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William Turner Ulisse schernisce Polifemo (Ulysses deriding Polyphemus) 1829 Olio su tela 132,5 x 203cm National Gallery - Londra
Il dipinto che secondo John Ruskin è il “quadro centrale della carriera di Turner”, venne esposto alla Royal Academy nel 1829. L’opera si basa su una serie di schizzi eseguiti durante il soggiorno romano e dell’esperienza italiana ha la forza dirompente della luce.
Di fatto è il primo quadro nel quale l’artista abbandona completamente i toni scuri a favore di una gamma di colori chiari esasperatamente abbaglianti, e in cui la storia mitologica è più che mai occasione per esibire il prepotente scatenarsi della natura.
Il soggetto epico si presta a simile rappresentazione; Turner, che amava particolarmente il testo omerico, si attenne fedelmente alla versione inglese dell’Odissea e come ebbe a notare ancor Ruskin, la scena e le figure mitologiche offrono gli spunti necessari per esaltare le forze degli elementi.
La natura vulcanica attribuita nel XVIII secolo a Polifemo, che si contorce e forma un unico corpo mostruoso con la montagna, è simboleggiata dal fumo che scaturisce da questa; le Nereidi sono i flutti stessi intorno alla nave; nel cielo “uno dei più belli che siano mai stati dipinti” (Walker), la luce irradia dal basso a ventaglio e i cavalli del carro del Sole, che l’artista deriva da un’incisione dei rilievi del Partenone, apparivano secondo Ruskin, con una “sagoma fiammeggiante mentre balzavano nel cielo e scuotevano le criniere creando bagliori di nubi scarlatte”. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 30/12/2022, 14:00
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