GIUSEPPE UNGARETTI: sentimento di un uomo

Poesie di Giuseppe Ungaretti - 08/02/1888 – 01/06/1970

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  1. Lottovolante
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    I Fiumi


    Mi tengo a quest’albero mutilato
    abbandonato in questa dolina
    che ha il languore
    di un circo
    prima o dopo lo spettacolo
    e guardo
    il passaggio quieto
    delle nuvole sulla luna

    Stamani mi sono disteso
    in un’urna d’acqua
    e come una reliquia
    ho riposato

    L’Isonzo scorrendo
    mi levigava
    come un suo sasso.
    Ho tirato su
    le mie quattro ossa
    e me ne sono andato
    come un acrobata
    sull’acqua.

    Mi sono accoccolato
    vicino ai miei panni
    sudici di guerra
    e come un beduino
    mi sono chinato
    a ricevere
    il sole

    Questo è l’Isonzo
    e qui meglio
    mi sono riconosciuto
    una docile fibra
    dell’universo

    Il mio supplizio
    è quando
    non mi credo
    in armonia.

    Ma quelle occulte
    mani
    che m’intridono
    mi regalano
    la rara
    felicità

    Ho ripassato
    le epoche
    della mia vita.

    Questi sono
    i miei fiumi

    Questo è il Serchio
    al quale hanno attinto
    duemil'anni forse
    di gente mia campagnola
    Il mio padre e mia madre.
    Questo è il Nilo
    che mi ha visto
    nascere e crescere
    e ardere d'inconsapevolezza
    nelle estese pianure.
    Questa è la Senna
    e in quel suo torbido
    mi sono rimescolato
    e mi sono conosciuto.
    Questi sono i miei fiumi
    contati nell'Isonzo.
    Questa è la mia nostalgia
    che in ognuno
    mi traspare
    ora ch'è notte
    che la mia vita mi pare
    una corolla
    di tenebre.

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    Tra lo squallore e la desolazione del paesaggio carsico, il fiume acquista un altissimo significato. In quelle limpide onde il poeta trova ristoro e sente che la sua personalità viene plasmata, purificata dal contatto con esse. Il fascino della lirica è nella felice compenetrazione dell'uomo nella natura e nel convergere dei ricordi, legati ad altri fiumi, tutti raffigurati dal simbolico Isonzo. Suggestiva è l'ampiezza di respiro a cui si accorda il ritmo di ogni verso.
     
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