EARTH HOTEL - Paolo Benvegnù [DOWNLOAD-TRACKLIST]

Il cantautore esplora l'amore sotto tutti i punti di vista

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    Paolo Benvegnù
    EARTH HOTEL


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    "Earth hotel" è il nuovo disco di Paolo Benvegnù...

    Arriva a tra anni di distanza dalla pubblicazione del precedente "Hermann". All'interno dell'album sono contenuti dodici brani in cui il cantautore esplora l'amore da diversi punti di vista: l'"Earth hotel", a detta dello stesso Benvegnù, è un luogo a cui tutti apparteniamo e in cui tutti abitiamo e in cui trova posto l'amore in ogni sua declinazione. Alle lavorazioni del disco hanno preso parte, oltre allo stesso Benvegnù (voce, basso, chitarre acustiche ed elettriche, programmazioni, sintetizzatori e cori), anche diversi musicisti quali, ad esempio, Michele Pazzaglia, Luca Baldini, Andrea Franchi e Matteo Carbone. Registrato fra lo studio Jam Recordings e il Farm Studio Factory, "Earth hotel" è stato prodotto da Benvegnù insieme a Michele Pazzaglia.

    TRACKLIST:

    - Nello spazio profondo
    - Una nuova innocenza
    - Nuovosonettomaoista
    - Avenida silencio
    - Life
    - Feed the destruction
    - Stefan Zweig
    - Orlando
    - Divisionisti
    - Piccola pornografia urbana
    - Hannah
    - Sempiterni sguardi e primati

    benvegn

     
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    L'albergo folle di Paolo Benvegnù:
    "Racconto l'umanità sull'orlo del collasso"


    "Per ritrovare me stesso devo abbandonare la logica restando sospeso tra saggezza e crudeltà"

    Earth Hotel. "Un disco nato dal vuoto: un vuoto cercato e atteso come sola possibilità di ritrovarmi. Fino a qualche anno fa sono sempre stato uno arrembante, deciso, uno che a sedici anni aveva perso il padre, lavorava per mantenere una famiglia e che dopo era pure riuscito a fare il musicista sul serio. Uno che credeva di poter fare tutto. Invece la vita mi ha posto di fronte alla necessità di ripartire da capo o quasi". A pochi giorni dall'uscita del suo nuovo meraviglioso album Earth Hotel, il cantautore Paolo Benvegnù ne racconta con inquieta serenità la sua genesi. Una questione privata, prima di tutto. "Una sera a Roma, prima di un concerto, non stavo bene ma sono salito sul palco lo stesso e alla fine mi han ripreso per i capelli. Da lì in poi la mia vita è cambiata, ho avvertito l'urgenza di ripartire dal vuoto, da una sorta di resa che mi facesse spazio intorno. Non passività intendiamoci, ma un diverso spazio di possibilità. E dalla scelta di arrendermi, di subire, ho avuto in cambio conforto e una nuova intuizione per la mia musica ma non solo. Ho imparato a cercare quel vuoto attendendolo, niente a che vedere con slancio vitale, ambizione o desideri. A me che nasco come informatico, questo uscire dalla logica è costato molto, ma il salto nel vuoto ha avviato un vero percorso terapeutico: all'inizio trattare l'ansia con una specie di attesa guidata è stato spiazzante, poi è diventato sempre più naturale".


    Una carriera al di là delle opinioni.

