La musica afro-americana

Cantare per resistere

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    La musica nel presente

    jazzl


    Alle origini del jazz


    La parola jazz, di origini e significato incerti, appare per la prima volta nel 1913, quando un giornale di San Francisco, utilizza proprio il termine per indicare una forma musicale. Naturalmente però, il jazz non spunta all’improvviso, ma si sviluppa sulla base di diverse tradizioni preesistenti, a volte anche molto lontane fra loro. Semplificando un po’, possiamo dire che esso deriva dalla confluenza di tre elementi fondamentali:
    - il canto dei neri che vivevano nel sud degli Stati Uniti
    - il blues
    - il ragtime

    jazzband



    A New Orleans nascono le prime forme di jazz


    Alla fine del secolo scorso, la città di New Orleans era una delle più importanti degli Stati Uniti. Grazie alla sua posizione sul fiume Mississipi, era infatti diventata un centro commerciale e un punto di incontro fra varie culture. Molti ex schiavi si ritrovarono a New Orleans e nel quartiere dei divertimenti alla periferia della città (il famoso Storyville) svilupparono le prime forme di jazz.
    Sorsero le prime orchestrine, le cosiddette brass band, che sfilavano per le strade di New Orleans nei giorni di Carnevale, accompagnavano le manifestazioni elettorali, seguivano i funerali e riaccompagnavano i parenti e gli amici del defunto alla fine della cerimonia.

    1jazz



    Le brass band erano complessi strumentali che eseguivano pezzi di carattere bandistico o ragtime. Dopo il 1865, infatti gli ex schiavi avevano cominciato a utilizzare regolarmente gli strumenti musicali, in particolare cornette, trombe, clarinetti, tromboni, basso-tuba e tamburi, che erano stati abbandonati dai soldati sudisti in fuga ed erano perciò facilmente reperibili. Le formazioni che suonavano nei locali notturni di Storyville, invece, usavano spesso strumenti difficili da trasportare, come il pianoforte e si basavano soprattutto sulla tradizione blues.

    jazzbandnw



    Louis Armstrong - Muskrat Ramble





    L’improvvisazione caratterizza la musica jazz


    La maggioranza dei musicisti che componevano le prime brass band non sapevano leggere la musica. Quasi tutti quindi, suonavano “a orecchio” e spesso, soprattutto durante gli assoli, variavano la propria parte improvvisamente, seguendo l’estro del momento.
    L’improvvisazione diventa immediatamente una delle caratteristiche della musica jazz: il jazz infatti è una musica “fatta sul momento”, non destinata a essere scritta e quindi il musicista può operare con grandissima libertà.
    Il jazzista è quindi esecutore e compositore al tempo stesso e se noi ascoltassimo molte versioni dello stesso brano suonate dai medesimi musicisti, esse sarebbero sempre diverse l’una dall’altra.

    Cannonball Adderley - Work Song





    L’età del jazz


    Gli anni venti sono noti negli Stati Uniti come “l’età del jazz”, a indicare l’importanza di questo tipo di musica e il suo successo presso tutti gli strati sociali.
    Le conseguenze di questo successo, ben presto, influirono sulla natura stessa del jazz: le band si arricchiscono di nuovi timbri e i solisti acquistano maggiore importanza che in passato.
    Nasce inoltre, un genere musicale derivato dal blues: il boogie-wogie.


    Le band si arricchiscono di nuovi strumenti


    americanjazzband



    Dagli anni venti nei gruppi jazz vengono introdotti nuovi strumenti musicali: cornetta o tromba, clarinetto, sassofono e trombone costituiscono la sezione melodica; pianoforte, banjio o chitarra, basso-tuba o contrabbasso costituiscono la sezione ritmica, insieme naturalmente alla batteria.
    Alla tromba, lo strumento con il suono più potente e squillante, è in genere affidata la melodia principale; il clarinetto, più agile, esegue invece dei veloci passaggi virtuosistici. (M.@rt)

    Miles davis et John Coltrane - So what







    Edited by Milea - 13/6/2014, 16:37
     
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    La musica nel presente

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    swingi



    Nel corso degli anni Trenta si diffuse il cosiddetto swing ( dondolare), termine col quale si volle sottolineare uno degli aspetti più caratteristici del jazz, vale a dire l’esecuzione con un ritmo vario e fluttuante, tipico appunto di chi suona improvvisando. Proprio dallo swing dipese la sostanziale impossibilità di trascrivere con precisione sulla carta il jazz così come avveniva per gli altri tipi di musica. Lo swing infatti è una caratteristica ritmica che nasce istintivamente durante l’esecuzione e che perderebbe tutta la sua spontaneità, se venisse fissata nelle battute e sui pentagrammi.



