Golf (Pga Tour) - US OPEN (OAKMONT) 2016 [FOTO]

Le quattro giornate sul percorso dell’Oakmont CC,

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    US OPEN 2016
    Tutti con Matteo Manassero unico italiano in campo


    Matteo Manassero sarà l’unico italiano in gara nell’US Open (16-19 giugno), il secondo major stagionale in programma sul percorso dell’Oakmont CC, a Oakmont in Pennsylvania. Il veronese non vi partecipava dal 2013 e ha trovato posto nel field classificandosi nono nella qualifica disputata al Walton Heath Golf Club in Inghilterra. Difende il titolo Jordan Spieth, numero due mondiale, che non appare nelle condizioni dello scorso anno, ma ciò non lo toglie dal terzetto dei grandi favoriti insieme all’australiano Jason Day, numero uno, e al nordirlandese Rory McIlroy, numero tre. In un evento nel quale si confronta praticamente quasi tutta l’élite golfistica (156 giocatori al via provenienti da 23 nazioni), occorre comunque dar luogo a una prestazione ben sopra le righe per avere la meglio, indipendentemente dalla posizione nel ranking perché la rosa dei possibili vincitori è piuttosto ampia e a volte emergono elementi non molto in alto nelle previsioni della vigilia come è accaduto nel Masters in cui ha avuto partita vinta l’inglese Danny Willett, sorprendendo proprio Spieth e il connazionale Lee Westwood, secondi a tre colpi. Dopo il primo titolo major Willett, nono nel world ranking. è stato molto alterno, uscendo al taglio nel The Players Championship e poi terminando terzo nel BMW PGA Championship. Forma indecifrabile, ma di sicuro una mina vagante. A contribuire allo spettacolo ci saranno gli altri sei giocatori tra i top ten della classifica mondiale: Bubba Watson, Rickie Fowler, Dustin Johnson, lo svedese Henrik Stenson, l’australiano Adam Scott e l’inglese Justin Rose. C’è una certa attesa per Phil Mickelson, apparso su di tono nel FedEx St. Jude (2°), e per Dustin Johnson, quinto nella stessa gara, che magari per una volta potrebbe giocar bene anche in vista del traguardo dove di solito si defila. Sono da seguire anche lo spagnolo Sergio Garcia, il tedesco Martin Kaymer, i sudafricani Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen e, con una certa curiosità, il neo pro Bryson DeChambeau, che disputò un ottimo Masters (21°) proprio prima di cambiare categoria. Non sono al top, ma non si possono non citare, Keegan Bradley, Patrick Reed, Zach Johnson, Matt Kuchar, Jim Furyk, il nordirlandese Graeme McDowell e il giapponese Hideki Matsuyama. Avranno buone sensazioni, anche se probabilmente non hanno la possibilità di imporsi, il sudafricano Ernie Els e l’argentino Angel Cabrera, entrambi vincitori dell’US Open su questo campo, rispettivamente nel 1994 e nel 2007, anno in cui il major vi ha fatto tappa per l’ottava e ultima volta. Il percorso (par 70, yards 7.219), che è molto impegnativo e che sarà naturalmente preparato per mettere in ulteriore difficoltà i concorrenti, ha una prerogativa: la buca 12, par 5 di 632 yard, è la seconda più lunga dove si sia giocato il torneo. Manassero, come detto, torna a disputare un major e questo crediamo che per lui sia già un grosso successo nel cammino che lo sta, sia pure lentamente, riportando ai livelli del passato. Magari senza tanta pressione addosso potrà ulteriormente ritrovarsi. Nel primo giro il veronese sarà sul tee di partenza della buca 1 insieme all’austriaco Bernd Wiesberger e a Daniel Berger, vincitore del St. Jude Classic la scorsa settimana, alle ore 7,40 ora locale.

    Il montepremi è di 10.000.000 di dollari.


    Il torneo su Sky - L’US Open sarà teletrasmesso in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky, sul canale Sky Sport 2 HD, con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 16 giugno e venerdì 17, dalle ore 19 alle ore 2; sabato 18, dalle ore 18 alle ore 1; domenica 19, dalle ore 18 alle ore 1,30. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Nicola Pomponi, Alessandro Lupi, Donato Di Ponziano e di Massimo Scarpa.
     
