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Lottovolante.
Volarono
Di sopra dune in branco pavoncelle
Volarono e, quella sera, troppo vitrea,
Si ruppe con metallici riflessi
A lampi verdi, turchini , porporini.
Pavoncelle calate qui ,
In Sardegna svernato, l'altro giorno.
Le odo, mentre camminano non viste,
Che, frugando se capiti un lombrico,
Per non smarrirsi, di già è buio, stridono.
Tornate al nido, all'alba domattina,
Lo troveranno vuoto,
E la prima dozzina degli ovetti
Scovati «< Zitti!» « Piano! ») dai monelli,
Si porta in bicicletta a Guglielmina ,
È Primavera.
Il brano riproduce parte di un articolo che il poeta, Giuseppe Ungaretti, ha dedicato agli stessi temi rappresentati in questo testo poetico.
« Vedete quel branco di pavoncelle che poco fa svernavano in Sardegna?
Le vedete uscire verso notte di sulle dune appartate dove riposavano?
Vedete quel lampo di fili metallici, azzurri, fiammanti, verdi che mette il loro volo nella porcellana del tramonto?
Le sentite, ora che' è notte, stridere per chiamarsi mentre camminano sul prato in cerca di vermi?
Povere mamme, quale sorpresa, quando si farà giorno, tprnando a casa. Non troveranno piu le loro uova.
Le prime scoperte verranno offerte alla Regina, e credo, come augurio della primavera!».