    Sempre nel corso degli anni Trenta il jazz continuo a essere coltivato anche da artisti bianchi come il clarinettista Benny Goodman (1909-1986), che nel 1934 fondò un’orchestra di grande fama, anche se nello stesso tempo allontanò il jazz dalle sue più autentiche radici popolari negre, facendolo diventare un fenomeno più intellettuale e commerciale.



    Da qui la differenza con il jazz di un altro musicista, il pianista negro William “Count” Basie (1906 -1984 ), la cui orchestra riuscì a proporre ottime espressioni di swing e di boogie-woogie.

    Negli anni Quaranta si affermò quindi un nuovo stile di musica jazz; si aprì infatti l’era del bebop, o più semplicemente bop, volta a reagire alle facili commercializzazioni; fu una musica di nuovo autenticamente negra, caratterizzata da un ritmo assai sincopato e vario. I suoi migliori rappresentanti furono il sassofonista Charlie “Bird” Parker (1920-1955) e il trombettista Dizzy Gillespie (1917-1993)



    Anche qui i bianchi si inserirono con il loro stile che, in quanto caratterizzato da un’esecuzione distaccata e per niente hot (calda), venne chiamato cool jazz ( jazz freddo) e che vide affermarsi le figure del pianista Lennie Tristano (1919-1978) e del sassofonista Gerry Mullighan (1927-1996).

    Da quest’epoca in poi il jazz si è poi frammentato in un grande intreccio di filoni e di scuole, lo hard bop (bop duro) del sassofonista Sonny Rollins (1927), il funky jazz (jazz grezzo) del batterista Art Blakey (1919-1990), il soul jazz (jazz spirituale) del pianista Horace Silver (1928), il free jazz ( jazz libero) proposto dal sassofonista John Coltrane. (M.@rt)


    Edited by Milea - 13/6/2014, 16:52
     
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    Gli schiavi e i colonizzatori spagnoli e portoghesi

    magiaritmibrasile



    La colonizzazione del Sud America inizio nel 1500 e il nome Brasile (letteralmente “colore della brace e del legno di mogano”, quindi rosso) deriva appunto dal legno dell’albero di mogano, di cui erano ricche quelle terre e che inizia a essere esportato verso la madrepatria. Non trovando quei territori particolarmente ricchi, il Brasile venne trascurato per un po’ di tempo e si colonizzarono altre terre, anche perché altrove era più facile coltivare la canna da zucchero, molto richiesta in Europa.
    I nobili portoghesi si spostarono nel nord-est per coltivare la canna da zucchero e combatterono a lungo con gli Olandesi e gli Spagnoli, che avevano colonizzato le Antille e facevano concorrenza all’industria brasiliana della canna da zucchero.
    All’inizio del Settecento l’economia Brasiliana, con la scoperta di oro e diamanti, si trasformò e la vita degli schiavi peggiorò; vivevano in media trent’anni e, lavorando nelle miniere, si ammalavano di silicosi e malattie polmonari.
    La legge che definitivamente sancì l’emancipazione degli schiavi è del 1889 e scaturì dal rifiuto dell’esercito di inseguire i fuggitivi.

    lerazze



    I Portoghesi e gli Spagnoli non impedirono così ferocemente come gli inglesi, le tradizioni e le usanze africane ( i riti magici) degli schiavi e anzi le loro razze si mescolarono.
    - Mulatti ( bianchi/neri)
    - Mamelucchi ( bianchi/indios)
    - Cafuzo (neri/indios)
    - Negri bianchi (pelle bianca, tratti somatici africani)

    sambay

    “Chi non ama il samba
    non è una buona persona,
    è marcio nella testa o malato nei piedi”



    Il samba è molto di più di un genere musicale: è una cultura di tradizione orale, nella quale si conserva la memoria dei diseredati del “paradiso” tropicale, un ritmo generato da uno dei più straordinari incroci etnici che si siano verificati nella storia del mondo moderno.
    Indios, africani, portoghesi, hanno mescolato le loro nostalgie, ma hanno anche prodotto una speciale sensibilità ritmica capace di stabilire una fortissima empatia collettiva.