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    US OPEN 2016
    Pioggia protagonista della 1a giornata


    Il maltempo è stato il protagonista nella giornata iniziale dell’US Open, il secondo major stagionale che si sta disputando sul percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania. Sono partiti solo 78 dei 156 giocatori nel field dei quali appena nove giunti in club house. Nella classifica provvisoria, che ha valore molto relativo, Matteo Manassero, unico azzurro in gara, è al 45° posto con un “+5” maturato dopo 15 buche e con tre a disposizione per migliorarsi. E’ in vetta con “meno 3” Andrew Landry, fermato alla 17ª, seguito con “meno 2” dal campione statunitense Bubba Watson (14ª) e dal neozelandese Danny Lee (13ª). Al quarto posto con 69 Scottie Scheffler e con lo stesso “meno 1” Harris English (12ª), Kevin Streelman (16ª) e l’inglese Lee Westwood (13ª). Sono scesi in campo Jordan Spieth, numero due mondiale e campione uscente, 16° con “+1” alla 11ª insieme a Bryson DeChambeau, e Rory McIlroy, numero tre, 38° con “+4” dopo 13 buche alla pari con gli inglesi Danny Willett (12ª), vincitore del Masters, e Paul Casey (14ª). Debbono iniziare, tra gli altri, il torneo gli australiani Jason Day, leader del world ranking, e Adam Scott, gli statunitensi Phil Mickelson, Dustin Johnson e Jim Furyk, lo spagnolo Sergio Garcia e i sudafricani Ernie Els e Louis Oosthuizen. Si è ritagliato un momento di gloria, nato da cinque birdie e da due bogey, Andrew Landry, ventinovenne di Port Neches in Texas, con un titolo nel Web Com Tour, datato 2015, e solo tre volte al traguardo in undici gare stagionali, un guadagno di appena 69.130 dollari e il 624° posto nella graduatoria mondiale. Cinque birdie e tre bogey nelle quattordici buche di Bubba Watson e per il nostro Matteo Manassero due birdie, cinque bogey e un doppio bogey. Il veronese non partecipava all’US Open dal 2013 e ha trovato posto nel field classificandosi nono nella qualifica disputata al Walton Heath Golf Club in Inghilterra.

     
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    US OPEN 2016
    Dustin Johnson ed Andrew Lardy al comando


    Procede a fatica l’US Open sul percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania, dove anche il secondo giro non è stato portato a termine e con oltre 70 concorrenti che debbono ancora iniziarlo. Nella classifica provvisoria sono al comando Dustin Johnson con 136 colpi (67 69) e Andrew Landry, che invece non si è mosso dalla club house e ha lo stesso “meno 4” dopo il 66 che gli ha dato la leadership al termine del primo turno. E’ rimasto ai box anche Matteo Manassero (76, +6), unico azzurro in gara, ma la sua posizione è progressivamente migliorata, poiché chi era in campo ha sofferto delle condizioni disagevoli di gioco, e si trova al 72° posto. Tra i giocatori che hanno concluso sono dietro a Dustin Johnson, con due colpi di ritardo, Scott Piercy e lo spagnolo Sergio Garcia, quarti con 138 (-2), Daniel Summerhays e l’inglese Andy Sullivan, settimi con 139 (-1). Sono stati fermati lungo il percorso l’australiano Adam Scott, 14° con il par dopo 15 buche, il sudafricano Louis Oosthuizen, 21° con “+1” (15ª),l’australiano Jason Day, leader mondiale, solamente cinquantacinquesimo con “+5” (15ª), l’inglese Justin Rose, 72° con “+6” (16ª), e Phil Mickelson, 93° con “+7” (16ª). Hanno giocato solo 18 buche l’inglese Lee Westwood, terzo con “meno 3” (67 colpi), Bubba Watson, settimo con “meno 1” (69), Jordan Spieth, campione uscente, 29° con “+2” (72), Danny Willett e Paul Casey (75, +3), 55.i come Day, e il nordirlandese Rory McIlroy, 93° (77, +7) insieme al campione statunitens Phil Mickelson. Dustin Johnson ha tenuto una condotta di gara molto saggia, e non poteva essere diversamente, terminando con un parziale di 69 (-1) frutto di due birdie e di un bogey. Matteo Manassero ha segnato due birdie, sei bogey e un solo doppio bogey

     
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    US OPEN 2016
    Al comando Shane Lowry, 51° Matteo Manassero


