Erbe aromatiche

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted


    Erbe aromatiche



    Con le piante aromatiche si possono creare veri e propri orti, anche in spazi ristretti, in piena terra oppure sul terrazzo, con contenitori rettangolari di circa 50 cm di lunghezza, 20 cm di larghezza e 20 di profondità, sistemati uno accanto all’altro con esposizione a est, a sud e a ovest. Ogni aiuola deve accogliere un unico tipo di pianta aromatica; le specie perenni possono rimanere nello stesso posto per diversi anni, le annuali vanno sostituite ogni anno, possibilmente con specie diverse per evitare malattie e garantire raccolti di qualità, e le biennali vanno sostituite ogni due anni.

    L’aiuola potrà essere così costituita:

    Tra le erbe aromatiche perenni

    Acetosa
    Dragoncello
    Finocchio selvatico
    Erba cipollina
    Maggiorana
    Malva
    Melissa
    Menta
    Rosmarino
    Origano
    Salvia
    Ruta
    Timo

    Tra le erbe aromatiche annuali:

    Basilico
    Anice verde
    Coriandolo
    Rucola
    Borragine
    Cumino
    Santoreggia


    Tra le erbe aromatiche biennali

    Prezzemolo
    Cerfoglio



    ACETOSA




    NOME SCIENTIFICO:


    Rumex acetosa, detta anche erba brusca e Rumex acetosella o acetosa minore.

    FAMIGLIA: Poligonacee

    DESCRIZIONE:
    L'acetosa è un'erba perenne rustica, piuttosto comune nei prati di tutta la penisola italiana, le cui foglie coriacee emanano odore erbaceo e hanno sapore acidulo.

    FUSTO:
    Il fusto dell'acetosa è eretto, ramificato, di colore rossastro e supera sempre il mezzo metro d'altezza; quello dell'acetosa minore invece si innalza al più per una trentina di centimetri.

    FOGLIE:
    Le foglie di questa erba sono disposte alternativamente lungo lo stelo e hanno forma oblunga di lancia; le superiori sono più strette delle inferiori. Esse hanno un odore caratteristico e un sapore decisamente acidulo che, più lieve a primavera, si intensifica poi con l'avanzare delle stagioni. Le foglie dell'acetosa contengono vitamine, in particolare vitamina C, e sali minerali.

    FIORI:
    Dalla primavera avanzata fino ad agosto sbocciano, su piante maschili e femminili distinte, i minuscoli fiori rossicci riuniti in piccole pannocchie terminali. Per favorire l'emissione di nuove foglie conviene recidere le infiorescenze.

    HABITAT:
    La Rumex acetosa è pianta assai diffusa sui pendii pratosi ben esposti e riparati dai venti e nelle zone coltivate di tutta la penisola italiana; è un'erba che predilige un terreno argilloso e ricco. La Rumex acetosella, le cui foglie anziché acidule sono amare, predilige invece un substrato sabbioso, asciutto e acido.

    COLTIVAZIONE:
    ESPOSIZIONE:
    La posizione ideale per l'acetosella è decisamente ombreggiata.

    RIPRODUZIONE:
    La moltiplicazione dell'acetosa può avvenire per semina, da effettuare in primavera su substrato umido (in questo caso la germinazione avviene in una decina di giorni) o per divisione dei cespi, questo metodo va effettuato nella stagione autunnale.

    CRESCITA:
    La coltivazione della romice acetosa non presenta di norma nessuna particolare difficoltà: occorre solo tenere presente che le lumache sono ghiotte dei suoi germogli e dunque spargere sul terreno alcuni granuli di lumachicida o proteggere le piantine con altri metodi. Per avere foglie ricche di succo è bene innaffiare regolarmente le piante.

    RACCOLTA:
    Già due mesi dopo la semina si può incominciare la raccolta delle foglie.

    CONSERVAZIONE:
    E' sufficiente riparare le piante con un telo, o metterle a dimora in posizioni riparate, per avere a disposizione foglie fresche in ogni periodo dell'anno.

    PROPRIETA'
    IN CUCINA:
    Le foglie dell'acetosa possono venire mangiate come fossero spinaci, cioè dopo averle lessate, oppure possono venire aggiunte alle minestre. Un accorgimento per rendere questa verdura più gradita consiste nel cambiare l'acqua, una volta, durante la cottura, in modo da ridurre il tipico sapore acidulo. Le foglie tenere possono anche venir mangiate crude in insalata. Un altro utilizzo dell'acetosa consiste nel preparare una salsa verde adatta in particolare al pollame e al pesce; il procedimento è il seguente: si lavano e poi si lessano una manciata di foglie di acetosa e mezza manciata di foglie di crescione assieme ad una cipolla (che poi va tolta), quindi si mescola il tutto con olio, aceto, sale e pepe fino ad ottenere una massa cremosa.

    BELLEZZA:
    Un impacco di foglie fresche, sminuzzate e stese sulla pelle del viso, chiude i pori dilatati e fa scomparire i cosiddetti "punti neri".

    SALUTE:: Le foglie dell'acetosa esercitano un'azione digestiva e rinfrescante; la radice, estratta dal terreno in autunno e posta in infusione o decotta, svolge azione lassativa e diuretica.

    CURIOSITA':
    Per il loro alto contenuto di calcio e sali minerali l'acetosa e l'acetosa minore sono sconsigliabili a chiunque soffra di calcolosi renale.


    Edited by Lottovolante - 21/12/2010, 19:14
     
    .
  2. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    IL DRAGONCELLO







    Il dragoncello (Artemisia dracunculus) è una pianta aromatica erbacea, originaria dell’Asia centrale, della Russia Meridionale e della Siberia; spesso viene chiamata “piccolo drago” in quanto le sue radici ricordano un groviglio di serpenti oppure “erba dragona” poiché questa pianta aveva la fama di guarire dal morso degli animali.
    Il dragoncello si presenta con foglie strette lanceolate e allungate di colore verde chiaro che sprigionano un aroma molto intenso. Il dragoncello va raccolto prima che i piccoli fiori, di colore giallo-verde raggruppati a pannocchia, si schiudano, così che il suo sapore risulterà essere molto più intenso.
    Il dragoncello viene diffuso in Occidente subito dopo le Crociate, mentre in Italia la sua diffusione inizia in Toscana; viene portato da Carlo Magno, intorno al 774, e poi coltivato negli orti dell’Abazia di S. Antimo, nelle vicinanze di Montalcino.
    Il suo nome, Artemisia, pare gli sia stato dato in onore di Diana Artemide, alla quale si riconosce la proprietà di ristabilire, in caso di necessità, il flusso mestruale; Dracunculus, invece, che significa “piccolo drago” deriva, dal fatto che il cespuglio ricorda questo animale.