    L’origine del samba si perde nel passaggio tra il secolo scorso e quello attuale, proprio come è accaduto per il jazz. E esattamente come il jazz ci sono diverse teorie che spiegano il significato della parola, probabilmente derivata da un termine africano che voleva dire “invito alla danza”. Col termine “samba si designava una danza collettiva mista nella quale il solista chiamava un sostituto all’interno del circolo con un colpo di anca (umbigada). Ma c’è chi ha creato sull’origine del mondo del nome un racconto mitologico. La leggenda ambientata a Bahia, di un padre di famiglia che vuole affrancare i suoi discendenti alla schiavitù, e che viene tradito dal figlio che poi si pente, e a cui durante la cerimonia di riammissione nel clan viene chiesto di donare un’offerta, “Sam!...Ba!…”, paga e ricevi (il perdono).



    Le stesse origini di questa musica si perdono in un analogo intreccio culturale derivato dall’emancipazione degli schiavi neri e dal loro “contatto” con la cultura europea. E le similitudine col jazz, non finiscono qui; anche per Rio de Janeiro, come per New Orleans, c’è di mezzo una piazza, che simbolicamente viene presa come il luogo ideale dove il genere ha preso forma.
    Per New Orleans si parla di Congo Square, per Rio de Janeiro abbiamo Praça Onze.
    Anche questa era una sorta di piccola Africa riprodotta nel nuovo continente e c’erano anche molti neri provenienti da Bahia, la città dove meglio si era preservata l’autenticità ritmica del retaggio africano.


    Fu proprio una donna baiana, la leggendaria Tia Ciata, in una casa onorata dal culto degli dei del candamblè, a propiziare la formalizzazione “d’autore” della musica che molto probabilmente si suonava già nelle strade.


    In quella casa fu scritta Pelo telefone, la prima canzone incisa su disco,nel 1917, alla quale, non senza accesi dibattiti, sia stata data l’attribuzione di samba.



    Accanto a Praça Onze c’era il quartiere Estacio, ritenuto la vera culla della musica brasiliana. Lì vissero molti degli interpreti e degli autori che hanno sviluppato il samba e lì fu fondata la prima “scuola di samba”. Naturalmente bisogna considerare la decisiva importanza del carnevale; per cinque giorni, dal venerdì al martedì grasso, tutto il paese vive una sorta di esplosiva e liberatoria follia collettiva. Ma il carnevale non è solo una festa; molti brasiliani lavorano tutto l’anno per prepararsi all’evento e fra i molti aspetti positivi, c’è la regola che impone alle “scuole” che sfilano di presentare nuove musiche, il che comporta ovviamente una stimolazione continua alla produzione di nuovi pezzi. Su queste musiche si sono spesso esercitati i migliori compositori del Brasile. A partire dagli anni Venti, quando il samba comincia a dominare i festeggiamenti del carnevale, fino a oggi, c’è stato uno sviluppo crescente. Per avere un’idea più poetica, ma anche più profonda e realistica di quello che è il samba e il carnevale rappresentavano per il popolo brasiliano, c’è voluto molti anni dopo, il film Orfeo Negro di Marcel Camus.



    Ancora oggi, attraverso il lavoro svolto negli anni, il samba mantiene elementi di continuità con le origini: è allo stesso tempo la musica del popolo e l musica dei più raffinati autori brasiliani. Un grande universo musicale che non smette di vivere, entusiasmare, scorrere nel corpo della cultura brasiliana come una vena piena di linfa rigogliosa e vitale. (M@rt)


    Edited by Milea - 13/6/2014, 16:58
     
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    Nel recinto magico del candomblè

    candomble



    Musicalmente il samba è caratterizzato dal costante impiego della sincope. Il gioco degli accenti sottintende il movimento fisico, che si trasforma in suono e viceversa; è una concezione spaziale espressa dal gingado, che non è soltanto dondolio e ancheggiamento, ma vera e propria dimensione musicale, paragonabile allo swing della musica afro-americana. Le origini di questo distillato di cultura afro-brasiliana sono strettamente legate all’ambiente conviviale delle case sulle colline della zona nord di Rio.
    Il terriero (spiazzo, cortile), ma soprattutto recinto magico nel quale si svolge il rituale del candomblè, è stato il luogo di aggregazione dei protagonisti del samba di inizio secolo. Da questo laboratorio ritmico, una élite proletaria di negri e mulatti, prevalentemente analfabeti, ha saputo creare una musica, che scendendo dai morros (colline) ha progressivamente conquistato tutto il Paese.