    L’US Open continua a marciare in ritardo e anche il terzo giro non è stato portato a termine con 25 giocatori che debbono completarlo. Tra costoro Matteo Manassero, 51° nella classifica parziale, fermato dopo 14 buche sul punteggio di “+8” totale (76 70 e parziale di +2). Sul percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania, è in vetta con “meno 5” l’irlandese Shane Lowry (68 70 e parziale di -3), anch’egli uscito dal campo alla 14ª, con due colpi di vantaggio su Andrew Landry (“meno 3” alla 13ª), vera sorpresa del torneo, che continua a mantenersi nelle posizioni d’avanguardia. Al terzo posto con “meno 2” Dustin Johnson (13ª), al comando dopo due turni, l’inglese Lee Westwood (15ª) e lo spagnolo Sergio Garcia (14ª). Leader in club house è il sudafricano Branden Grace con 209 (-1), sesto nella graduatoria, e hanno concluso anche l’australiano Jason Day, numero uno mondiale, e Bryson DeChambeau, ottavi con 211 (+1), ma il loro score probabilmente li esclude già dalla lotta per il titolo, anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche che troveranno coloro che debbono tornare sul percorso prima dell’inizio del quarto turno. Sono sicuramente fuori gioco il sudafricano Charl Schwartzel, 21° con 213 (+3), Jordan Spieth, numero due del world ranking e campione uscente, 29° con 214 (+4) insieme a Matt Kuchar e al nordirlandese Graeme McDowell. Più indietro Bubba Watson, 46° con 217 (+7), e l’inglese Danny Willett, vincitore del Masters, 51° con 218 (+8). Riprenderanno di buon mattino, tra gli altri, Zach Johnson, ottavo con “+1”, e l’australiano Adam Scott, 12° con “+2”, entrambi con una buca da giocare, e il tedesco Martin Kaymer, 29° con “+ 4” (13ª). Il taglio, caduto a 146 (+6), ha bocciato parecchi giocatori di primo piano: Phil Mickelson, 68° con 147 (+7), il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre al mondo, Patrick Reed e gli inglesi Justin Rose, Luke Donald e Paul Casey, 75.i con 148 (+8), Keegan Bradley, 89° con 149 (+9), il sudafricano Ernie Els, 100° con 150 (+10), e Rickie Fowler, 107° con 151 (+11) Shane Lowry, 29enne di Mullingar con due titoli nell’European Tour e uno nel WGC (Bridgestone Invitational, 2015), appare a suo agio sui tracciati statunitensi e ha ottenuto in stagione risultati apprezzabili nel PGA Tour tra i quali un sesto posto nel Phoenix Open. Cinque birdie e due bogey lo hanno portato in cima alla classifica e ora ha ancora quattro buche per migliorarsi. Matteo Manassero ha condotto il secondo giro in 70 colpi (par, con quattro birdie e quattro bogey) e in tal modo ha recuperato superando il taglio, poi nella frazione di terzo disputata, dove è partito dalla 10ª, è rimasto in par per nove buche (un bogey e un birdie) e ha perso due colpi nelle prime tre di rientro con la sequenza birdie-doppio bogey-bogey.

     
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    US OPEN 2016
    E arrivò il giorno di Dustin Johnson! Buon torneo di Matteo Manassero 46°


    Dustin Johnson ha vinto con 276 colpi (67 69 71 69, -4) l’US Open, il secondo major stagionale disputato sul quasi impossibile percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania, dove Matteo Manassero si è classificato 46° con 290 (76 70 71 73, +10). Dustin Johnson ha trasformato il giro finale, che nei major gli aveva procurato alcune cocenti delusioni, in una passerella in cui ha staccato i suoi avversari e ha potuto conquistare il primo titolo in una gara del grande slam lasciando a tre colpi gli altri due statunitensi Jim Furyk, Scott Piercy e l’irlandese Shane Lowry (279, -1), leader dopo tre turni con quattro di vantaggio sullo stesso vincitore e su Andrew Landry, scomparso rapidamente di scena. Per la verità Johnson aveva chiuso avanti di quattro colpi, ma ne ha subito uno di penalità per una palla che gli si era mossa sul green della buca 5, mentre si preparava ad effettuare il putt. Si è immediatamente consultato con un giudice, ma il colpo in più gli è stato comunicato sul tee della buca 12 dopo che era stato più volte rivisto il filmato. In ogni caso Johnson ha festeggiato nel migliore dei modi il trentaduesimo compleanno che cadrà mercoledì 22 giugno, e ha così sfatato quello che era divenuto quasi un tabù, dopo il secondo posto dello scorso anno e ben undici top ten in questo tipo di gare.