    ■ Coltivazione, Varietà e Raccolta

    Il dragoncello predilige i luoghi soleggiati; oltre al dragoncello russo, che fiorisce da luglio a ottobre, possiamo trovare una varietà francese, che essendo però sterile, può essere riprodotta solo mediante la divisione dei cespi; questa coltivazione avviene tra marzo e aprile.
    La qualità e il sapore del dragoncello francese, sono decisamente superiori.

    ■ Al momento dell'acquisto

    Il dragoncello, se acquistato e consumato fresco, avrà sicuramente un sapore più fine e un'aroma decisamente più intenso.
    In commercio potete trovare anche il dragoncello secco; l’uso è sconsigliato, poichè durante il processo di essicazione gran parte del suo aroma viene perso a discapito del sapore, poco intenso.

    ■ Conservazione

    Il dragoncello, una volta seccato, va conservato in contenitori ben chiusi, in luogo fresco e asciutto e lontano dalla luce; non va comunque conservato a lungo, in quanto il suo profumo svanisce molto facilmente e quindi risulterà avere un sapore simile al “fieno”.
    Il dragoncello si conserverà più a lungo se verrà tritato e congelato. Un altro metodo per conservare il dragoncello, è quello di impastare le foglie tritate con del burro ammorbidito ( 2 cucchiai per ogni 100 gr di burro); una volta impastato, può essere posto ( per esempio) nei contenitori per il ghiaccio (in modo da avere delle dosi abbastanza uniformi) e conservato in frigorifero, coperto con della carta da forno; oppure lo potete congelare.
    Il burro di dragoncello, così realizzato, potrà essere aggiunto alle preparazioni anche a fine cottura, in modo da mantenere il più possibile intatto sia il sapore che il gusto.

    ■ Uso in cucina

    Il dragoncello può essere utilizzato per aromatizzare uova, pesce, frutti di mare, carni; le foglie fresche possono essere unite alle insalate e alle salse.
    Il sapore del dragoncello è simile all’anice e al sedano; leggermente amaro e pepato, è indicato per essere usato su alimenti poco saporiti.
    Il dragoncello sopporta bene la cottura; anche se unito all'ultimo momento, manterà intatto il suo sapore, che durante la cottura aumenta; va quindi dosato con cautela.
    Il dragoncello è l’ingrediente essenziale per la preparazione della salsa bernese, la salsa tartara e la salsa al dragoncello.
    Il dragoncello ha proprietà antisettiche, aromatiche, stimolanti, digestive.
    I Greci masticavano le foglie di dragoncello per alleviare il mal di denti.

    ■ Curiosità

    Le foglie fresche del dragoncello hanno un sapore pungente, a metà tra il sale e il pepe; paragonabile a un'esaltatore di sapore, le foglie di dragoncello, possono risultare utili, a coloro che, per problemi di salute, non possono usare il sale.


    Edited by Lottovolante - 22/12/2010, 13:10
     
    .
  3. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    FINOCCHIO SELVATICO







    nome botanico:foeniculum vulgare

    Famiglia: umbelliferae

    Breve descrizione:pianta erbacea dal fusto ramificato, si distingue dalle varietà di finocchio selvatico per la produzione orticola. Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto cilindrico, pieno, scanalato, presenta foglie verde scuro, picciolate, con alla base una guaina larga, divise in lacinie filiformi. I fiori si sviluppano da giugno ad agosto e sono piccoli, gialli, raccolti in ampie ombrelle terminali. I frutti, prima verdi e poi grigiastri sono glabri, di forma cilindrica e affusolata, e coste evidenti. Tutta la pianta è aromatica e piccante.

    Durata:perenne
    periodo di fioritura:fiorisce durante la bella stagione.

    Area di origine:regione mediterranee, Inghilterra, Germania, Argentina, Italia.
    clima:temperato

    Uso:pianta spontanea molto aromatica.accorgimenti e cure
    esposizione e luminosità:esporre in pieno sole, in una zona particolarmente calda.
    temperatura:predilige temperature miti, evitare le gelate. In inverno proteggere da gelo e umidità per evitare la formazione di marciumi.

    Substrato: Scegliere un terreno molto fertile e sempre ben drenato. Se coltivato in vaso scegliere un substrato in loam

    Irrigazione:intervenire regolari in estate, lasciando asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra.
    concimazione:utilizzare dello stallatico ben maturo per arricchire il terreno

    Propagazione:per semina in primavera

    Potatura: a fine estate cogliere i semi e potare le piante per favorire la formazione di nuove foglie. In autunno, quando la pianta perde le foglie provvedere a pacciamare il terreno con letame maturo.
    avversità:può essere soggetto a marciumi in caso di eccessi idrici o di ambiente troppo umido
    piccoli consigli:non piantare vicino al Coriandolo e all'Anetocuriosità

    Storia:Il termine foeniculum deriva da foenum che significa fieno, così definito per il caratteristico odore e per le foglie particolarmente sottili. Il finocchio selvatico era già noto al tempo dei Romani, nell'800 in Francia. In passato i semi schiacciati erano posti sulle tempie dei bambini per favorirne il sonno

    Ambiente:cresce spontanea nelle regioni costiere e quelle submontane, nei luoghi aridi, sulle rupi e sui vecchi muri.
    medicina:Si utilizzano i semi che vengono conservati in recipienti al riparo dalla luce. I costituenti principali sono olio essenziale, fencone, stragolo ed ha proprietà aperitive, e digestive, aromatiche, diuretiche, carminative, espettoranti. Si usa per migliarare l'alito, epr favorire la buona digestione, per curare l'aerofagia,

    Cucina: oggigiorno tutte le parti del finocchio sono usate in cucina: le foglie per le insalate, gli steli su di un barbecue per dare ulteriore sapore a carne e pesce, i semi macinati servono per insaporire carni e verdure.


    Edited by Lottovolante - 24/12/2010, 12:39
     
    .
  4. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    ERBA CIPOLLINA







    L’erba cipollina (Allium schoenoprasum L.) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Liliaceae originaria del nord Europa, Asia e America del Nord (Canada), e cresce in località fredde e temperato-fredde; molto diffusa negli orti domestici, e molto resistente all'attacco dei parassiti, l’erba cipollina è una pianta aromatica dalle foglie profumate che ricordano il gusto della cipolla; possiede un bulbo ovale rivestito da tuniche grigio-brune e foglie a steli cavi, cilindrici e lunghi fino a 40 cm di un colore verde intenso; i fiori, di colore rosa-violetto, sono riuniti in infiorescenze più o meno sferiche avvolte da una membrana che cade al momento della fioritura.
    Conosciuta fin dai tempi antichi, l’erba cipollina viene menzionata in numerose ricette da Apicio, ma solo nel Medioevo inizia ad essere coltivata per il suo uso gastronomico.
    I popoli Celtici le attribuivano proprietà magiche, e la usavano per togliere il malocchio o qualsiasi incantesimo negativo; il nome allium deriva dal celtico e significa caldo, bruciante.

