Il CHE che sognava una Cuba diversa

Di Jon Lee Anderson è ora in libreria "Guerriglieri"

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Founder
    Posts
    47,190

    Status
    Anonymous


    Jon Lee Anderson:
    "Il Che sognava una Cuba diversa".






    image





    image
    Nessuno meglio di Jon Lee Anderson, 54enne reporter di guerra del «New Yorker», può capire il valore dei diari inediti di Ernesto Che Guevara, che sono stati resi pubblici ieri a Cuba con il titolo "Diario di un combattente".

    Anderson infatti è famoso, oltre che per i suoi reportage, per la biografia più estesa, definitiva ed esemplare (più di 800 pagine), che si possa reperire sulla figura del guerrigliero diventato simbolo della lotta per i diritti dei diseredati del mondo.

    «Una figura per molti versi vicina al vostro Garibaldi. Entrambi hanno dedicato la propria vita per liberare le terre da quelli che consideravano imperi perniciosi, con un autentico spirito di rivoluzionaria fratellanza», spiega Anderson.

    Durante le esplorazione per reperire informazioni e documenti in Bolivia, nel 1997 il reporter ritrovò il luogo segreto, da anni oggetto di ricerche, dove era stato sepolto il corpo del Che. Grazie a questa scoperta le ossa del rivoluzionario marxista furono riesumate e restituite a Cuba, dove sono ora sepolte nel mausoleo costruito appositamente a Santa Clara. La biografia di Jon Lee Anderson "Che Guevara: A Revolutionary Life" fu pubblicata nel 1997 per Grove Press negli Stati Uniti, dove divenne un best seller ed è stata tradotta nel 2009 da Fandango Libri col titolo di Che Guevara. Anderson ha avuto tra le mani quei diari di bordo, in cui si raccontano i momenti lotta armata, dopo l'arrivo della nave Granma sull'isola il 2 dicembre 1956 fino al trionfo della rivoluzione guidata da Fidel Castro.

    Oltre alle pubblicazioni relative alla sua campagna in Bolivia, oggi, grazie alla curatela del Centro Studi Che Guevara diretto dalla vedova Aleida March, i cubani scopriranno anche gli appunti relativi alle strategie e alle mosse militari pensate dal Che nella Sierra Maestra. «Oggi Cuba è un paese molto diverso da quello che il Che aveva immaginato, sperato e aveva contribuito a costruire. Dopo decenni di socialismo "ufficiale", la maggior parte della gente, soprattutto i giovani, desiderano un modello di vita capitalistico e un tenore di vita consumistico. La "rivoluzione", se così possiamo chiamarla, è guidata da una generazione di ottuagenari, coetanei del Che, che non sanno come rispondere alle aspirazioni o sopperire ai bisogni economici basilari a cui quotidianamente i cubani devono provvedere in maniera ingegnosa».

    I diari resi pubblici potrebbero in qualche modo dare ai cubani la ragione di respingere un modello di paese, che nemmeno il loro liberatore avrebbe voluto così. «Se il Che fosse ancora vivo, credo che farebbe la fronda critica al modo di governare dei compagni di battaglia, Fidel e Raul Castro, e al modello che incarnano nel mondo di oggi: uno stato ribelle che sfida il colosso statunitense. Il difetto più grande di questo paese è quello di essere rimasto graniticamente lo stesso in uno mondo stravolto dopo la fine della guerra fredda. Ancora si ostina a guardare l'America come uno stato imperialista che fa il bullo con il resto del mondo».

    Di Jon Lee Anderson è ora in libreria "Guerriglieri" , ritratto di combattenti di tutto il mondo, per Fandango Libri (Pagg. 428, euro18,00)



    image

    image

    image

    image

     
    .
0 replies since 15/6/2011, 19:57   87 views
  Share  
.