    Tra gli assoluti protagonisti lo spagnolo Sergio Garcia e il sudafricano Branden Grace, quinti con 280 (par), con il primo per parecchie buche in corsa per il titolo, e tra i delusi, anche se terminato all’ottavo posto con 282 (+2), l’australiano Jason Day, numero uno mondiale, Hanno fatto comunque peggio il numero 2 mondiale Jordan Spieth, 37° con 289 (+9), numero due, campione uscente e autore di una prestazione assolutamente anonima, e il nordirlandese Rory McIlroy, uscito al taglio. Si è comportato bene il neo pro Bryson DeChambeau, 15° con 285 (+5), stesso score di Andrew Landry, sorpresa per 54 buche e poi crollato (78, +8) quando la pressione si è fatta sentire. Poco dietro l’australiano Adam Scott e il nordirlandese Graeme McDowell, 18.i con 286 (+6), e i sudafricani Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel, 23.i con 287 (+7). E’ franato l’inglese Lee Westwood, da quarto a 32° con 288 (+8), travolto da un 80 (+10), e hanno affiancato Spieth il tedesco Martin Kaymer e l’inglese Danny Willett, vincitore del Masters, mentre Bubba Watson ha segnato il medesimo punteggio di Manassero. Il taglio, caduto a 146 (+6), ha bocciato parecchi giocatori di primo piano: Phil Mickelson, 68° con 147 (+7), il già citato Rory McIlroy, Patrick Reed e gli inglesi Justin Rose, Luke Donald e Paul Casey, 75.i con 148 (+8), Keegan Bradley, 89° con 149 (+9), il sudafricano Ernie Els, 100° con 150 (+10), e Rickie Fowler, 107° con 151 (+11) Shane Lowry, che pure aveva l’esperienza di un successo in un torneo del WGC (Bridgestone Invitational, 2015) dove aveva battuto l’élite mondiale, ha iniziato rapidamente a perdere terreno e quando alla decima buca ha raccolto il quarto bogey era già praticamente fuori gioco almeno mentalmente, perché i numeri ancora non lo condannavano. Ha provato a rialzarsi con un birdie, ma altri tre bogey di fila (76, +6) hanno rischiato di fargli perdere un secondo posto più che meritato. Dustin Johnson ha cominciato con un birdie l’opera di recupero e ne ha aggiunto un altro prima del giro di boa. Con “meno 5” si è portato in vetta, ancora in compagnia, e quando sono arrivati l’unico bogey di giornata alla 14ª e l’altro ricevuto a tavolino in realtà i giochi erano già fatti. In primo luogo per i suoi meriti e per essersi saputo trarre d’impaccio in situazioni difficili, grazie in particolare al putter, e poi perché i suoi avversari gli hanno lasciato campo libero. Scott Piercy, dopo tre birdie, ha mollato con due bogey sulle ultime tre buche (69, -1) e Sergio Garcia, che aveva tenuto bene con quattro birdie e un bogey, ha perso tre colpi con altrettanti bogey dalla 14ª alla 16ª. Quanto al veterano statunitense Jim Furyk, arrivato in club house con notevole anticipo dopo una rimonta dal 21° posto con un 66 (-4, con cinque birdie e un bogey), non è stato mai un pericolo, anche se è salito progressivamente di classifica senza far più nulla, se non osservare i suoi avversari che perdevano colpi. “Mi sono concentrato esclusivamente sul mio gioco - ha detto al termine Dustin Johnson - senza pensare agli altri. Avevo per avversario solo il campo. Così ho cercato di eseguire buoni colpi lunghi per poi chiudere con due putt. Ho avuto un ottimo feeling con il putter e questo è stato in gran parte determinante. Avere un major nel palmares? Fa sentire veramente bene, specie dopo aver perso in precedenza alcune opportunità. Inoltre il successo è giunto in un momento importante anche per la vita famigliare, poiché fra tre giorni sarà il mio compleanno. La penalità? Visto che non ha influenzato il risultato non mi ha creato alcun problema. Inoltre sono certo di non aver fatto nulla per provocare il movimento della palla”. Dustin Johnson, nativo di Columbia (South Carolina), ha siglato il decimo titolo in 193 gare disputate e da nove anni conquista almeno un successo a stagione E salito dal sesto al terzo posto nel world ranking (punti 9,65), dove sono rimasti nei primi due l'australiano Jason Day (p. 13,36) e Jordan Spieth (p. 11,13), e ha superato il nordirlandese Rory McIlroy (p 9,39) e lo statunitense Bubba Watson (p. 7,42). Usufruirà di ben cinque anni di esenzione nel PGA Tour e potrà partecipare all’US Open per i prossimi dieci anni e per cinque agli altri tre major e al The Players Championship. E nemmeno è da trascurare la prima moneta di 1.800.000 dollari su un montepremi di 10 milioni di dollari. Note positive per il nostro Matteo Manassero, che non disputava l’US Open da tre stagioni e che ha dimostrato di essere sulla via giusta per tornare ai suoi livelli. Anche l’antefatto è stato buono, perché non era facile entrare nel field attraverso la prequalifica (nono al Walton Heath Golf Club in Inghilterra). Dopo un primo giro arduo per le condizioni ambientali, ha effettuato due buoni turni centrali su un percorso al limite, come del resto viene sempre presentato in questo major, con green velocissimi e le cui difficoltà sono testimoniate dai soli quattro giocatori capaci di scendere sotto par. Ha concluso con un 73 (+3, con tre bogey) in un contesto in cui ci sono stati 7 score inferiori al 70.

    LA CLASSIFICA FINALE
     
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4 replies since 15/6/2016, 16:39   117 views
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