    ■ Coltivazione e raccolta

    L’erba cipollina cresce nei prati umidi dai 600 m fino ai 2.500 m, e in Italia è diffusa e coltivata nella parte continentale fino alla Toscana.
    L'erba cipollina può essere raccolta in ogni periodo, poiché le sue foglie aghiformi ricrescono dopo ogni taglio; gli steli devono essere recisi alla base lasciando qualche centimetro per la ricrescita e sono ottimi se consumati freschi.

    ■ Al momento dell'acquisto

    Quando acquistate l’erba cipollina il suo colore deve essere brillante e vivo, le sue foglie carnose, dritte e toniche, dall’aroma consistente.

    ■ Conservazione

    L'erba cipollina viene generalmente raccolta e utilizzata fresca; può però essere conservata in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura per 3-4 giorni circa, oppure può essere surgelata, e conservata in sacchetti di plastica ben chiusi o in contenitori con tappo ermetico, dopo essere stata tagliata ad anelli, ma non essiccata in quanto mal sopporta questo trattamento (anche se in commercio si trova anche disidratata).

    ■ Uso in cucina

    L’erba cipollina viene usata in cucina per innumerevoli preparazioni, sicuramente in tutte quelle in cui venga richiesto l’uso della cipolla: il risultato sarà più delicato e meno coprente.
    Anche i suoi fiori sono commestibili e, avendo anch’essi un delicato sapore di cipolla; possono essere utilizzati per decorare insalate e piatti vari.
    In genere si usa per preparare salse, uova, frittate o crepes, torte salate, formaggi di pasta tenera, minestre, zuppe e sughi, burro aromatizzato, insalate, con la panna acida sulle patate al cartoccio o per accompagnare piatti di carne o pesce.
    Per l’elasticità dei suoi steli, viene anche usata a scopo decorativo, come per esempio per legare piccoli fagottini, formati da pasta delle crêpes, o mazzetti di piccoli asparagi lessati.

    L’erba cipollina contiene vitamina C, fosforo, e oligoelementi.
    Ha diverse proprietà: depurative, digestive e diuretiche, inoltre è un ottimo antisettico, cicatrizzante espettorante, lassativo, cardiotonico e stimolante. In antichità veniva usata per stimolare l'appetito.

    ■ Curiosita'

    Pare che i cuochi più pignoli, per sfruttare al meglio le qualità aromatiche dell’erba cipollina, la tengano come pianta da vaso e se ne servano solo al momento dell'effettivo utilizzo, tagliandola al momento dalla sua collocazione, sciacquandola velocemente e sminuzzandola con le forbici.


    Edited by Lottovolante - 24/12/2010, 12:42
     
    .
  5. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA MAGGIORANA







    NOME SCIENTIFICO:
    Origanum majorana o Majorana hortensis

    FAMIGLIA:
    Labiate

    DESCRIZIONE:
    La maggiorana appartiene alla famiglia dell'origano, è una perenne semi rustica che spesso viene coltivata come annuale. Questa pianta dal portamento eretto, apprezzata per il suo aroma speziato, può essere erbacea o suffruticosa e raggiungere anche mezzo metro di altezza.

    FUSTO:
    I fusti hanno colore verde screziato di rosso, assumono verso la base aspetto legnoso e radicano facilmente se toccano terra.

    FOGLIE:
    Le foglie sono ovali, oblunghe, arrotondate all'apice e dotate di un corto picciolo. Il loro colore è verde pallido.

    FIORI:
    I fiori della maggiorana possono essere bianchi o violetti, compaiono in estate e sono riuniti in pannocchie.

    HABITAT:
    I luoghi d'origine dell'Origanum majorana sono le terre dell'Africa settentrionale e dell'Asia occidentale; nei paesi dove cresce spontanea la maggiorana è perenne, mentre altrove viene generalmente coltivata come annuale o biennale.


    COLTIVAZIONE:

    ESPOSIZIONE:
    La maggiorana ama essere coltivata in pieno sole e in posizione riparata.

    RIPRODUZIONE:
    Per ottenere nuove piante si può procedere in primavera alla semina, ma si deve tener presente che la germinazione è lenta; si può effettuare la divisione dei cespi sempre in primavera o in autunno; oppure si possono staccare delle talee all'inizio dell'estate.

    CRESCITA:
    Questa pianta aromatica predilige un terreno ricco, piuttosto secco e ben drenato. Tra cespo e cespo è bene lasciare una trentina di centimetri, in autunno si devono accorciare i rami di due terzi e, nelle zone molto fredde, proteggere i cespi. La maggiorana si può coltivare anche in vaso.

    RACCOLTA:
    Le giovano foglie si raccolgono in ogni periodo dell'anno, mentre le sommità fiorite vanno recise poco prima che sboccino, solitamente tra luglio e settembre.

    CONSERVAZIONE:
    Le foglie della maggiorana possono essere essiccate, congelate o poste a macerare in olio e aceto. Le infiorescenze si fanno essiccare all'ombra, come di consueto.


    PROPRIETA':

    IN CUCINA:
    Quest'erba è strettamente affine all'origano. Perché mantenga intatte le sue proprietà va consumata cruda, dopo averla ben tritata, o va aggiunta alle pietanze negli ultimi momenti della cottura: è ottima per le carni, nei ripieni e negli umidi.

    BELLEZZA:
    Il decotto di infiorescenze di maggiorana profuma soavemente l'acqua del bagno; poche gocce di olio essenziale sparse sul cuscino facilitano il sonno, grande alleato della bellezza.

    SALUTE:
    L'infuso di quest'erba è ottimo nei casi di digestione difficile, contro i dolori addominali e le nevralgie. Per curare tossi e raffreddori si usa per inalazione o nei suffumigi.

    CURIOSITA':
    I Greci ritenevano la maggiorana un dono di Afrodite e quindi la associavano all'idea di felicità.
    Dal Medio Evo essa fu sempre coltivata negli orti europei; pare che le sue foglie strofinate sui mobili e sui pavimenti di legno li rendano particolarmente lucenti; foglie e fiori racchiusi in sacchetti odorosi profumano delicatamente la biancheria.


    Edited by Lottovolante - 26/12/2010, 18:47
     
    .
  6. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA MALVA







    Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti

    La malva silvestre, pianta molto diffusa nel nostro paese, predilige i terreni erbosi; la si può trovare soprattutto nei campi abbandonati, lungo le strade di campagna e tra i ruderi. Gli erboristi ne sfruttano le proprietà facendone essiccare (all'ombra) foglie e fiori (le prime vengono raccolte tra giugno e settembre, mentre i fiori devono essere recisi appena schiusi) e conservando il tutto in vasi di vetro al riparo dall'umidità e dalla luce.

    I principi attivi più importanti presenti nella malva sono: alcune mucillaggini, l'acido clorogenico, l'acido caffeico, alcuni antociani ed il potassio.

