TOUR DE FRANCE 2014: altimetria, percorso, tappe [FOTO]

Al via 22 squadre, 198 corridori, 17 italiani. Niente abbuoni

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  1. Lottovolante
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    5^ TAPPA
    Nibali incanta sul pavè. Contador perde terreno, Froome si ritira.


    Il siciliano non solo consereva la maglia giaiia, ma aumenta notevolmente il margine sullo spagnolo e gli altri rivali per il podio.

    Da Squalo a leone. Vincenzo Nibali si esalta, ci esalta. Nella tappa del pavè, temuta e rispettata, amata o odiata, il siciliano compie un capolavoro. La sua maglia gialla lorda di fango è il simbolo di una classe immensa: solo chi ne ha tanta può interpretare alla perfezione quella sorta di danza macabra sulle pietre verso Arenberg, senza averlo mai fatto prima. Vince l'olandese Lars Boom, ma questo con tutto il rispetto è un particolare secondario. Il primo attore è Nibali, che infligge una severa lezione agli altri pretendenti al podio di Parigi: Alberto Contador, Alejandro Valverde, Talansky, tutti più o meno messi in riga. Non c'è invece più Froome, altro fatto sensazionale di giornata: il keniano bianco cade ancora e dice basta. E questa è un'altra svolta del Tour. Il cammino è ancora lunghissimo, ma ora Vincenzo Nibali - forte di una squadra estremamente competitiva - potrà lasciare agli altri la prima mossa. Del resto, andare o meno alla Roubaix è una scelta, saltare sulle pietre sconnesse proposte dal Tour è una severa imposizione. Lo si evince dall'inquietudine, evidente nello sguardo tetro dei corridori. Non sfugge alla regola Chris Froome, solo che lui al pavè neanche ci arriva: cade ancora, come nella tappa precedente. Due volte, la seconda è il segnale della resa. Sale in ammiraglia con tutto il suo carico di amarezza, accerchiato dalla sorte, attanagliato dall'inconscio senso di colpa per aver silurato il baronetto Bradley Wiggins dalla formazione per la Francia. Chris Froome in macchina è l'immagine più cruda della giornata. Tanto pavè, temuto dai big molto più di Alpi o Pirenei. Questione di caratteristiche e carattere. Francesco Moser ad esempio vi trovava l'habitat naturale, mentre nell'ultimo dei grandissimi di Francia, Bernard Hinault, tra l'altro nel comitato organizzatore, quelle pietre scatenavano disgusto. Il Tasso ci ballò sopra solo per una questione d'onore, ma una volta conquistata la Parigi-Roubaix (dopo essere andato per terra cinque volte e finito per campi), si affrettò a dichiarare - parola mantenuta - che non ci avrebbe messo più ruota.


    La realtà di questa 'piccola Paris-Roubaix' va però oltre la mente perversa degli organizzatori. I nove settori di pave vengono ridotti subito a sette, e il motivo non è sollievo: c'è pioggia a catinelle, a Orchies e Mons-en-Pévèle diventa fango. Come se non bastasse, un vento freddo spazza l'anima dei corridori, e il sapore epico della sfida viene esaltato. Ironia della sorte, per trovare una Roubaix con tale clima da tregenda bisogna tornare alle primavere di oltre 10 anni fa (la più drammatica quella vinta nel 2001 da Servais Knaven), mentre i vari Cancellara, Sagan, gli specialisti più accreditati, l'Inferno del Nord se lo sono fatto sempre respirando quintali di polvere. Stavolta è peggio per tutti: impossibile cercare rifugio ai bordi allagati della strada, correre al centro, i sassi li senti tutti. E ovviamente, colpi di scena a ripetizione. Contador e Valverde nel secondo settore di pavé (Pont-Thibault) vanno in affanno. Nibali gli sta davanti, rischia parecchio in qualche circostanza ma non resta mai solo. Fattore non casuale, visto che Westra (compagno del siciliano) entra nella prima fuga di giornata per tornare utile al momento giusto, e con lui c'è anche un altro Astana Fuglsang. Anche Talansky, altro papabile per Parigi dopo il Delfinato, finisce per terra e insegue. Insomma, tattica e corsa volgono a favore di Nibali. Viene da pensare: Cancellara, Sagan, nel penultimo interminabile settore (3,7 a Hornaing) saranno punti di appoggio fondamentali. Macchè? I due vanno in affanno sotto le tirate di Westra e Fuglsang, poi - ma questa è una supposizione - non si danno il benché minimo vicendevole aiuto in nome di antichi rancori. E' così che Nibali gli rifila un minuto, pilotato sapientemente da Fuglsang, poi aspetta con il cronometro in mano: Talansky, Valverde e Mollema dietro due minuti e mezzo, Contador quasi tre. Il Tour è ancora agli albori, ma... "Oggi è stata una giornata tremenda, ho preso anche io diversi rischi. Ora ho bisogno di un po' di riposo. Almeno tre volte ho rischiato di andare per terra, con un po' di abilità e di fortuna invece sono rimasto sempre in piedi. Tutto è andato bene: la squadra ha portato avanti una buona tattica e il mio compagno Fuglsang è stato stupendo". Sul ritiro di Froome: "Purtroppo il Tour e il ciclismo sono fatti anche di queste cose. Adesso ho un buon vantaggio in classifica generale, ma il Tour è ancora lungo e difficile...".

    ORDINE D'ARRIVO DELLA QUINTA TAPPA

    1. Lars Boom (NED-Belkin)
    2. Jakub Fugslang (DEN-Astana) a 19''
    3. Vincenzo Nibali (ITA-Astana) a 19''
    4. Peter Sagan (SVK-Canondale) a 1'01''
    5. Fabian Cancellara (SUI-Trek) a 1'01''
    6. Jens Keukeleire (BEL-Orica) a 1'01''
    7. Michal Kwiatkowski (POL-Omega Pharma) a 1'07''
    8. Lieuwe Westra (NED-Astana) a 1'09''
    9. Matteo Trentin (ITA-Omega Pharma) a 1'21''
    10. Cyril Lemoine (FRA-Cofidis) a 1'45''

    ...

    37. Alberto Contador (ESP-Tinkoff) a 2'54''

    CLASSIFICA GENERALE

    1. Vincenzo Nibali (ITA-Astana)
    2. Jakub Fugslang (DEN-Astana) a 2''
    3. Peter Sagan (SVK-Cannondale) a 44''
    4. Michal Kwiaktowski (POL-Omega Pharma) a 50''
    5. Fabian Cancellara (SUI-Trek) a 1'17''
    6. Jurgen Van den Broeck (BEL-Lotto) a 1'45''
    7. Tony Gallopin (FRA-Lotto) a 1'45''
    8. Richie Porte (AUS-Sky) a 1'54''
    9. Andrew Talansky (USA-Garmin) a 2'05''
    10. Alejandro Valverde (ESP-Movistar) a 2'11''

     
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30 replies since 4/7/2014, 22:32   374 views
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