Erik Satie - Le sette "Gnossienne"

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    La parola "gnossienne" descrive
    sette pezzi composti per il piano
    da Erik Satie che però l'autore
    non riusciva a catalogare in
    un esistente stile di musica
    classica.

    Non si trattava nè di un preludio
    nè di una sonata.

    Satie risolvette facilmente il dilemma
    semplicemente intotolando i pezzi
    con una parola che coniò
    appositamente: "gnossienne."

    Resta comunque un mistero per molti
    l'etimologia e la pronuncia di questa
    parola.

    Qualcuno sostiene che la parola “gnossienne„
    sembra essere derivata dalla parola gnosis,
    perchè Satie quando iniziò la composizione
    dei pezzi era attratto dal "Movimento Gnostico
    Cristiano Universale" una corrente neo-gnostica
    che ebbe origine nella vita e nell’opera
    di Víctor Manuel Gómez Rodríguez
    Samael Aun Weor.

    Tuttavia altri sostengono che la parola derivi
    da Knossos o “da Gnossus„ Cretan e
    collegano lo Gnossiennes a Theseus, a Ariadne
    ed al mito di Minotaur.

    Ciò che invece è lampante è che le sette
    Gnossiennes sono meravigliose,
    uniche e intriganti.


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    Edited by Sad Calipso - 11/12/2010, 10:58
     
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    Gnossienne numero 1.


    Satie compose le prime tre Gnossiennes
    nel 1890.

    Questo brano non presenta indicazioni
    di tempo all’inizio della partitura.

    E’ facile trovare nella musica contemporanea
    a Satie brani senza il tempo scritto all’inizio;
    Satie scrisse 5 Gnossienne su 7 SENZA
    indicazioni temporali.

    Ognuno può interpretare il brano con
    pochissime restrizioni poichè il tempo
    indicato dall'autore consisteva in
    frasi come " leggero, con intimità" oppure
    "Non essere fiero".

    La prima Gnossienne fu pubblicata
    nel Settembre del 1893, nel
    "Le Figaro musical" Nr. 24.


     
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    Gnossienne numero 2.



    Le Gnossiennes di Satie sono spesso
    viste come una continuazione musicale
    delle tre Gymnopédies benchè alcuni
    esperti credano siano più strettamente
    correlate alle sue Sarabande.

    In entrambe i casi è chiaro che una musica
    come questa non era mai stata scritta prima
    rendendo più intuitivo il motivo per cui
    furono intitolate con una parola così enigmatica.

    Sono composizioni senza tempo e la sensazione
    di infinito di ogni pezzo deriva dalla natura
    ciclica del lavoro di Satie.

    Potete ascoltare le sette Gnossienne senza
    interruzione e non udirete mai in maniera
    distinta l'inizio o la fine.

    Come per le Gymnopédie, Satie compose
    delle melodie molto semplici, quasi
    elementari.


     
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    Gnossienne numero 3.


    Erik Satie, colto e bizzarro.

    Ironico, iconoclasta, sarcastico.

    E chi più ne ha più ne metta.

    Ancora oggi, ascoltando la sua musica,
    risulta difficile definirne i confini, in
    quell’ambiguità che la fa apparire
    seria e giocosa allo stesso tempo.

    Tutto il Novecento musicale è in qualche
    modo debitore di Erik Satie, per quanto
    la “grande musica” non l’abbia mai
    neanche accostato ai “grandi”
    della sua epoca: Debussy, Ravel,
    Stravinskij, Mahler.

    Troppo poco “serio” per ottenere il parere
    unanime dell’Accademia (e del pubblico).

    Troppo anticonformista per diventare
    un “classico”.

    Eppure Satie il suo momento di gloria
    lo ha avuto, quando è diventato
    esponente di spicco delle avanguardie
    parigine di inizio secolo, camminando
    a braccetto sulla riva della Senna
    con personaggi come Pablo Picasso,
    René Clair, Jean Cocteau.


     
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    Gnossienne numero 4.


    Elencare gli episodi della vita di Erik Satie
    e le sue opere significherebbe fare
    un lunghissimo elenco delle provocazioni
    con le quali il compositore francese
    si è fatto largo tra i suoi contemporanei.

    In una Parigi che, a cavallo dei due secoli
    si preparava, culturalmente parlando,
    a diventare la capitale più rappresentativa
    e propositiva d’Europa nel passaggio
    dalla modernità alla contemporaneità,
    Satie non prenderà mai una posizione
    netta e coerente nei confronti
    dei movimenti artistici radicali dell’epoca
    (impressionismo, simbolismo, surrealismo,
    dadaismo), a testimonianza di quello spirito
    libero che lo ha reso una sorta di “cane sciolto”
    della musica contemporanea.


     
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    Gnossienne numero 5.


    La musica di Erik Satie,
    specialmente quella per
    solo pianoforte alla quale
    dedicò maggiori attenzioni,
    è stata rivalutata recentemente
    dalla critica per il suo valore
    intrinseco e la sua notevole
    portata rivoluzionaria.

    E oggi Satie è ritenuto
    universalmente non solo
    il precursore del minimalismo
    e della musica ambientale, ma
    anche uno dei più importanti
    e influenti musicisti
    del primo Novecento.

    Infatti questa riscoperta,
    relativamente recente, della musica
    di Satie ha inflazionato il mercato
    con svariate esecuzioni
    e interpretazioni discografiche:
    dalle visioni romantiche di Pascal Rogé
    su Decca al tecnico, freddo, vigore
    di Johanna McGregor; da Aldo Ciccolini
    su Philips in "storiche" registrazioni
    all’americano Bill Quist addirittura
    sull’allora neonata Windham Hill Records.


     
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    Gnossienne numero 6.


    Le Gnossiennes numero 4, 5 e 6
    sono state pubblicate soltanto
    nel 1968, molto tempo dopo
    la morte di Erik Satie.

    Nessuno di questi brani sembra
    essere stato numerato, e neppure
    denominato con il nome
    “Gnossienne„ da Satie stesso.

    La sequenza di queste tre
    Gnossiennes nella pubblicazione
    del 1968 secondo Robert Caby
    non corrisponderebbe all'ordine
    cronologico di composizione.

    È estremamente improbabile
    che Satie abbia visto queste
    composizioni come tre parti
    di un singolo insieme.

    Questa Gnossienne deve
    essere stata composta
    circa otto anni dopo la prima
    nel Gennaio 1897 circa.


     
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    Gnossienne numero 7.


    Nel "Étoiles de Le Fils des la musique
    fortuite" composto da Satie nel 1891
    troviamo una Gnossienne nel suo
    primo atto.

    In questo caso l'appellativo di
    « Gnossienne » a questo pezzo è
    stato attribuito da Satie, come
    risulta dalla corrispondenza
    con il suo editore.

    Pertanto questo pezzo è conosciuto
    come la settima Gnossienne.

    Questo pezzo de "Étoiles de Le Fils
    des la musique fortuite" fu realizzato
    come "As Manière de commencement"
    (Un modo per cominciare),
    il primo di sette movimenti di
    "Trois Morceaux en forme de poire"
    (Tre pezzi in forma di pera).


     
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