    Il candomblé è una religione monoteista, ossia crede in un solo Dio, Olorum, che mischia riti indigeni, credenze africane e Cristianesimo; consiste nel culto degli Orixa, associati ciascuno ad un elemento naturale, sono divinità create da lui per aiutarlo nella creazione del mondo e in tutto quello che esiste. Per poter occultare le loro pratiche, gli africani identificarono i loro orixás con i santi cattolici, riuscendo così a passare inosservati. Col tempo però i vari elementi si fusero in un unico corpo dando luogo, gradualmente, al candomblé che conosciamo oggi, chiamato anche Batuque.

    tcandomble



    Indica al contempo "danza" e "luogo della festa": perché il candomblé si celebra danzando, al ritmo incessante e coinvolgente degli atabaques. Gli strumenti usati sono appunto gli atabaques (ossia i tamburi che possono essere di vario tipo), l'agogô, due campanelle di ferro sovrapposte che si percuotono con un bastoncino e la cabaça, una zucca svuotata. Si svolge in un terreiro, termine che significa "terra battuta" poiché normalmente la cerimonia si svolgeva in luoghi poveri e privi, appunto, di pavimento; in un vi è l'orchestra e nell’altro angolo viene preparato l'altare dove sono predisposte le raffigurazioni degli orixás di tipo africano e dei santi cattolici.

    orixas1



    I percussionisti, che invocano i vari dei con i loro ritmi, hanno un ruolo importante in questi riti. I medium ballano seguendo questi ritmi e indossano gli emblemi degli Orixá. Entrambe le parole derivano da lingue della famiglia Bantu. In particolare la parola Candomblé sembra significare “danze di negri”, ed è anche il nome di un antico strumento. (M@rt)


    religionmp



    Edited by Milea - 13/6/2014, 17:04
     
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    capoeira


    “ È defesa, ataque, ginga do corpo e malandragem…
    capoeira! “



    capoeira2



    La capoeira (pronuncia: capuéra) è un'arte marziale brasiliana creata dai discendenti di schiavi africani nati in Brasile, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti, per questo spesso scambiata per una danza.

    La storia della capoeira è molto complessa e difficile da tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti.
    La capoeira è, nella sua origine, una lotta di liberazione dissimulata nella danza, in un gioco di arguzia. Affonda le sue origini nelle tecniche di lotta tribali dell'Africa centro-occidentale, ma si sviluppa in Brasile durante l'epoca coloniale, quando vi vennero deportati gli schiavi africani.

    La tradizione vuole che gli schiavi di origini africane si esercitassero nella lotta con l'intento di conquistare la libertà; l'apparenza di danza tribale li avrebbe messi al sicuro dalla punizione dei padroni. L'origine del suo nome è incerta; si cerde che derivi dal nome del capotribù della fazione di schiavi che riuscì a fuggire liberandosi dalla schiavitù e a formare una comunità che col tempo divenne un villaggio nascosto nelle foreste amazzoniche che secondo fonti storiche incerte prese poi anch'esso lo stesso nome, appunto Capoeira.

    capoeirai



    I primi documenti che parlano di capoeira risalgono al 1624, si tratta di diari dei capi di spedizione incaricati di catturare e riportare indietro gli schiavi neri che tentavano di scappare. Questi documenti fanno riferimento ad uno strano modo di combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali indomabili".

    A partire dal 1814 la capoeira venne vietata agli schiavi, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per impedirne l'aggregazione, anche se alcune fonti dicono che questa forma di arte marziale ha continuato ad esistere e svilupparsi fino ai nostri giorni.

    Il 1888 fu l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma gli schiavi liberati non ebbero modo di integrarsi facilmente nel tessuto socio-economico. La capoeira fu presto associata alla delinquenza di strada, tanto da venire proibita a livello nazionale già dal 1892. La pratica della capoeira rimase clandestina (da questo deriva l'uso per ogni capoeirista di un apelido, un soprannome), spesso violenta e praticata solo nelle strade da individui malfamati, schedati appunto dalla polizia come capoeiras.