    Principi attivi che conferiscono alla malva benefici effetti emollienti, espettoranti, lassativi, antinfiammatori ed analgesici, rendendola utilissima:

    - per tosse e raffreddore (grazie alle proprietà espettoranti, sotto forma di tisana facilita la fluidificazione e l'eliminazione del catarro);

    - per la stitichezza (possiede un'azione lassativa molto dolce, indicata anche per bambini ed anziani);

    - per nevralgie dei denti, ascessi, gengiviti e stomatiti (il decotto di malva utilizzato per gargarismi e sciacqui è insostituibile per queste patologie);

    - per infiammazioni vaginali, pelli arrossate, pruriti e foruncoli (applicare il decotto di malva direttamente sulla parte da curare);

    - per depurare l'organismo (bevendone la tisana si ottiene un positivo effetto disintossicante dalle tossine).

    Preparare la tisana: lasciare riposare 15 grammi di foglie e fiori essiccati in mezzo litro di acqua bollente per almeno cinque minuti, la dose giornaliera è di 2 o 3 bicchieri.

    Preparare il decotto: farne bollire 25 grammi in mezzo litro di acqua per 10 minuti, filtrare, strizzando con accortezza fiori e foglie per non sprecarne il contenuto, 2 tazze al giorno.


    Edited by Lottovolante - 27/12/2010, 12:36
     
    .
  7. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA MELISSA







    NOME SCIENTIFICO:
    Melissa officinalis

    FAMIGLIA:
    Labiate

    DESCRIZIONE:
    La melissa è un'erbacea perenne le cui foglie sono simili a quelle della menta, ma emanano un delicato profumo di limone che rende questa aromatica molto apprezzata dalle api. La melissa può svilupparsi fino a raggiungere quasi un metro d'altezza e può essere coltivata sia in terra che in vaso.

    FOGLIE:
    La foglia della melissa è ovale, dentata e profondamente nervata, normalmente di colore verde chiaro nella Melissa variegata le foglie mantengono il caratteristico profumo di limone, ma presentano macchie dorate.

    FIORI:
    La fioritura si protrae dall'estate fino all'autunno; i fiori, riuniti in infiorescenze, sono minuscoli e poco appariscenti, il loro colore vira dal bianco-rosato iniziale al pallido azzurro della piena fioritura. Anch'essi hanno le stesse proprietà benefiche delle foglie.

    HABITAT:
    La melissa cresce spontanea nei luoghi ombrosi di tutta l'Europa meridonale, ama un terreno fresco e umido.


    COLTIVAZIONE:

    ESPOSIZIONE:
    Questa aromatica trova ideale una posizione a mezz'ombra, in quanto non ama essere esposta ai raggi solari nelle ore più calde della giornata. Il sole forte infatti scolorisce le sue foglie e ne muta il profumo che diviene più aspro.

    RIPRODUZIONE:
    La melissa si può moltiplicare con uno dei tre metodi di riproduzione più diffusi: semina, talea e divisione dei cespi. La semina si effettua in aprile e occorre essere pazienti in quanto la germinazione è lenta; gli altri sistemi si attuano in primavera o autunno.

    CRESCITA:
    Sono poche le cure richieste per la coltivazione: quando i cespi sono troppo fitti vanno sfoltiti e si deve lasciare almeno mezzo metro di distanza tra pianta e pianta.

    RACCOLTA:
    Il momento migliore per la raccolta delle foglie è quello in cui i fiori cominciano ad aprirsi; chi ama seguire le tradizioni dovrebbe effettuare la raccolta della melissa il 24 giugno, giorno di San Giovanni.

    CONSERVAZIONE: Solitamente si essicano le foglie, ma purtroppo, quando non è fresca, quest'erba perde molte delle sue virtù.


    PROPRIETA':

    IN CUCINA:
    Le foglie fresche di melissa aromatizzano insalate, salse per il pesce, compresa la maionese, marmellate e dolci.

    BELLEZZA:
    L'infuso (un pizzico d'erbe in una tazza d'acqua bollente) si può usare come tonico per il viso e nel risciacquo dei capelli grassi; il decotto (una manciata d'erbe immerse in acqua fredda e poi fatte bollire per una ventina di minuti) si aggiunge all'acqua del bagno allo scopo di tonificare l'organismo.

    SALUTE:
    Nel caso di punture di insetti ponendo alcune foglie, appena colte, sulla parte dolente si avrà sollievo.

    CURIOSITA':
    La melissa, ritenuta dai greci sacra ad Artemide, è sempre stata usata come pianta medicinale e il famoso medico Paracelso le attribuiva il potere di far rivivere anche il malato più grave. Una tisana di melissa assunta con regolarità, ogni mattina, rinvigorisce l'organismo, rafforza la mente e allontana la malinconia.


    Edited by Lottovolante - 28/12/2010, 19:15
     
    .
  8. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA MENTA







    La Menta (Menta piperita L.) è conosciuta sin dai tempi antichi per le sue proprietà. I cinesi ne vantavano da sempre le proprietà calmanti e le sue virtù antispasmodiche. Ippocrate considerava la menta un afrodisiaco, mentre Plinio lodava l’azione analgesica. Gli arabi utilizzano copiosamente ancora oggi la menta nella preparazione di cibi e bevande ritenendola uno stimolante afrodisiaco.
    Il genere “mentha” è uno dei più complessi del regno vegetale e la ragione va ricercata nella facilità di ibridizazione spontanea tra le varie specie che producono sempre nuovi ibridi.
    Bisogna premettere che ci sono varie specie di menta, le quali pur dimostrando simili proprietà medicinali (dovute alla presenza di un alcol estratto dall’essenza il mentolo) hanno caratteri diversi.
    La menta è tonica, antispasmodica e stomachica a livello gastrico-intestinale, carminativa e stimolante. Ha proprietà antisettica e può essere utilizzate in malattie infettive che non hanno bisogno di antibiotici (leggere affezioni respiratorie, coliti e cistiti lievi) e vermifuga. E’ utile contro le grastriti, crampi dello stomaco, duodeniti, coliti, oltre ad essere impiegata come espettorante per faringiti, bronchiti ed asma.
    L’infuso di menta viene utilizzato per gargarismi disinfettanti di bocca e gola oltre che per lavaggi decongestionanti del viso utili anche a combattere la pelle grassa.
    L’essenza di menta in unione con bicarbonato di calcio e di sodio viene utilizzata per preparare paste dentifricie particolarmente profumate.
    In cucina viene molto utilizzata per aromatizzare pietanze ed insalate. E’ preferibile usare le altre mente tralasciando la piperita che è più adatta per liquori bevande e prodotti dolciari.


    Edited by Lottovolante - 30/12/2010, 19:19
     
    .
  9. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    IL ROSMARINO







    Il Rosmarino, regina delle piante aromatiche, è la tipica pianta mediterranea, che cresce sia spontanea che coltivata soprattutto lungo le fasce costiere.
    appartiene al genere Rosmarinus, famiglia delle Lamiaceae ed il suo nome scientifico è Rosmarinus officinalis. Originario dei paesi del Mediterraneo si ritrova spontaneo lungo la fascia costiera e fino a 1500 m s.l.m.

