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CHARDIN Jean Baptiste "Nature morte aux attributs des arts" 1766 Olio su tela 112X140,5cm ERMITAGE - San Pietroburgo
Caterina II, sovrana ambiziosa, teneva una fitta corrispondenza con gli illuministi francesi del tempo, tra i quali Diderot e Voltaire, nonostante il suo governo dispotico fosse quanto di meno illuminato si possa pensare. Fu forse tramite il filosofo Denis Diderot, esperto d'arte e critico militante, che la zarina riuscì a commissionare a Chardin quest'opera per la sala delle conferenze dell'Accademia di Belle Arti; la tela tuttavia le piacque talmente da destinarla infine al proprio palazzo.
Chardin era additato come il massimo pittore vivente ( "Chardin è tra la natura e l'arte" ) da Diderot, che ne apprezzava la lucida analisi dei fenomeni quotidiani, l'assenza di frivolezze rococò e di facile sentimentalismo. La sua pittura dolce e moralmente seria, non seriosa, attingeva alla grande tradizione dei fratelli Le Nain e alla migliore arte olandese, modelli assai amati dalla borghesia settecentesca.
Chardin eseguì altre due versioni dell'opera, una conservata al Minneapolis Institute of Arts, l'altra, che fu esposta al Salon parigino del 1769, andata perduta. Sulla tela sono rappresentati gli strumenti della pittura, della scultura e dell'architettura, arti insegnate all'Accademia cui era destinata. Gli oggetti sono familiari all'artista: l'acquamanile in rame figura in altre opere, mentre il Mercurio è lo stesso che fu donato a Chardin dallo scultore Jean Baptiste Pigalle. La presenza della medaglia dell'ordine di San Michele sembra essere un omaggio all'amico scultore che, primo tra gli artisti francesi, ricevette l'onorificenza nel 1765. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 8/6/2014, 13:54
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