    La capoeira è divisa in diversi stili: la capoeira Primitiva, la capoeira Angola, la capoeira Regional, la capoeira Estilizada, la capoeira Contemporanea.
    Elemento comune a qualsiasi stile di capoeira è la musica.
    Il ritmo del berimbau (lo strumento simbolo della capoeira) scandisce ogni fase del gioco nella roda (il cerchio di persone che si forma attorno ai due capoeiristi che stanno giocando).

    birimbau



    Esistono tipi di gioco diversi a seconda del ritmo infatti attraverso la musica i suonatori possono modificare il gioco, comunicare messaggi al pubblico e ai giocatori.
    Negli anni '30 Mestre Bimba aprì la sua palestra di capoeira come attività culturale (la sua Académia si chiamava "Centro de Cultura Fisica e Regional Baiana"), perciò la sua capoeira fu denominata "Regional".


    capoeira1



    Nel 1930 la politica nazionalistica del presidente/dittatore Getúlio Vargas, in cerca di una attività da promuovere come sport nazionale, dette l'opportunità a Mestre Bimba di riscattare la capoeira con lo stile di "Lotta Regionale di Bahia", da lui ideato. Nel 1932 gli venne permesso di aprire la prima academia nella quale impose anche delle regole di disciplina per ripulire la cattiva immagine che l'opinione pubblica aveva della capoeira. Dopo una pubblica esibizione di Mestre Bimba e dei suoi allievi finalmente lo sport ebbe il suo riscatto, e cominciò la sua lenta ascesa. Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano.





    La roda



    La roda di Capoeira è un circolo di persone al centro del quale si gioca la capoeira. I capoeristi si dispongono in circolo battendo i palmi delle mani al ritmo del berimbau e cantando mentre due capoeristi giocano al centro del circolo. Il gioco tra due capoeristi può terminare a seguito di un cenno del suonatore del berimbau (solitamente un capoeirista esperto) o quando qualche altro capoeirista "compra" il gioco ad uno dei due, col quale inizia a giocare.
    La grandezza della roda può variare da un diametro di tre metri fino a un diametro di più di dieci metri, e può essere formata da una dozzina di capoeristi come da più di cento.
    Normalmente il gioco inizia ai piedi del berimbau. La roda si può formare in qualsiasi luogo, in ambienti chiusi o all'aperto, sul cemento, sull'asfalto, sulla terra, sulla sabbia, per strada, in spiaggia in campagna, in palestra. Affinché si formi una roda è necessaria la presenza di un'orchestra di strumenti (batteria).


    capoeira2



    La roda di capoeira è un microcosmo che riflette il macrocosmo della vita e del mondo. Gli elementi che la caratterizzano sono la malizia, il rispetto, la responsabilità, la provocazione, la competizione, la libertà, ma ogni gioco è diverso dagli altri e in ognuno si ritrovano elementi più marcati rispetto ad altri.
    Il gioco di capoeira può durare pochi secondi o alcuni minuti a seconda del numero di capoeristi che vogliono giocare. Durante i combattimenti più lunghi capita che un capoerista richieda una pausa girando nella roda, dopo due o tre giri i capoeristi ritornano ai piedi del berimbau e riprendono a giocare.






    Le regole



    Il berimbau Berra-boi detta la modalità del gioco e di solito viene assegnato al capoeirista più anziano presente nella roda. Lo stile, il rituale del gioco dipende della conoscenza e approfondimento del praticante nei "fondamentos"(es. fondamento tecnico, fondamento storico e fondamento musicale). Con il berimbau, tramite un ritmo specifico, si può formare la roda, far iniziare il gioco, far uscire della roda, interrompere il gioco e terminare la roda. Per questa ragione si dice che il berimbau comanda la roda.

    Quando la batteria di strumenti al completo sta suonando il ritmo "Angola" e il solista canta una "ladainha" poi passa alla "louvaçao" e di seguido al "corrido" e quando si sente - Ie vamo s'imbora - oppure - Ie volta do mundo - si entra in roda in coppia a partire dal berimbau e si comincia a giocare. Si esce dalla roda quando uno dei due giocatori fa capire di non volere continuare a giocare, o quando il berimbau lo comanda. In questo caso subentrano altri due giocatori (sempre passando dal berimbau).

    Certi ritmi del berimbau permettono il gioco di compra (inserirsi in mezzo ai due giocatori nella roda per prendere il posto di uno dei due). Un giocatore stanco può chiedere all'altro di fare assieme a lui un giro defaticante della roda per recuperare le energie, ma in realtà spesso si tratta di "imboscate" in cui si rischia di essere colpiti a sorpresa.