    L'etimologia del suo nome è abbastanza controversa: secondo alcuni deriverebbe dal latino "ros = rugiada" e "maris = mare" vale a dire "rugiada del mare" secondo altri deriverebbe sempre dal latino ma da "rosa = rosa" e "maris = mare" cioè "rosa del mare" secondo altri dal latino "rhus = arbusto" e "maris = mare" cioè "arbusto di mare". In ogni modo, qualunque sia la sua origine, è sempre strettamente legata al mare che lo ricordano anche i suoi delicati e deliziosi fiori colore del mare.

    E' una pianta arbustiva, perenne con portamento cespuglioso che può raggiungere un'altezza di tre metri..
    Il fusto del rosmarino all'inizio è prostrato, poi eretto e molto ramificato con radici molto profonde e tenacemente ancorate al terreno.

    Le foglie sono piccole, prive di picciolo, un po' coriacee, di un bel colore verde scuro sulla pagina superiore e verde-argentate-bianche in quella inferiore, strette, lineari e molto fitte sui rami e ricche di ghiandole oleifere.

    I fiori sono riuniti in grappoli che crescono all'ascella delle foglie, di colore azzurro-violetti e presenti quasi tutto l'anno. Sono ermafroditi e ad impollinazione entomofila soprattutto da parte delle api che vanno ghiotte del loro nettare dal quale producono un miele delizioso.

    I frutti sono degli acheni che diventano scuri a maturità.

    Il rosmarino si vede spesso lungo i pendii, le strade, sugli argini in quanto, avendo un apparato radicale molto profondo, aiuta a contenere il terreno.

    Nel genere Rosmarinus ritroviamo solo il Rosmarinus officinalis ma esistono numerose varietà che si differenziano per la maggiore o minore aromaticità e per il portamento. Tra di essere ricordiamo il Rosmarinus officinalis prostratus molto utilizzata come pianta ornamentale perchè come dici il nome stesso ha un portamento prostrato.





    FITOTERAPIA: IL ROSMARINO E LE PROPRIETA’ TERAPEUTICHE
    Spesso madre natura si diverte a metterci i suoi rimedi naturali migliori sotto il naso, solo che noi non li vediamo. È proprio il caso del rosmarino, comunissimo aroma usato nella cucina mediterranea, che possiede anche notevoli virtù toniche e disintossicanti, al punto che per gli antichi Egizi il rosmarino era addirittura un simbolo di immortalità.

    PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DEL ROSMARINO: ANTISTRESS, DEPURA IL FEGATO E MANTIENE GIOVANI


    I componenti del rosmarino agiscono sia dall’ interno sia dall’ esterno con effetti stimolanti ed energetici. Secondo le ricerche, l’ uso regolare di questa pianta mantiene giovani e combatte le défaillances sessuali. Inoltre il rosmarino migliora la circolazione del sangue e aiuta soprattutto chi si sente privo di forze per stanchezza, cali di pressione e d’ umore.
    Grazie a potenti antiossidanti come i flavonoidi, il rosmarino riequilibra e disintossica il fegato, l’ organo che risente maggiormente delle tensioni e dello stress. Per questo gli effetti del rosmarino sono profondi e duraturi e si riflettono su tutto l’ organismo, incluse le ghiandole surrenali che hanno il compito di difenderci dallo stress.

    I RIMEDI NATURALI A BASE DI ROSMARINO

    TISANA DI ROSMARINO
    II metodo più semplice è la tisana, preparata con un paio di centimetri di rosmarino fresco. Bevete la tisana di rosmarino dopo ogni pasto: è ottima e profumata.

    ROSMARINO IN ESTRATTO FLUIDO IN ERBORISTERIA
    Per una cura ricostituente più strong, prendete invece il rosmarino in estratto fluido (si compra in erboristeria o nei centri specializzati), 20 gocce tre volte al giorno per almeno un mese.
    Se volete una sferzata di pronta energia mettete anche qualche goccia di essenza di rosmarino sul guanto della doccia e frizionate la zona dei reni.

    PRECAUZIONI
    : Come tutte le piante stimolanti, il rosmarino va usato con attenzione in caso di pressione alta, di insonnia e in gravidanza.


    Edited by Lottovolante - 31/12/2010, 12:32
     
    .
  10. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    L' ORIGANO







    L'origano è una pianta è erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, genere Originum, cresce spontanea fino ad un'altitudine di 2000 metri circa; la parola origano trae la sua origine da due parole greche: "oros" il cui significato letterale è montagna e "ganos" che invece significa splendore. Deduciamo quindi che la parola origano può essere tradotta con "splendore della montagna", pensando anche al decoro che questa pianta porta con i suoi fiori colorati all'aspetto delle zone montagnose.
    La pianta dell'origano può raggiungere i 70/80 centimetri di altezza, ha foglie ovali leggermente dentellate e i suoi fiori sono raggruppati in pannocchie di un gradevole colore bianco rosa; il suo frutto invece si presenta sottoforma di una capsula di colore scuro. Dell'origano vengono utilizzate le foglie e le sommità raccolte in estate durante la fioritura.
    Le principali sostanze che compongono l'origano sono rappresentate da: grassi, carboidrati, fibre zuccheri, proteine, acqua; tra i minerali presenti nell'origano troviamo il potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, ferro e zinco.
    Le vitamine sono invece rappresentate dal Retinolo ( vitamina A), Riboflavina, Tiamina, Niacina e Acido folico( gruppo B); in quantità minori troviamo anche le vitamine C, D, E e K. Buona anche la presenza in percentuale degli aminoacidi e lipidi che vanno a completare la composizione dell'origano.

    La pianta dell'origano è considerata una spezia ricca di proprietà terapeutiche in grado di apportare significativi benefici ad alcune patologie; la sua composizione, in termine di principi attivi, varia in funzione del periodo in cui l'origano viene raccolto. In linea generale possiamo affermare che i principi attivi maggiormente responsabili delle proprietà medicinali dell'origano sono i fenoli, in particolare il timolo e il carvacloro; il primo è un antisettico e vermifugo, mentre il secondo è un antisettico che viene molto utilizzato come ingrediente di prodotti venduti in profumeria.
    L'origano presenta diverse proprietà terapeutiche tra le quali, le più significative sono quelle analgesiche, antisettiche, coadiuvanti nel processo digestivo, calmante per la tosse, attenuante per i dolori intestinali.
    E' recente la notizia, stando a studi condotti da ricercatori svizzeri e tedeschi, che una sostanza contenuta nell'origano, il beta-cariofillene, ha la capacità di curare le infiammazioni.

