Trittico delle delizie

Hieronymus Bosch, 1490

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  1. Milea
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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Trittico delle delizie
    olio su tavola, 1490
    220x195 cm (tavola centrale)
    220x 97 cm ( tavole laterali)
    Madrid, Museo Nacional del Prado




    Ben pochi dipinti, nel corso dell’intero svolgimento della storia dell’arte, hanno dato luogo a tentativi di interpretazione più approfonditi, disparati, contraddittori, fantasiosi, inverosimili. Si tratta, evidentemente, di un unicum della storia della pittura, un’opera in cui la rutilante fantasmagoria delle invenzioni, che poggia necessariamente sulle suggestioni letterarie, mistiche, culturali dell’epoca, risulta funzionale a una composizione coinvolgente dai connotati “ipnotizzanti”, in cui ogni singolo particolare meriterebbe un approfondimento specifico. Proprio tale infinita varietà non va a discapito della sensazione che si prova durante l’ osservazione del dipinto: si è contemporaneamente di fronte a un capolavoro di invenzione, di composizione e di accostamenti cromatici al quale difficilmente si resta indifferenti.

    Ad ante chiuse il trittico illustra a grisaille la Creazione del mondo: una terra piatta e disabitata racchiusa in un globo trasparente ove le uniche forme vivente sono rappresentate da piante e strane combinazioni minerali e vegetali, anticipatrici di ciò che verrà descritto all’interno. In uno squarcio nei cieli, il creatore dà il via alla vicenda umana, destinata a concludersi nell’ultima tavola, quella dell’inferno musicale.


    Il dibattito relativo alla datazione resta tuttora uno dei più infervorati: recenti indagini hanno consentito di datare il legno al 1470-1480, in una fase estremamente, forse troppo, precoce della carriera di Bosch, motivo per cui gli storici ne hanno posticipato di un decennio l’esecuzione.
    La committenza ha sempre oscillato tra Enrico III di Nassau ( dal momento che il trittico era esposto nella sua residenza di Bruxelles almeno dal 1517 secondo la testimonianza del cardinale Luigi d’Aragona), suo zio Engelberto II (stadholder generale dei Paesi Bassi) e Jacob de Almaengien, gran maestro della setta eretica dei Fratelli e delle Sorelle del Libero Spirito. (M.@rt)




    Edited by Milea - 7/5/2014, 20:26
     
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