TOUR DE FRANCE 2014: altimetria, percorso, tappe [FOTO]

Al via 22 squadre, 198 corridori, 17 italiani. Niente abbuoni

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  1. Lottovolante
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    4^ TAPPA
    Kittel fa tris. Nibali resta in giallo, Froome finisce a terra.


    Nel giorno del ritorno in Francia, a Lille si impone ancora il tedesco. Il britannico cade proprio alla vigilia della temuta tappa del pavè.

    C'è un momento in cui la persona più ricercata del Tour è Madame Florence Pommerie. E' lei, in quanto medico della corsa, che analizza in anteprima il fianco sinistro di Chris Froome, il cui primo strato di pelle è un ricordo. Nel giorno del rientro in Francia, la caduta del britannico fa notizia quasi come lo sprint vincente del tedesco Marcel Kittel, che anche senza la nettezza dei giorni precedenti, cala un tris di straordinario spessore. Chris Froome nella prima parte di tappa va a terra senza preavviso, giù talmente veloce che il tonfo ha la meglio sul riflesso. "Sono solo delle escoriazioni, poi per capire le conseguenze ci vuole un po' di tempo...", spiega il medico alla tv francese, affannata a caccia di notizie. Froome indubbiamente torna a pedalare bene, ma la donna Florence ha ragione. Ci vuole un po' di tempo e si avvicina minacciosa la tappa indigesta ai big, ben oltre la sofferenza - a volte piacevole - di Alpi e Pirenei, quella del pavè sulla via della Parigi-Roubaix. In pratica, le escoriazioni potrebbero essere psicologiche, c'è il precedente del Giro del Delfinato, perso dal campione uscente del Tour de France proprio anche per un brutto capitombolo. Staremo a vedere...


    Intanto Nibali conserva una maglia gialla sempre più fiammante. Magari la cederà strategicamente sul pavè, dove l'importante sarà non correre troppi rischi, per ora se la tiene senza eccessivi patemi. Contribuisce a ciò anche l'assortimento della fuga di giornata. Appena due uomini. Uno è lo spagnolo Mate Mardones (Cofidis), l'altro è l'immancabile francese Thomas Voeckler con la sua galleria di smorfie. Hanno un distacco enorme in classifica dalla maglia gialla: l'Astana di Nibali non si deve dannare troppo l'anima, lasciando il compito di gestire alle squadre dei velocisti. Non mancano tuttavia momenti di pathos: Kwiatkowski rimane dietro per un frazionamento del gruppo, una fregatura per Renshaw, velocista dell'Omega, che vede energie preziose dei compagni gettate nel peraltro riuscito inseguimento. Come sempre al Tour, dunque frazione non banale. Altro dato, non c'è Andy Schleck per i postumi della caduta: in tempi non lontani l'organizzazione avrebbe gridato alla disdetta, stavolta visto il livello espresso dal lussemburghese, il colpo è più assorbibile. Si parte la Le Touquet-Paris-Place, costa evidentemente incantevole se dai 6.000 abitanti d'inverno arriva a toccare i 250.000 con il caldo. In passato il Tour ci è arrivato due volte: nel 1971, con Merckx in giallo, vittoria italiana con Mauro Simonetti, cinque anni dopo podio nobile con il successo di Freddy Maertens. Dopo 163 km si arriva a Lille, per due volte, vista la logistica, apertura assoluta della corsa. Viene ricordato ancora il prologo di venti anni fa, vinto dal britannico Chris Boardman con una media record di 55,152. Tornando alla fuga, Voeckler la conclude da solo, vista la foratura del compagno di avventura. A gruppo compatto, altro inconveniente: Sagan finisce a terra e spende molto per rientrare. Comunque lo slovacco c'è, come a conti fatti ci sono gli Omega per Renshaw e i Lotto, che continuano a tirare inutilmente per un Greipel in ombra. Ma le energie sono quelle che sono, i treni si sfaldano. Ne rimane in piedi uno, minimo, della Katusha: Porsev tira la volata a Kristoff, il re della Sanremo. Il norvegese però resta troppo presto al vento. Ha tanto vantaggio, gli basta contro tutti tranne uno: Marcel Kittel, che lo passa, anche se senza la solita tirannia: "Dall'ultima curva sino alla fine ho dato tutto quello che avevo - spiega il vincitore - ma per lo sforzo non riuscivo nemmeno a vedere il traguardo...". Ora la parola passa al pavè. Cancellara dice che non vede l'ora. Probabile anche Nibali, Contador, Froome non vedano l'ora, ma che finisca... Timori dei quali di fa portavoce proprio la maglia gialla. "Il pavè con la pioggia sarebbe veramente difficile e insidioso, mi auguro che faccia almeno bel tempo - spiega Nibali -. Ci sono molti corridori che cercheranno di prendere la maglia gialla come Peter Sagan e Fabian Cancellara. Tutti gli uomini di classifica, me compreso, non hanno esperienza sul pavè non avendo partecipato alla Parigi-Roubaix o al Giro delle Fiandre, anche solo una foratura potrebbe costare minuti. Ci vuole una grande capacità nel guidare la bici e nel tenere sotto controllo tutto, specialmente il terreno". Sulla caduta di Chris Froome: "Per i tapponi di montagna sarà al 100%, non so esattamente la gravità delle escoriazioni che ha riportato.

    ORDINE D'ARRIVO DELLA QUARTA TAPPA

    1. Marcel Kittel (Ger, Giant) in 3h36'39"
    2. Alexander Kristogg (Nor, Katusha) s.t.
    3. Arnaud Demare (Fra, Fdj) s.t.
    4. Peter Sagan (Svk) s.t.
    5. Bryan Coquard (Fra) s.t.
    6. Andrè Greipel (Ger) s.t.
    7. Mark Renshaw (Aus) s.t.
    8. Danny Van Poppel (Ned) s.t.
    9. Davide Cimolai (Ita) s.t.
    10. Daniel Oss (Ita) s.t.

    CLASSIFICA GENERALE

    1. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) in 17h07'52"
    2. Peter Sagan (Svk, Cannondale) a 0'02"
    3. Michael Albasini (Sui, Orica) s.t.
    4. Greg Van Avermaet (Bel) s.t.
    5. Alberto Contador (Esp) s.t.
    6. Alejandro Valverde (Esp) s.t.
    7. Christopher Froome (Gbr) s.t.
    8. Jurgen Van Den Broeck (Bel) s.t.
    9. Bauke Mollema (Ned) s.t.
    10. Jakob Fuglsang (Den) s.t.
     
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