TOUR DE FRANCE 2014: altimetria, percorso, tappe [FOTO]

Al via 22 squadre, 198 corridori, 17 italiani. Niente abbuoni

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  1. Lottovolante
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    8^ TAPPA
    Nibali da leader: Contador lo attacca, ma resiste in giallo.


    Nella prima frazione sui Vosgi, con arrivo in salita, vittoria del francese Blel Kadrid.

    Un continuo scambio di sguardi, scatti, tattica, personalità. Vincenzo Nibali lega la sua ruota a quella di Alberto Contador, alla fine lascia qualche secondo (tre per la precisione), ma esce bene dalla prima insidia in montagna. E' iniziata la grande sfida, tecnica e piscologica, tra la maglia gialla e lo spagnolo. L'occasione è il primo arrivo in salita, nel week end lungo sui Vosgi che culminerà nel giorno della Bastiglia con il temutissimo arrivo a Planche des Belles Filles. Tre Gpm: il pistolero sui primi due prepara il terreno facendo tirare i suoi della Tinkoff Saxo. Majka, Rogers, Roche, tutti danno tutto. Gente di classifica paga: Talansky, Kwiatkowski, van den Broeck, Valverde (venti secondi per l'asturiano, a cui la tappa peraltro si addiceva). Il pistolero alla fine porta il duello sul piano preferito, l'uno contro uno: si volta, scruta Nibali e ne viene scrutato. Il siciliano affianca il rivale, si confronta anche sul piano dei nervi. Tre secondi finali che non incidono: è sostanziale parità, è chiaro che ormai il Tour va verso un dualismo.


    La lotta per la maglia gialla non deve comunque oscurare l'impresa di giornata. A Gerardmer, bella vittoria di Blel Kadri, un francese dal sangue algerino, che coglie in solitario la più bella vittoria della carriera. Scorrendone il palmares, la precedente da notizia era stata la Roma Maxima dello scorso anno, famosa per l'esultanza da secondo di Pippo Pozzato, ignaro di averlo davanti. Inizia quindi all'insegna dello spettacolo una tre giorni che per il Tour è uno dei tanti tuffi nell'antico. I Vosgi infatti sono le prime salite serie inserite nella storia di una Grande Boucle che all'epoca, tra strade sterrate e biciclette pesanti quanto macchine, ne aveva bisogno fino ad un certo punto. Era il 1905, fu affrontato il Ballon D'Alsace: dominò Renè Pottier, i cui tendini ne uscirono massacrati al punto tale da costringerlo al ritiro. Era un Tour atipico - valeva la classifica a punti e non a tempo - che finì per sorridere ad un francese dal baffo stile Belle Epoque, Louis Trousselier, capace in quell'anno magico di vincere anche la Parigi Roubaix. Stavolta comunque niente Ballon D'Alsace, ma tre GPM da non sottovalutare nel finale, in rapida successione. Col de la Croix des Moinats, la più lunga (7.6 km al 6% di pendenza media), Col de Grosse Pierre e Côte de La Mauselaine breve ma tosta con il picco del 13%. Un luogo, quello d'arrivo, che piaceva particolarmente ad Abel Hugo, il fratello di Victor, che la definì la 'perla dei Vosgi'. La tappa si presta a situazioni parallele. Chi entra nelle fuga dei fuori classifica ha grosse chance di allargare il margine ed arrivare. E' anche per questo che tutti tentano, e la prima ora passa a 51 di media. Una bagarre dalla quale escono uomini lontani da Nibali ma con un palmares niente male: sono Sylvain Chavanel (che al Tour ha già vinto), Kadri, Yates (uno dei giovani più interessanti del panorama), Petit, e il vincitore dell'ultima Roubaix, Niki Terpstra. Vanno d'accordo fino alla prima salita, poi ognun per sè. Per loro e per il gruppo, anche la marcia di avvicinamento non è una passeggiata: il cielo scarica per vari tratti secchiate d'acqua, vista la temperatura non certo da canicola del Tour, una complicazione in più. Chavanel è quello che accende la miccia, ma Kadri è quello che ne ha di più. Lo salva una buona gamba ed un bel margine sul gruppo maglia gialla, altrimenti, cosa puntualmente accaduta ai compagni di fuga, non potrebbe resistere al ritmi imposto da Contador. A fine tappa, Nibali ci tiene a spiegare anche quei tre secondi: "Nel finale ho sbagliato il rapporto, era troppo duro. E così ho perso l'attimo. Contador ha preso in mano la corsa nelle ultime due salite, si capiva che volava fare qualcosa. Gli ultimi 1800 metri erano più adatti a lui che a me, io ho parlato con Scarponi e stavo bene. Ed ho cercato di controllare". Nessuna sorpresa comunque per l'attacco dello spagnolo: "Ci si aspettava un Contador così, pronto a guadagnare secondi dove può. Per la vittoria finale però non è una corsa a due. Porte era appena dietro di noi, qui era l'ultimo uomo di Froome e sta pedalando bene. Ho visto bene anche Valverde, anche se era un po' indietro: questi sono corridori che tengo in considerazione". E' mancata un po' la squadra della maglia gialla: "Paghiamo anche le ultime giornate, in cui si è lavorato tantissimo. Kangert ha aspettato Fuglsang, che è pur sempre il secondo in classifica, e con me davanti c'era Scarponi. Stiamo cercando di gestire bene queste tappe, domenica ce n'è un'altra molto dura".

    ORDINE D'ARRIVO DELL'OTTAVA TAPPA

    1. Blel Kadri (Fra, Ag2R) in 3h49'28"
    2. Alberto Contador (Esp, Tinkoff) a 2'17"
    3. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) a 2'20"
    4. Richie Porte (Aus) a 2'24"
    5. Thibaut Pinot (Fra) a 2'28"
    6. Jean-Christophe Peraud (Fra) s.t.
    7. Alejandro Valverde (Esp) a 2'36"
    8. Tejay Van Garderen (Usa) a 2'40"
    9. Romain Bardet (Fra) a 2'48"
    10. Sylvain Chavanel (Fra) a 2'54"

    CLASSIFICA GENERALE

    1. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) in 33h48'52"
    2. Jakob Fuglsang (Den, Astana) a 1'44"
    3. Richie Porte (Aus, Sky) a 1'58"
    4. Michal Kwiatkowski (Pol) a 2'26"
    5. Alejandro Valverde (Esp) a 2'27"
    6. Alberto Contador (Esp) a 2'34"
    7. Roman Bardet (Fra) a 2'39"
    8. Rui Alberto Costa (Por) a 2'52"
    9. Bauke Mollema (Ned) a 3'02"
    10. Jurgen Van den Broecke (Bel) s.t.

     
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