    Olio essenziale di Origano

    L'olio essenziale di origano si ricava dalle foglie della pianta e rappresenta una buona alternativa al trattamento medicinale nei confronti di alcune infezioni batteriche; ricercatori americani hanno dimostrato che l'olio essenziale è in grado di ridurre le infezioni allo stesso modo degli antibiotici. Allo stesso tempo è confermata la sua attività benefica nei confronti dei parassiti intestinali e anche del fungo Candida albicans.
    Significativa la sua azione calmante nei confronti degli attacchi di tosse con conseguente eliminazione del catarro.

    L'olio essenziale di origano è quindi consigliato a chi ha problemi derivanti dalla bronchite, a chi ha problemi di digestione e dolori a livello intestinale; ottimo anche per massaggi anticellulite.
    Una goccia di olio essenziale può essere impiegata per la preparazione di tisane con
    proprietà digestive.

    L'olio essenziale di origano è impiegato in aromaterapia, ma può avere azione irritante sulla pelle e sulle mucose; per questo motivo va utilizzato solo previa prescrizione medica.


    Edited by Lottovolante - 1/1/2011, 20:50
     
    .
  11. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA SALVIA








    La SALVIA ?n arbusto suffrutice sempreverde appartenente alla famiglia delle Labiatae.


    Come si presenta
    I fusti sono eretti, di sezione quadrangolare e ramificati, e possono raggiungere i 60-70cm di altezza. Le foglie sono di forma lanceolata, picciolate, persistenti e tormentose. I fiori sono blu violetto ed appaiono dalla primavera all?estate, raccolti in spighe terminali. Originaria della zona mediterranea, si trova spesso negli orti e meno di frequente allo stato selvatico. E' molto amata dalle api e il polline entra nella composizione del miele.


    Gli USI

    E' una preziosa pianta aromatica il cui principio attivo si ricava dalle foglie . Le foglie vengono raccolte a partire da luglio, fino a giugno, mentre le infiorescenze vengono essiccate all'ombra e conservate in sacchetti di tela o carta. Le foglie vengono anche conservate fresche in vasetti di vetro riparati dalla luce.


    CURE COLTURALI

    La salvia una pianta rustica, che si adatta anche a zone a clima rigido. Nonostante questo ama il sole e la troviamo prosperosa in luoghi caldi e riparati. Non necessita di terreni particolarmente ricchi, infatti la troviamo rigogliosa anche su suoli poveri e calcarei. In primavera va concimata con fertilizzante ternario.
    Si riproduce per talea, margotta o divisione in cespi: tale pratiche si svolge in autunno.
    Un po' di STORIA..

    Nota sin dall'antichità per le proprietà salutari, tanto che il suo nome deriva dal latino salvus che significa sano, proprio a rivelare la sua capacità di salvare e guarire.

    I Galli la consideravano una pianta in grado di guarire tutte le malattie, tanto che i druidi la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento e il parto. Le era attribuito anche il potere di resuscitare i morti ed entrava come in gradiente in numerosi incantesimi.

    I Romani la consideravano una pianta sacra, e per questo si pensava che potessero raccoglierla solo pochi fortunati, abbigliati in modo particolare e dopo avere fatto sacrifici.

    Un trattato che si data nel medioevo recita che "Il desiderio della Salvia di rendere l'uomo immortale" e pare che in un antico erbario si racconti che quando la Vergine Maria dovette fuggire col Bambino chiese aiuto a tutte le erbe, e solo la salvia le dette riparo sotto il fogliame e la difese dagli uomini di Erode. Per questo Maria, grata alla pianta, le disse che per l'eternita'sarebbe stata la preferita dagli uomini perchè li avrebbe salvati da qualsiasi malattia e anche dalla morte.

    Molto apprezzata dai Cinesi che la ritenevano capace di donare la longevita nel 1600 un cesto di foglie di salvia veniva scambiata dai mercanti olandesi .
    Nella medicina popolare, nel medioevo, la usavano come cicatrizzante su ferite e piaghe difficili da rimarginare e le si attribuivano poteri magici per cui la troviamo nelle pozioni afrodisiache e nei riti magici.


    PROPRIETA' terapeutiche

    Le proprieta della salvia sono disparate e note da tempo: dalla pianta si ricava l'olio essenziale, tannini, saponosidi e colina.

    Ha proprietà antinfiammatoria, balsamica, digestiva, espettorante.
    E anche chiamata Estrogeno naturale perchè cura sia le sindromi mestruali dolorose che i disturbi legati alla menopausa: per le signore che vivono questo delicato momento colto efficace contro le noiose "caldane".

    E' anche indicata contro la ritenzione idrica, gli edemi, la gotta, i reumatismi e le emicranie. Chi la raccomanda contro le gengiviti, la carie, gli ascessi e le affezioni alla gola, tra cui la afonia.

    E' antidiabetica, depura il sangue, serve contro i sudori notturni e la successiva debolezza e contro le punture di insetti. Guarisce le ferite, ne arresta il sangue e ne accelera la cicatrizzazione.


    In COSMESI

    Con la salvia si puo' preparare un ottimo dentifricio o piu'semplicemente si possono strofinare i denti con una foglia fresca. Risciacqui di infuso di salvia ridonano ai capelli il colore scuro. Le vaporizzazioni al viso e le lozioni a base di salvia sono astringenti e detergenti.

    Tonico astringente alla salvia
    - 4 cucchiai di salvia essiccata e di alcool etilico - un pizzico di borace - 3 cucchiai di amamelide- 10 gocce di glicerina
    Macerare la salvia nell'alcool per due settimane e filtrare. Sciogliere il borace nell'amamelide e aggiungervi l'alcool. Unire la glicerina e travasare in una bottiglia con tappo sotto vuoto. Agitare prima dell'uso.

    La salvia impiegata per fabbricare saponi, detersivi, creme, lozioni e profumi. Con le foglie di salvia nell'acqua si fa un bagno odorato.


    In ERBORISTERIA

    Si utilizza sotto forma di Infuso, Decotto, Tintura e Olio essenziale. Essendo un erba potente, non va assunta in quantit?er lunghi periodi.


    In MEDICINA

    Nei casi di irritazioni e di infiammazione delle gengive e della bocca in genere, soprattutto nel mal di gola occorre fare sciacqui, lavaggi, gargarismi con un infuso cos reparato: 4 g. di salvia in 100 ml. di acqua.

    Per combattere stati depressivi, stanchezze fisiche e mentali l'infuso costituito da: 15-30 g. di foglie di salvia per 1 l. d'acqua. Occorre prenderlo prima di andare a letto o nei momenti di crisi.
    L'infuso di semi di salvia toglie corpi estranei dagli occhi.


    Quando rimanete senza voce...

    Fate bollire per 5 minuti una grossa manciata di foglie di Salvia in circa ½ litro di acqua. Filtrate e fate intiepidire, aggiungete 2 cucchiai di miele e 1 cucchiaio di aceto, mescolate e travasate in una bottiglia di vetro che potete conservare alcuni giorni in frigorifero. Usate l'infuso per fare gargarismi.