    Riguardo al contatto dipende del ritmo suonato al berimbau. Alcuni ritmi non permettono il contatto (es. Banguela, Iuna, jogo-de-dentro) altri invece lo propongono proprio (es. Sao Bento di Bimba, Sao Bento Grande) Ma quando si tratta di un gioco realizzato tra amici fra i giocatori non esistono regole specifiche. Tutto dipende dal contesto e dall'abilità e intenzioni dei giocatori.
    Spesso i colpi non vengono portati al bersaglio: se un giocatore viene sorpreso scoperto, il colpo viene accennato per dimostrare che lo si sarebbe potuto colpire, se il giocatore è coperto non si tenta di portare il colpo a segno forzando la sua difesa. In entrambi i casi quindi non si avrà contatto fisico. Questa non è una regola.

    Comunque molto spesso un giocatore molto più abile dell'altro si accontenta di mostrare la sua superiorità senza colpire fisicamente, magari ironizzando sull'avversario, facendo acrobazie o mostrandosi scoperto per poi reagire in modo fulmineo ad un tentativo di attacco (un esempio di malandragem).


    capoeira1

    L’abbigliamento


    L'abbigliamento della capoeira è caratterizzato da pantaloni chiamati Abadà , che favoriscono i movimenti del capoeirista; nella Capoeira Angola i colori predominanti sono il bianco (tradizionale), nero e il giallo (erano i colori della popolare squadra di calcio Ypiranga, di cui il Mestre Pastinha era tifoso); nella Capoeira Regional, invece, il colore predominante è il bianco, in ricordo degli abiti da festa della domenica.


    capoeirah



    Edited by Milea - 13/6/2014, 17:16
     
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    Percussioni
    come voci dialoganti






    Il samba è un'attitudine che prescinde dallo strumento musicale: basta il battito delle mani a scandire il ritmo. Qualunque oggetto però può essere percosso, sfregato, agitato, per mettere in moto quest'arte di arrangiarsi e la retorica sambista ha elevato la caixinha de fosforos (scatola di fiammiferi) a simbolo bamba, come un vero e proprio sonaglio dei poveri con cui dimostrare la propria abilità.
    L'apparato poliritmico è composto da numerosi strumenti a percussione che rapppresentano altrettanti voci dialoganti. Essi discendono prevalentemente da atabaques e chocalhos utilizzati in cerimonie e rituali magico-religiosi delle comunità di origine africana.

    atabaques




    Gli atabaques sono tamburi rituali percossi con le mani, ad una sola membrana, e suddivisi in tre misure, che nel lessico del candomblè sono rum (grande), rumpi (medio), lé (piccolo) e che vengono decorati con i colori delle rispettive divinità alle quali i rituali rendono omaggio.



    strumentimusicali



    Il samba è una polifonia di impulsi percussivi caratterizzati da una grande varietà di timbri, che corrispondono ai principali arnesi sonori tradizionali.

    Chocalho

    chocalho



    Chocalho: è un idiofono ricavato da una zucca o da altro materiale, che viene riempito da piccoli corpi come semi, grani, sassolini etc... che permettono al sonaglio di funzionare. il nome generico si trasforma nelle numerose varianti della nomenclatura onomatopeica a seconda delle regioni e dei materiali di costruzione.


    Cuica

    cuica



    E' uno strumento a frizione detto anche ronca o roncador, introdotto in Brasile dai negri dell'Angola o del Congo. E' costituito da un'asta di legno fissata al centro di una membrana di pelle, che si friziona con la mano bagnata o un panno umido. La cuica viene utilizzata soprattutto nel samba carnevalesco per la sua capacità espressiva.


    Agogò

    agogo



    L'agogo è composto da due specie di campane tubolari, originario della Nigeria si è diffusosi in Brasile con lo stesso nome e a Cuba con il nome di ogàn o ekón.
    È formato da due o più campane di ferro senza batacchio di dimensioni conico allungate e grandezze diverse, unite alla base da una connessione che funge anche da impugnatura. Lo si suona reggendolo in mano (per attutire le vibrazioni) e percuotendolo con il lato di una bacchetta in legno o in ferro alla ricerca dei punti di migliore sonorità. Il ruolo principale di questo strumento è l'esecuzione di una frase ritmica invariata chiamata generalmente chiave, che serve a dare il ritmo sul quale si basa l'andamento generale di una danza.
    Utilizzato originariamente nel rituale del candomblè e nella capoeira, la sua inconfondibile voce acuta oggi marca incessantemente il ritmo del samba.


