lo scrittore voleva infatti evitare di associare
    il proprio nome ai truffatori che si
    spacciavano per medium.

    Nel 1918, dopo la morte del figlio,
    Conan Doyle pubblicò "La nuova rivelazione",
    in cui spiegava come fosse passato dagli iniziali
    dubbi sullo spiritismo fino alla sua accettazione.


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    Sir Artur Conan Doyle si interessò anche
    al caso delle Fate di Cottingley: delle foto
    scattate da due ragazzine che le ritraevano
    in compagnia di piccole fatine.


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    Dopo molti anni, le bambine confessarono
    che si trattava di uno scherzo.

    Anche le presunte foto spiritiche ad opera
    di Sir Artur Conan Doyle si rivelarono
    delle sovrapposizioni fotografiche.


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    Sovrapposizione fotografica di Conan Doyle che
    ritrae il dottor Raupert in compagnia di uno spettro.

     
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    Altro pioniere della fotografia spiritica
    fu il fotografo britannico William Hope.

    Nato a Crewe, nel Cheshire inglese
    nel 1863, si interessò fin da piccolo
    al paranormale e realizzò la sua
    prima foto spiritica nel 1905.

    In seguito fondò il Crewe Circle,
    un gruppo spiritualista.


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    Il 4 febbraio 1922 fu smascherato
    quale truffatore dalla Society for
    Psychical Research e in particolare
    da Harry Price durante alcuni test
    al British College of Psychic Science.

    Price appose segretamente il marchio
    della Imperial Dry Plate Co. Ltd. sulle
    lastre che diede a Hope per realizzare
    delle fotografie spiritiche, sapendo che
    il logo sarebbe stato trasferito su
    qualsiasi immagine impressa su esse.

    Hope realizzò quindi diverse fotografie
    in cui apparivano spiriti e fantasmi,
    tuttavia nessuna di queste riportava
    il logo della Imperial Dry Plate Co. Ltd.

    Questo dimostra che Hope aveva
    scambiato le lastre con altre preparate
    in precedenza per mostrare false
    immagini di spiriti.


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    Edited by Lottovolante - 26/9/2010, 14:26
     
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    Un caso di fotografia spiritica recente
    e controverso avvenne
    il 19 Novembre 1995.

    Quel giorno scoppiò un incendio al
    Wem Town Hall, nella città di Wem Rural,
    Shropshire, in Inghilterra e il fotografo
    Tony O'Rahilly si recò sul posto per
    scattare alcune foto.

    All'inizio, O'Rahilly non notò niente di strano.

    Grande fu il suo stupore quando, sviluppata
    la pellicola, si accorse che una foto mostrava
    una figura femminile avvolta dalle fiamme,
    in piedi dietro una ringhiera.


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    La foto era stata scattata con un
    teleobiettivo da 200 mm e i vigili
    del fuoco assicurano che l'edificio
    era sgombro e che nessuno avrebbe
    potuto superare il cordone di sicurezza
    attorno all'edificio.

     
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    Il caso destò ovviamente scalpore e la foto,
    compreso il negativo, venne esaminata
    da molti esperti.

    Tony Adams, capo dei fotografi dello
    Shropshire Star (il giornale locale) asserì
    che il negativo non presentava tracce
    di manomissione.

    Il negativo venne analizzato anche dalla
    A.S.S.A.P. (Associazione per lo Studio Scientifico
    di Fenomeni Anomali): Vernon Harrison,
    presidente della Società Fotografica Reale,
    dichiarò che la foto era autentica,
    ma fece anche notare che la testa e
    il corpo della ragazza sembravano
    non combaciare.

    La testa, infatti, sembrava troppo
    in avanti rispetto al corpo.


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    Analizzando l'immagine al computer,
    Phil Walton (sempre dell' A.S.S.A.P.)
    avanzò l'ipotesi che potesse trattarsi
    di un effetto ottico dovuto al fumo
    ed ai giochi di luce.

    C'è comunque da considerare
    che il viso è abbastanza definito,
    per cui la polemica continua.

    Dopo alcune ricerche si è anche ipotizzata
    l'identità della bambina, Jane Chrum

    Dei registri risalenti al 1677 documentano
    un enorme incendio che colpì gli edifici
    in legno della città.

    Leggende raccontano che ad appiccare
    per sbaglio il fuoco fu Jane Chrum,
    una ragazzina che incendiò accidentalmente
    un tetto di paglia con una candela.

    Secondo alcune dicerie il suo fantasma
    infesterebbe ancora l’area e sarebbe
    stato visto girovagare per
    la città in diverse occasioni.


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    Edited by Lottovolante - 26/9/2010, 14:27
     
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    Quello della fotografia spiritica è, purtroppo,
    un campo dove riuscire a distinguere
    le frodi è veramente difficile,
    a causa della relativa semplicità con
    la quale è possibile produrre
    un'immagine fraudolenta.

    Specialmente nell'era digitale, grazie
    ai programmi di fotoritocco, la fotografia
    ha perso gran parte del suo
    carattere probatorio.

    Le pellicole fotografiche, come anche
    i sensori delle moderne fotocamere digitali,
    riescono in effetti a vedere qualcosa in
    più dell'occhio umano (come, ad esempio,
    le radiazioni ultraviolette), ma se riescano
    o no ad immortalare manifestazioni
    di un diverso piano di esistenza,
    come i fantasmi, rimane un mistero.


     
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7 replies since 13/7/2010, 20:16   375 views
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