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San Gerolamo in preghiera, dal 1482 circa
olio su tavola 77x59 cm
Gand, Museum voor Schone Kunsten
Il tema di san Gerolamo è affrontato da Bosch almeno in un’altra occasione nota, nello scomparto centrale del Trittico degli eremiti di Venezia. Nel dipinto di Gand, tuttavia, innovando abilmente la tradizionale iconografia dell’eremita inginocchiato o in atto di meditare sul suo libro, Bosch fa distendere il santo eponimo sulla terra, rendendolo quasi un tutt’uno col suolo.
Gerolamo, abbandonati il libro, il cappello e il manto, è raffigurato in estasi sul crocifisso, racchiuso in una curiosa concrezione minerale-vegetale, dominata da una roccia a forma di teschio ( vi si scorgono le due orbite e il setto nasale). Il leone, canonico attributo del santo, si è trasformato in un mansueto animale da compagnia.
Studiate macchie cromatiche animano il primo piano: spiccano i rossi del frutto svuotato, del cappello cardinalizio e del manto gettato sull’albero cavo. Su un suo ramo la civetta e il picchio incarnano gli abituali emblemi di eresia e ortodossia. Ma altri animali dal forte significato simbolico popolano, quasi impercettibilmente, la scena: in primo piano una volpe addormentata e un gallo morto.
E’ innegabile il contrasto tra il cupo proscenio, su cui si attua la penitenza, e il disteso paesaggio di sfondo, intervallato da morbide colline e corsi d’acqua. Interessante l’interpretazione antica che riconosce, al di sopra della grotta di san Gerolamo, le due tavole della legge: alluderebbero a Mosè liberato dalle acque, identificandolo col santo. La tavola, secondo alcuni critici, ornava la scuola degli Hieronymiti di ‘s-Hertogenbosch. (M.@rt)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Milea - 14/6/2014, 13:07.