    VINO alla SALVIA

    Potete preparare un eccellente vino per rimettere in forze un convalescente o come tonico e stimolante della digestione: fate macerare otto giorni 100 gr di foglie e fiori essiccati in un litro di vino o, se lo avete, di Marsala. Un bicchierino dopo i pasti


    In CUCINA

    In cucina si usano le sue foglie fresche o essiccate per insaporire primi piatti, secondi di carne e pesce, focacce e torte salate. Il fumo di Salvia elimina odori di cucina e di animali.


    Le RICETTE:

    Frittelle di salvia

    Una ventina di foglie di salvia grosse e sane
    Farina 200 gr. c.a
    Acqua minerale gasata fredda q.b.
    Sale
    Olio per friggere

    Preparare la pastella con la farina, l'acqua e un pizzico di sale. Lavare e asciugare delle foglie di salvia fresche e grandi. Quando l'olio caldo, intingere le foglie nella pastella, tenendole per il picciolo, e friggerle. Sgocciolarle sulla carta assorbente e spolverare di sale. Servirle calde e fragranti con un buon vino bianco secco e fresco.



    Edited by Lottovolante - 2/1/2011, 12:23
     
    .
  12. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    LA RUTA








    CARATTERISTICHE GENERALI

    La ruta, il cui nome scientifico è Ruta graveolens L., appartiene alla famiglia delle Rutaceae ed è una pianta molto utilizzata come aromatizzante di liquori oltre che per insaporire diverse pietanza. E' una pianta che ha inoltre diverse proprietà terapeutiche.

    La ruta è una pianta erbacea perenne, con fusti erbacei alti fino ad un metro. Le foglie sono tripennate suddivise in lacinie molto profumate. I fiori sono piccoli, poco appariscenti, di colore giallo portati da infiorescenze apicali a corimbo. I frutti sono delle capsule contenenti numerosi semi.

    PROPRIETA'

    La ruta è costituita da: tannini, acidi organici, resine, olio essenziale. Contiene inoltre furocumarine e rutarine, alcaloidi presenti nell?olio essenziale che la fanno classificare come pianta tossica.

    Le sue proprietà sono: emmenagoga, stimolante, rubefacente, antispasmodica intestinale.

    PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA

    Della ruta si utilizzano le parti terminali della pianta più tenere e le foglie raccolte da maggio ad agosto. Si possono utilizzare anche essicate.

    COME SI UTILIZZA

    La ruta per uso medicamentoso viene somministrata quasi esclusivamente esternamente sotto forma di olio e tintura per massaggi per i dolori articolari, nevralgie e crampi.

    In cucina la Ruta deve essere utilizzata con molta moderazione per insaporire varie pietanze e per aromatizzare liquori (soprattutto le grappe).


    CURIOSITA'

    La presenza di ruta in giardino tiene lontane le vipere.

    AVVERTENZE


    E' preferibile non fare in casa dei preparati erboristici a base di ruta in quanto tossica ma utilizzare prodotti già pronti acquistati presso i negozi specializzati.


    Edited by Lottovolante - 3/1/2011, 11:15
     
    .
  13. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    IL TIMO








    NOME SCIENTIFICO:
    Thymus species

    FAMIGLIA:
    Labiate

    DESCRIZIONE:
    Il timo è un arbusto sempreverde particolarmente grazioso e spesso impiegato a scopo decorativo; la sua altezza varia, in relazione alla specie coltivata, da pochi centimetri a più di una trentina; anche il portamento del timo muta e può essere eretto o strisciante. Quest'ultimo si adatta perfettamente alla realizzazione di splendidi tappeti erbosi fitti, colorati e emananti, soprattutto quando li si calpesta, un inebriante profumo di limone, di cumino o di pino, cioè l'aroma tipico della varietà messa a dimora. Il timo può venir coltivato anche in vaso.

    FUSTO:
    Il sottile fusto del timo è di color bruno verdastro e diventa legnoso dal secondo anno d'impianto.

    FOGLIE:
    Le piccolissime foglie, molto aromatiche, possono essere di colore verde chiaro, verde brillante o dorato, ma anche grigio o argento, e talora sono ricoperte da peluria.

    FIORI:

    I fiori sono raccolti in piccole spighe e hanno colori che variano dal bianco al cremisi passando per la gamma del rosa e del lilla.

    HABITAT:
    Questo arbusto è tipico dell'area mediterranea nella quale aleggia il suo piacevole profumo; predilige un terreno ben drenato, leggero, anche arido e un po'alcalino.


    COLTIVAZIONE:

    ESPOSIZIONE:
    Come la maggior parte delle aromatiche il timo ama molto il sole.

    RIPRODUZIONE:
    Il metodo più semplice di moltiplicazione consiste nella divisione dei cespi o nella talea che si può staccare in ogni periodo dell'anno, tranne che in inverno.

    CRESCITA:
    Tra una pianta e la successiva è consigliabile lasciare almeno una ventina di centimetri; in estate inoltre è bene procedere spesso a una leggera potatura per mantenere i cespi compatti.

    RACCOLTA:
    Le foglie vanno asportate quando la pianta è in fiore e l'aroma è massimo.

    CONSERVAZIONE:
    Gli steli tagliati devono venir essiccati all'ombra, in un ambiente secco e ventilato; in questo modo manterranno a lungo intatto il caratteristico stimolante profumo.


    PROPRIETA':

    IN CUCINA:
    L'aroma del timo comune è apprezzato da tempo immemorabile, in quanto eccita l'appetito e favorisce la digestione dei grassi. Le foglie di timo si usano soprattutto con le carni e il pollame, ma insaporiscono vantaggiosamente anche i piatti a base di pesce.

    BELLEZZA:
    Il timo ha un elevato potere detergente per cui chi soffre di acne dovrebbe sciacquare la pelle, dopo il consueto lavaggio, con un'infuso di timo.

    SALUTE:
    Per le sue proprietà antisettiche il timo è ritenuto un buon battericida naturale e può venir applicato, come cicatrizzante, su piccole ferite o affezioni della pelle, dopo essere stato frullato e trasformato in impiastro. Il timo possiede anche ottime proprietà digestive: per ottenere un benefico infuso sarà sufficiente porre un pizzico di foglie in una tazza da tè colma d'acqua bollente; se è necessario addolcire con miele.

    CURIOSITA':
    Nei tempi antichi l'aroma del timo, forse perché tanto intenso e vigoroso, era ritenuto capace di infondere coraggio, quindi i soldati tonificavano il corpo lavandolo con acqua di timo, e rinvigorivano l'animo bevendo tisane di timo.
    Le leggende narrano che, grazie al suo profumo, il fiore del timo sia il preferito dalle fate, e la realtà afferma che, per la stessa caratteristica, è molto amato dalle api.


