L'œil cacodylate (1921)

Francis Picabia - Parigi, Centre Pompidou

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    Francis Martinez de Picabia de la Torre
    (Parigi 1879-1953)

    L'œil cacodylate
    Olio su tela e collage di fotografie, cartoline, ritagli, cm 148,6x117,4
    Parigi, Centre Pompidou


    Su una superficie bianca non preparata, si affastellano senza ordine né gerarchia scritte, ritagli, fotografie; l'unico frammento dipinto raffigura un occhio aperto, cui si riferisce evidentemente il titolo, che campeggia vistosamente in stampatello. Lo spunto deriva da un episodio autobiografico: nel marzo 1921, Picabia guarì da un'infezione all'occhio grazie a un trattamento al sale di arsenico; nei mesi successivi chiese agli amici dadaisti di riempire il resto della superficie con dediche e firme - si legge per esempio il nome di Tristan Tzara - realizzando così un'opera in pieno stile Dada. Il movimento, nato a Zurigo nel 1916, era informato da uno spirito anticonformista, libertario e polemico verso ogni forma d'arte. La ribellione nei confronti della tradizione promossa dal Futurismo veniva portata all'estremo, giungendo a una totale negazione dei canoni di pittura, letetratura, scultura, musica, cinema. Il Manifesto proclamava una "assoluta mancanza di premesse", ma anche una mancanza di programma. Gli aderenti scardinando le prassi più comuni all'elaborazione artistica, miravano alla ricerca di nuove forme d'espressione e alla creazione di un nuovo sistema di immagini completamente privo di regole, rivoluzionando il concetto stesso dell'arte. L'opera del Pompidou giunge alla profanazione dello spazio pittorico e ne destituisce il tradizionale significato. La tela, incorniciata, si fa "opera d'arte" e il suo ideatore si spinge ancora oltre, annullandone i capisaldi di unicità, autenticità, originalità. L'operazione è solo in apparenza banale, come dimostra il ricorso a tecniche diverse, la commistione di linguaggi e la celebrazione del ruolo della casualità. Proprio i fondamenti intellettuali e la provocazione culturale della sua ricerca hanno determinato l'influenza di Picabia - che fu uno degli esponenti più innovativi del gruppo - su gran parte della produzione artistica degli anni '60-'70, dalla pop art all'arte concettuale. (Mar L8v)
     
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