    Musicista di culto, intellettuale autodidatta, raffinatamente onnivoro e mai snob, capace di muoversi fra musica, teatro, scrittura e performance con l'agilità di un timido felino, Benvegnù ha in tasca una storia piena di belle storie. Dalla fulgida parabola alt-rock degli Scisma nei Novanta alle felici collaborazioni con Marco Parente, col Presepe Vivente di Riondino-Bollani e gli Afterhours, dal debutto da produttore nei primi anni zero (poi divenuto attività intensissima: Nordgarten, Perturbazione, Otto P Notri, Magoni-Tavolazzi, Brychan e altri ancora) alle musiche per il Pinocchio della compagnia Mannini-Dall'Orto e l'incontro con Mina (che su Caramelle vorrà incidere la sua Io e te), Irene Grandi, Marina Rei e Giusy Ferreri, fra il 2004 del magnifico Certi piccolissimi film (il cinema è una delle sue grandi passioni) e oggi Benvegnù ha dato alla luce cinque album. Che, insieme agli innumerevoli concerti, gli son valsi premi in abbondanza e l'amore incrollabile dei fan che ne adorano talento e purezza. Cantautore nuovo eppure classico (Life non è forse una toccante, dedica voce e chitarra a Paul McCartney?), Benvegnù è fra quanti han saputo rinnovare la forma canzone rinnovandola sia musicalmente, nel senso di una aerea, ritmata rarefazione, che nei testi, puntualmente giocati su Earth Hotel in forma dialogica fra visione, elusione ed allusione fino ad avvicinare il mistero delle cose. Un altro poeta del nuovo cantautorato italico. Un po', mutatis mutandis, come Parente, Godano, Agnelli. Che ammira senza condizioni: "Ha un'energia vitale fortissima, mi piacerebbe molto lavorare con lui". Curiosa al proposito la convergenza dei due nella forma concept album: un condominio raccontato dai suoi inquilini quello recente di De Leo, i diversi piani di un medesimo hotel per Benvegnù. E non si fatica a vederle come metafore di comunità, entrambe, manco a dirlo, "sull'orlo d'un solitario collasso". "Ci ho messo otto mesi per realizzare Earth Hotel, per cinque dei quali non ho mosso un dito. Mi sono ritrovato a cercare la parte più mostruosa di quel che sono e che potrei essere, quel me potenzialmente aberrante sospeso fra saggezza e crudeltà. Mentre nei dischi fino ad Hermann (il precedente album uscito nel 2011) avevo un obiettivo finale, qui non ce n'è traccia, non a caso le parole e le note che sono finite nel disco le ho incontrate ogni due giorni o tre ore, quando capitava. E di conseguenza ci ho messo quattro mesi prima di sentirmi in grado di fare ascoltare i brani agli altri musicisti, che come al solito ho scelto prima di tutto in quanto esseri umani, come dovrebbe essere per i giornalisti, i medici, i finanzieri eccetera eccetera". Fra loro, oltre ad una elegante sezione archi ed ai soffici, spaziali tappeti di tastiere, c'è Andrea Franchi, vecchio sodale di Benvegnù e jolly di gran pregio. La cui batteria (suona anche basso, chitarre acustiche ed elettriche, synth), insieme a quella elettronica di Ciro Fiorucci e alle macchine di Michele Pazzaglia, intarsia qua e là il beat del disco di un andamento dance, cui fan da contrappunto le prismatiche ballate dell'autore. Dinamica e timbrica cangianti, la tessitura elettronico-acustica dei suoni, le limpide, originali melodie,reagalano ai dodici brano un equilibrio tra misura e arditezza. Una sorta di incantesimo che si rinnova di brano in brano, lampi visivi e visionari che evocano luoghi - da New York a Bangkok, da Vienna a Petropolis - persone, dialoghi impossibili e sogni dimenticati. Ma pure rese dei conti, come la durissima Nuovosonettomaoista che minaccia reclusioni senza ritorno per chi ha lucrato su idee e speranze; apocalissi metropolitane prossime venture, come quelle evocate dalla minacciosa, eppure tenera, Avenida Silencio. Ancora, le malinconiche, lettere a figli mai nati, qual è Una nuova innocenza; le ossessioni esistenziali sul senso della vita contenute in Stefan Zweig e nella straziante Orlando; gli anatemi nichilisti affidati a Feed the Destruction, Divisionisti e Piccola pornografia urbana. Non è un disco per tutti Earth Hotel, non lo si ascolterà mai in un centro commerciale. Ma vale sicuramente la pena entrargli dentro e spremerlo fino in fondo. Non ne usciranno risposte, ma di certo da tanta sofferta bellezza fioriranno domande indispensabili. Perché solo chi ha perso tutto può raccontare che dal vuoto tutto può veramente rinascere.
     
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1 replies since 29/10/2014, 14:28   180 views
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