    Edited by Lottovolante - 4/1/2011, 12:00
     
    .
  14. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    IL BASILICO








    NOME SCIENTIFICO:
    Ocinum Basilicum

    FAMIGLIA:

    Laminacee

    DESCRIZIONE:
    Pianta annuale,erbacea e talvolta arbustiva

    FUSTO:
    Eretto, ramificato in alto, cresce a cespugli frondosi alti 40 - 50 cm.

    FOGLIE:
    Di colore verde brillante e piuttosto carnose, sono ovali con i margini dentellati; la superficie è glabra e lucida, talvolta bollosa.

    FIORI:Piccoli, profumati con i boccioli biancastri, in mazzi circolari di sei, posti al di sopra di una coppia di piccole foglie; la corolla è di colore biancastro o rosa; fioriscono a tarda estate.

    FRUTTI:I semi sono lunghi 1 mm, di colore marrone scuro contenuti a gruppi di quattro nelle corolle dei fiori. HABITAT:
    Originaria di paesi tropicali come Asia ed Africa, la pianta fu importata dai Romani. Per la sua origine tropicale è sempre coltivata e non si naturalizza mai. E’ perenne nelle regioni sub-tropicali.


    COLTIVAZIONE:

    ESPOSIZIONE:
    Soleggiata/ l’esposizione in piena luce, aumentando la traspirazione, aumenta la “forza” del suo profumo. Proteggere dal vento, gelo e sole meridiano bruciante.

    RIPRODUZIONE:
    Seminare preferibilmente da Febbraio - Marzo (quando la temperatura non scende più sotto i 10 - 12 °C) in luoghi riparati; passato il rischio del gelo, o comunque quando le piante hanno emesso 4 - 5 foglie, trapiantare in vasi o terreno a 30 cm di distanza l’una dall’altra.

    CRESCITA:
    La pianta ha esigenza continua di elementi fertilizzanti e umidità nel terreno, che però non va innaffiato troppo in quanto le piantine sono soggette a marciume: bagnare a mezzogiorno, non di sera: spruzzare le foglie con acqua calda. Si coltiva bene in casa.

    RACCOLTA:
    Le foglie si raccolgono da Maggio a Settembre, mano a mano che raggiungono la loro massima dimensione, recidendole alla loro inserzione sul fusto. Le sommità fiorite si raccolgono in Luglio - Settembre, tagliando il fusto con le forbici, due o tre foglie al di sotto dell’inflorescenza; per prolungare la fase vegetativa della pianta sopprimere le inflorescenze mano a mano che si formano.

    CONSERVAZIONE:
    Congelare o essiccare le foglie in luogo ben aerato e in ombra (da evitare accuratamente il sole). Prima di congelare, pennellare i due lati con olio d’oliva. Conservare le foglie intere in olio d’oliva con sale in vasi di vetro o porcellana al riparo da luce ed umidità. Conservare sott’olio o aceto.

    PROPRIETA':
    Digestive, antispasmodiche, aromatiche, antinfiammatorie.

    IN CUCINA: Indispensabile nei piatti mediterranei. Si addice molto bene a pomodori, zucche, zucchini, Fagioli, funghi, insalate di riso; il suo aroma è abbastanza forte da competere con l’aglio, e insieme formano la classica salsa genovese “al pesto”. La foglia fresca ha un profumo dolce ottima per esaltare il sapore dei pomodori freschi e dell’olio d’oliva. La cottura ne esalta il gusto forte; largamente usato anche nella preparazione di conserve e liquori.

    BELLEZZA:

    L’infuso fresco di foglie e fiori di Basilico è ottimo per un bagno ristoratore.

    SALUTE:
    Usato nella pratica erboristica per stimolare i processi digestivi e per attenuare i crampi allo stomaco sottoforma di decotto. Se lasciato a macerare nel vino per qualche ora, risulta un ottimo tonico; l’olio essenziale di basilico alleggerisce la fatica mentale.

    CURIOSITA':
    Il Basilico è una pianta aromatica originaria delle zone calde dell’Asia e dell’Africa. Il nome deriva dal greco “Basilikòs”, che significa “regale”, ad indicare che questa era già considerata nell’antichità come la “regina delle erbe”. Racconti leggendari descrivono la tomba di Cristo Risorto arricchita da numerose piantine di Basilico, che ancora oggi vengono disposte ad ornare gli altari delle chiese ortodosse..Largamente utilizzata in cucina per aromatizzare pietanze o conserve, il Basilico si racconta abbia anche altri poteri: considerata un potente talismano, i contadini messicani portavano sempre qualche foglia con sé per “attirare” il denaro o ancora per attirare la persona amata: la pianta era sacra alla dea dell’amore. Altra proprietà particolare del Basilico è quella di tenere lontane le mosche: per questo motivo si usa collocare i vasi di questa pianta sui davanzali delle finestre.


    Edited by angy33 - 5/1/2011, 18:26
     
    .
  15. angy33
        Like  
     
    .

    User deleted



    L' ANICE VERDE








    Le proprietà culinarie e salutistiche di questa pianta erano già conosciute dagli antichi greci ed egizi i quali usarono la pianta per trattare problemi digestivi e per alleviare il mal di denti.
    Un medico e botanico spagnolo tradusse le opere di Discoride il quale per l'anice scrisse che "risana l'alterazione e il cattivo odore dell'alito".

    L'Anice è una pianta erbacea, originaria del Mediterraneo orientale, alta fino a 80 cm della famiglia delle Umbelliferae, con fusto eretto e fiori bianchi riuniti in infiorescenze umbrelliformi.

    Il frutto è un achenio fortemente aromatico.
    La pianta fiorisce nei mesi di luglio e agosto.

    Parti utilizzate :

    Si utilizzano i frutti (detti erroneamente semi).

    Tempo balsamico :


    Fine agosto- inizio settembre.

    Composizione :

    Le sue proprietà riguardano sopratutto l'olio essenziale presente nei frutti, ricco in anetolo e carvacrolo.

    Sono presenti, inoltre anche dei flavonoidi, furocumarine, steroli e proteine.

    Preparazione e uso :


    •Infuso: si prepara con un cucchiaino (circa 3 g) di frutti per 1 tazza d'acqua.
    •Olio essenziale
    •Estratto secco: l'estratto secco dei frutti si trova spesso sotto forma di capsule.

    Proprietà salutistiche :

    L'anice ha azione carminativa, aperitiva, tonificante dello stomaco e digestiva.

    Insieme al finocchio e al cumino entra nella composizione delle piante regolatrici dell'attività gastrointestinale.

    Agisce come espettorante sull'apparato respiratorio facilitando l'eliminazione del muco.

    Sulle ghiandole mammarie esercita un'attività galattogena (aumentando la produzione del latte).


    Edited by Lottovolante - 7/1/2011, 13:18
     
    .
42 replies since 21/12/2010, 18:48   10537 views
  Share  
.