    Reco-reco

    recoreco



    Il reco-reco chiamato anche ganza o caracaxa è un legno di bambù con degli intagli trasversali e viene frizionato con un bastoncino; l’origine del nome è onomatopeica e sta solo ad indicare il suono emesso dallo strumento. Da semplice strumento folkloristico è divenuto uno dei protagonisti delle musiche carnevalesche.


    Tamborim

    tamburinsmall



    Il tamborim è un piccolo tamburo a cornice, percosso da una bacchetta di legno, utilizzato nelle batucadas, in origine danze drammatiche, balli e cortei carnevaleschi di origine europea e africana, e insostituibile animatore del samba.

    Caixa

    caixax



    E' un tamburo cilindrico a due membrane di origine europea; è percosso da due bacchette e prima di entrare nell'esercito ritmico del carnevale, era già utilizzato in numerose danze popolari di origine portoghese.


    Pandeiro

    pandeirosmall



    Il pandeiro è un tamburo medio a cornice provvisto di cimbali doppi di metallo, infilati nei bordi di legno. Sembra giunto al samba attraverso il pastoril, la rappresentazione popolare di origine portoghese, legata alla Natività e ai canti eseguiti davanti al presepe. Viene percosso con il palmo della mano e con le dita. E’ uno degli strumenti musicali principali nella capoeira, ma soprattutto indispensabile nei ritmi samba e pagode.


    drumsambapercussionsurd






    Surdo

    Il surdo è un grosso tamburo
    di legno o di metallo
    con la pelle su entrambi i lati;
    può essere suonato
    con i mallet in una mano
    e le dita
    e il palmo dell'altra mano;
    è molto usato
    nel samba.










    Berimbao (o birimbao)


    Il berimbao (arco musicale) è uno strumento a corda percossa di origine africana, composto da un arco di legno, lungo da 1,3 a 1,6 metri (ma ve ne sono anche di più lunghi), a seconda della estensione musicale dello strumento, che tende una corda metallica. Deve il suo nome al legno brasiliano denominato Biriba, oggi in estinzione, con il quale veniva e viene tuttora prodotto.


    birimbau



    Una zucca secca e cava (detta cabaça) funge da cassa di risonanza; è retto con la mano sinistra in posizione verticale (con l'arco rivolto verso il corpo del suonatore) mentre la mano destra mantiene un caxixi e una bacchetta di legno (vareta o baqueta).
    Quest'ultima è usata per percuotere la corda; allontanando e avvicinando la zucca al corpo, il suonatore può amplificare o attutire il suono chiudendo o meno l'apertura della cabaça. Una moneta (detta dobrão) o una pietra levigata tenuta fra l'indice e il pollice della mano sinistra può essere accostata o meno alla corda in modo da variarne l'ampiezza di vibrazione e, quindi, cambiare il suono prodotto dallo strumento.

    Si possono distinguere tre tipi di berimbau, a seconda dell'altezza del suono prodotto: "viola", "medio" e "gunga", che producono rispettivamente un suono acuto, intermedio e grave. Quest'ultimo, generalmente il più grande dei tre, viene spesso considerato strumento "sacro". Nella Capoeira il gunga può essere suonato solo da un musicista particolarmente importante (per esempio un maestro) o da chi ne riceva il permesso dal maestro.




    Per ciò che riguarda gli strumenti melodici, il posto più importante spetta al violão, la chitarra di origine iberica. Nella terra carioca la chitarra ha incontrato un vasto spazio come interprete perfetta della Saudade. Oriunda della Spagna, è divenuta lo strumento padrone di Rio. Strumento prediletto per l'accompagnamento del canto, è l'artefice della modernizzazione del samba, sublimato nella stilizzazione della bossa-nova.



    Particolarmente interessante dal punto di vista timbrico e virtuosistico, è il ruolo giocato dal caraquinho, una piccola chitarra a quattro corde di origine portoghese, utilizzata principalmente nello choro, assieme alla chitarra e al flauto, e di conseguenza nel cosiddetto samba-choro, caratterizzato da un consistente sviluppo della parte strumentale. (M@rt)




    Edited by Milea - 13/6/2014, 17:27
     
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