TOUR DE FRANCE 2014: altimetria, percorso, tappe [FOTO]

Al via 22 squadre, 198 corridori, 17 italiani. Niente abbuoni

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  1. Lottovolante
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    12^ TAPPA
    Kristoff batte Sagan. Nibali mantiene la maglia gialla.


    A Saint Etienne il norvegese si impone allo sprint sullo slovacco, giunto all'ennesimo piazzamento.

    Stavolta Peter Sagan non ha stremato i suoi per controllare la corsa, altrimenti l'ennesimo secondo posto dello slovacco avrebbe nuovamente amplificato la beffa. A Saint Etienne è sprint, non per tutti visti i quattro GPM, ma comunque per professionisti del settore. Conferma di saper pescare bene in questo 2014 Alexander Kristoff: il norvegese, vincitore della Milano-Sanremo, si porta a casa anche una bella tappa del Tour de France. La sua è una volata rischiosa ma prepotente: non rischia l'imbottigliamento alla transenne, piazza lo spunto ai 200 metri a centro strada e stravince. Lo stesso numero in questo Tour l'aveva fatto a Lille, solo che lì era stato Marcel Kittel (stavolta in ritardo) a rovinargli la festa. Archivia con grande soddisfazione la giornata il nostro Vincenzo Nibali: la maglia gialla si vede poco (in queste frazioni è buona cosa), bada a non commettere errori e mantiene senza patemi il primato. Detto così sembra scontato, ma ad esempio il francese Tony Gallopin, quinto in partenza, esce dai primi dieci. Insomma, la maglia gialla meglio di così non poteva fare visto che da venerdì, con l'arrivo sulle Alpi, saranno inevitabilmente ridisegnate le strategie.


    Proprio nel giorno che precede le Alpi, il Tour si concede un po' di routine. Dopo la partenza da Bourg en Bresse (città giovane ma blasonata della Grande Boucle, vittorie di Hushovd e Boonen), si arriva a Saint Etienne, luogo storico di calcio e ciclismo. I verts sono il club più titolato di Francia (dieci volte campioni), e il Tour nel dopoguerra approda nella città della Loira per la ventitreesima volta. Immancabili i nomi che hanno fatto storia: nel 1980 partì da qui Jop Zoetemelk, il 'quasi' eterno secondo, per la cavalcata verso Parigi nel suo unico trionfo. Ma Saint Etienne è stata soprattutto croce e delizia per Bernard Hinault. Il Tasso era uno che amava stupire, tanto che nel 1978 - primo dei suoi 5 Tour vinti - si impose allo sprint in maglia di campione di Francia. Inoltre, tanto per non farsi mancare niente, nel 1985 (la sua quinta e ultima vittoria), con Lucho Herrera vincitore in maglia a pois, il bretone ebbe la brillante idea di fare lo sprint per il secondo posto sfigurandosi il viso sull'asfalto. Insomma, una volta tanto meglio che i big non cerchino di imitare l'ex fuoriclasse: per loro e squadre annesse, l'unica preoccupazione deve essere quella di mantenere elevato il livello di attenzione. Non a caso, l'Astana di Nibali è nelle prime, ma non nelle primissime posizioni. La tappa la 'fanno' gli altri. La fuga di giornata ha quattro protogonisti: Langveld, Clarke (i più tosti a mollare) Rast e Vachon. Il quinto sarebbe De La Cruz, che però in poche battute si ritrova dall'esaltazione alla polvere: caduta in curva dopo un contatto con Langeveld, violenta spallata sull'asfalto e ritiro. Disdetta imprevista. Annunciata invece quella di Andrew Talansky, che dopo lo stoicismo, apprezzatissimo, del giorno precedente (mezz'ora di ritardo nel dolore), non riesce neanche a partire. A gestire l'inseguimento stavolta niente Cannondale, ma Giant Shimano: Kittel non è uomo giusto, il team cambia tedesco puntando su un Degenkolb in crescendo. L'altra squadra che dà molto è l'Europcar. Preparazione per lo sprint di Coquard o altro? Altro. Attacco classico del team francese, spesso esibito anche al Giro d'Italia. Quemeneur è il 'faticatore', porta fuori Gautier, ma quest'ultimo a sua volta non riesce a scrollarsi di dosso Clarke. Risultato: il gruppo rientra. Greipel si aggancia con Chavanel e deve rinunciare alla volata, la Cannondale almeno negli ultimi 3 km un treno lo abbozza, manca però di compattezza. Chi starebbe messa meglio è l'Omega: l'uomo è Trentin, ma l'italiano nonostante il lavoro di Tony Martin e Kwiatkowski, quando sfida i velocisti puri, ancora non ha il cambio di marcia. Il passo ce l'avrebbe Degenkolb ma resta chiuso. Tutto a vantaggio di Kristoff: il vecchio leone Luca Paolini lo porta fuori, lui ricambia dominando lo sprint. "E' stato un finale molto difficile - analizza Vincenzo Nibali -. La giornata non è stata semplice, a causa soprattutto del gran caldo. Ci stiamo abituando a queste condizioni climatiche, ma è sempre faticoso quando ci sono 30 gradi. Abbiamo comunque controllato bene gli avversari e siamo felici di come è andata oggi". La prima sulle Alpi coinciderà con il centenario della nascita di Gino Bartali: "Ho visto il film della sua vita, ricordo bene le sue gesta, soprattuto quelle relative ai suoi successi qui al Tour. Si tratta di storia, ma per me rappresenta una leggenda, un sogno. Sulle Alpi non sarà facile, bisognerà difenderci, ma speriamo di tenere la vetta della classifica. Confido molto nell'aiuto della mia squadra, soprattutto in Michele Scarponi".

    ORDINE D'ARRIVO DELLA 12^ TAPPA

    1. Alexander Kristoff (Nor, Katusha) in 4h32'11"
    2. Peter Sagan (Svk, Cannondale) s.t.
    3. Arnaude Demare (Fra, FDJ) s.t.
    4. Michael Albasini (Sui) s.t.
    5. Ramunas Navardauskas (Ltu) s.t.
    6. Daniele Bennati (Ita) s.t.
    7. Bryan Coquard (Fra) s.t.
    8. Daniel Oss (Ita) s.t.
    9. Samuel Dumoulin (Fra) s.t.
    10. Josè Joaquin Rojas Gil (Esp) s.t.

    CLASSIFICA GENERALE

    1. Vincenzo Nibali (Ita, Astana) in 51h31'34"
    2. Richie Porte (Aus, Sky) a 2'23"
    3. Alejandro Valverde (Esp) a 2'47"
    4. Romain Bardet (Fra) a 3'01"
    5. Thibaut Pinot (Fra) a 3'47"
    6. Tejay Van Garderen (Usa) a 3'56"
    7. Jean Christophe Peraud (Fra) a 3'57"
    8. Bauke Mollema (Ola) a 4'08"
    9. Jurgen Van den Broeck (Ned) a 4'18"
    10. Jakob Fuglsang (Den) a 4'31"
     
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