Art Nouveau

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  1. Milea
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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Victor Horta
    (Gand, 6 marzo 1861 - Bruxelles, 9 settembre 1947)



    Architetto belga, Horta ha rivoluzionato il modo di concepire gli edifici di abitazione, allargando il compito dell'architetto dalla progettazione degli spazi, interni ed esterni, a una concezione che comprendeva anche lo studio e la realizzazione delle luci, degli arredi, della decorazione delle pareti, perfino dell'oggettistica. Gli edifici da lui realizzati a Bruxelles sono testimonianza di una rivoluzione stilistica che segnò profondamente la storia dell'arte europea del primo Novecento.
    Horta è stato un «architetto artista» che concepiva la casa come opera d'arte "totale", come una "conchiglia" costruita attorno al suo proprietario. Le decorazioni dei suoi edifici furono realizzate in buona parte con il materiale più innovativo del tempo: il ferro.

    Horta progettò numerosi edifici destinati a destare scalpore:

    L’Hotel Tassel, progettato e costruito nel 1892-1893

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    L’Hotel Solvay, progettato e costruito nel 1895-1900

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    L’Hotel van Eetvelde, progettato e costruito nel 1895-1898


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    La Maison - Atelier Horta, progettata nel 1898,
    che ora ospita l'Horta Museum, dedicato al suo lavoro.


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    La Maison du Peuple progettata e costruita nel 1896-1899, andata distrutta


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    Hotel Tassel



    Viene giustamente considerato l'architetto che per primo definì i canoni architettonici dell'Art Nouveau, attraverso il progetto della casa Tassel. E' soprattutto nell'interno della casa Tassel, elegante casa d'abitazione realizzata in rue de Turin, considerata come il primo edificio promotore del nuovo stile, che Horta manifesta e dà rilievo alla nuova tendenza artistica.
    L'edificio doveva sorgere su un lotto molto profondo ma con un affaccio ridotto (7,20 metri), rispettando l'altezza degli edifici adiacenti tra i quali era incastonato. Servendosi di elementi architettonici tradizionali (colonnette, mensole, cornici e architravi) disposti su un impianto simmetrico, Horta realizzò nella facciata un continuum plastico mosso da contrasti e tensioni e impreziosito dall'accostamento della pietra (in due colori, ocra e blu) e del ferro.


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    Il fronte della casa è costituito da due ali laterali in pietra che corrono come unico elemento pieno lungo i quattro piani dell'edificio. Nel piano nobile, la struttura del corpo centrale diventa completamente in ferro, trasformando il serramento in un elemento portante della casa: in questo reticolo strutturale si inseriscono gli elementi decorativi, realizzati con ferro piatto forgiato e piegato a formare ricci eleganti e slanciati.


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    Gli interni negli anni sono stati piuttosto rimaneggiati. Qui la parte più significativa è quella della scala, che si svolge su un ottagono allungato seguendo un andamento leggermente elicoidale; i gradini in mogano si innestano su una struttura in ferro, trasformata essa stessa in motivo ornamentale con ricci e volute. La scalinata, che si sviluppa nell'ingresso della casa, non è modellata secondo forme classiche ma si compone di agili colonnine di ferro che, come steli, si protendono verso l'alto in forme sinuose e ritorte.


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    Il tutto in una incredibile armonia con gli affreschi delle pareti e della volta e con i mosaici del pavimento. La decorazione pittorica progettata da Horta per le pareti riprende gli ariosi motivi di linee curve della balaustra in ferro,con intrecci e sfumature che ne rievocano le ondulazioni. Questo motivo lineare, detto "a schiocco di frusta", segue gli stessi andamenti sinuosi, avvitati e spiraliformi che informano l'intera costruzione e sarà tra gli elementi distintivi del linguaggio di Horta, a cominciare dalla sua successiva costruzione importante, l'Hotel Solvay.

    Hotel Solvay



    Commissionata dall'industriale chimico Armand Solvay, questa casa fu probabilmente la più sontuosa tra quelle realizzate dal maestro e conserva tuttora il suo arredamento originario, anch'esso disegnato da Horta.


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    La lunga facciata simmetrica, che ha nel bovindo centrale il proprio elemento distintivo e che si raccorda al marciapiede con una curva è costruita in due diverse qualità di pietra grigia, accostate con raffinati esiti coloristici.

    Dettagli

    Il caminetto

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    Il lampadario

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    Nell'interno i vasti ambienti di rappresentanza si caratterizzano per l'esibizione delle strutture metalliche e per la totale diffusione della luce, che proviene dal tetto a lucernario e scende attraverso la scala, passando per le vetrate pieghevoli che consentono la suggestiva sovrapposizione delle prospettive lungo le diverse stanze.


    Hotel van Eetvelde



    Nel successivo Hotel van Eetvelde, la facciata, tra le più moderne di Horta, è un articolato insieme di corpi rientranti e sporgenti dove spiccano le curve degli architravi delle finestre e i mosaici con motivi a spirale.


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    Negli interni domina il vano ottagonale della scala, tappezzata di mosaici che proseguono sui ripiani in un prezioso continuum di decorazioni arancione e rosa su fondo verde.

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    Horta Museum



    Tra le case realizzate dall'architetto belga si deve infine ricordare la sua propria , che ora con l'adiacente studio è sede del Museo Horta: qui, secondo la sua stessa interpretazione, egli raggiunse l'apice della carriera.


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    Maison du Peuple



    Tuttavia l'opera considerata il suo capolavoro è la Maison du Peuple a Bruxelles: l’edificio costruito per il partito operaio belga, distrutto nel 1964 , doveva svolgere, in conformità allo spirito socialista riformatore di fine secolo, tre principali funzioni: politico-sindacale, commerciale, ricreativa.


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    La conformazione irregolare dell'area determinò l'andamento mosso della facciata, articolata in un corpo centrale concavo fiancheggiato da due fronti rettilinei disposti angolarmente. Tra i vari ambienti di servizio e di riunione che occupavano i quattro ampi piani, l’ Auditorium, che si trovava all'ultimo piano e che ospitava 1500 posti a sedere era un vero e proprio prodigio ingegneristico. La sala, costituita da una struttura reticolare in ferro appena percepibile nella vastità dell'ambiente, era sostenuta da una capriata con una catena di circa 15 metri; sulle pareti correvano due gallerie in ferro, una con posti a sedere e l'altra con funzioni tecniche.


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    Edited by Milea - 22/7/2014, 18:59
     
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