Doll's house e room box

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    petronella

    DORTMAN Petronella
    Doll's house
    1675 circa
    Varie qualità di legno,
    madreperla, latta,
    vetro, marmo, carta,
    rame, pietra, seta, velluto
    255X189,5X78cm
    Rijksmuseeum - Amsterdam







    E' raro che sopravvivano esempi così intatti di case di bambola. Nel Seicento e soprattutto nel Settecento, tali manufatti non erano destinati al gioco dei bambini ma erano veri e propri divertimenti per adulti, oggetti da collezione riservati alle donne. In occasione di visite importanti, il marito apriva gli armadi e gli stipi ove era contenuta la collezione di medaglie e di tabacchiere, mentre la moglie presentava alle donne la sua casa di bambole.
    Non dobbiamo pensare a questa pratica come uno sciocco vezzo...la presentazione poteva durare ore intere, in particolare perchè queste case erano spesso fornite di congegni per far scorrere l'acqua o per animare le bambole.
    Questa abitudine è una spia sul ruolo della donna nella società dell'epoca; a lei era riservata esclusivamente l'economia domestica; persino negli "hobbies" la casa doveva essere il suo unico ambito di espressione, lontano dai libri e dall'arte.

    Petronella sposò Johannes Brandt, ricco negoziante di seta di Amsterdam. Le iniziali dei loro cognomi, B e D, sono state impresse sul lato del mobile e sulle piccole pareti della casa ( sopra la sala d'ingresso e sul baldacchino del letto ). Gli interni sono stati arredati con grande scrupolo, e affidati ad artisti di chiara fama come Johannes Voorhout, che dipinse sul camino una scena biblica ( Cristo che chiama a sè i bambini ); questo soggetto ha fatto pensare che Petronella avesse voluto ricordare la morte di un figlioletto. Il salotto con la tappezzeria è una vera rarità, poichè non rimangono esempi di tal genere nelle case vere e proprie.

    Petronella deve avere speso per "La casa di bambola" all'epoca una cifra tra i 20.000 e i 30.000 fiorini, con la quale si sarebbe potuto acquistare un'abitazione vera...
    ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 17/7/2014, 17:54
     
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    Doll's house e room box
    ( di Ileana Ottini )







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    Costruire Doll’s Houses e Room Boxes è un hobby di grande soddisfazione e notevole impegno, poiché è richiesta una considerevole abilità in numerose attività: occorre tagliare, incollare e tingere il legno per creare le strutture della casa o della room box e dei mobili; bisogna intonacare o tappezzare i muri; stendere pavimenti in differenti materiali; cucire tende, copriletti, tovaglie e biancheria da bagno; incorniciare quadri; montare impianti elettrici; insomma, in piccolo, tutte le attività che, in una casa “vera”, sono svolte da una serie di operai e specialisti diversi. Nei limiti del possibile, tutto viene riprodotto con lo stesso materiale dell’originale.

    La scala più usata nella realizzazione di Doll’s Houses e Room Boxes, a livello internazionale, è la scala 1:12, ossia ogni centimetro della miniatura corrisponde a 12 centimetri nella realtà. Un locale di medie dimensioni (diciamo 3 x 4 metri) avrà, in miniatura, le misure di 25 x 33 centimetri. Esistono, anche se meno usate, altre scale: 1:16, 1:24, 1:48. Queste scale in dodicesimi, e non più semplicemente in decimi, sono dovute al fatto che le Doll’s Houses sono nate in Inghilterra dove non vengono usati i centimetri come unità di misura, ma i piedi ed i pollici (un piede è composto da 12 pollici).

    Le più antiche case di bambola che ci sono pervenute, veri capolavori risalenti addirittura al XVII secolo, ed ora esposte nei musei di Londra, Amsterdam, Utrecht, Boston, provengono infatti dall’area anglosassone e olandese. Si tratta di straordinarie riproduzioni di sontuose magioni, ricche di arredi ricercati, di argenterie, cristalli, porcellane, quadri e addirittura arazzi opera di “veri” artisti.

    Nemmeno all’epoca erano considerate giocattoli, o almeno non del tutto: erano sì un trastullo di altolocate signore della nobiltà o della ricca borghesia mercantile (soprattutto in Olanda), che potevano commissionare le miniature agli stessi bravissimi artigiani che fornivano loro i mobili e i corredi della casa vera, ma ancor più si trattava di strumenti per l’educazione domestica delle loro bambine.

    Le case di bambola del ‘600 e ‘700 erano infatti complete in ogni dettaglio: vi erano presenti non solo i locali padronali e di ricevimento, ma anche i locali di servizio, i magazzini, le cantine, talvolta le stalle, in modo che la piccola futura padrona di casa, pur nell’apparenza del gioco, apprendesse gli elementi fondamentali dell’economia domestica.

    Queste magnifiche opere sono oggi particolarmente preziose anche per gli storici, perché, ricche di particolari come sono, consentono di conoscere la storia minuta, la vita quotidiana dell’epoca, che la storia “ufficiale” spesso trascura. Il “boom” delle case di bambola in Inghilterra si ebbe comunque nel periodo vittoriano, sia per la personale passione della regina Vittoria, sia per l’avvento dell’industria e conseguente produzione in serie, che permise l’accesso al piccolo lusso della doll’s house anche alle famiglie borghesi.

    Nel magico mondo delle case di bambola pare che il tempo si sia fermato: soprattutto nei paesi anglosassoni, ancor oggi la doll's house è, per definizione, in stile vittoriano.

    E' stata creata una sequenza di immagini raffiguranti ambienti interni ed esterni dell'epoca vittoriana (1837-1901) per poter osservare la verosimiglianza delle abitazioni e negozi dell'epoca con le doll's houses in stile vittoriano che più avanti andremo ad ammirare.









    Cenni storici







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    L'arte della riproduzione in miniature ha il suo vero e proprio inizio a metà del XVI secolo, nel nord Europa precisamente in Germania. Grazie alla presenza di illustri ed abilissimi artigiani, Norimberga diventa il fulcro di una passione, da parte delle classi nobili e borghesi, per la ricostruzione di case ed interni in miniatura, in cui riflettere il proprio stile di vita e status sociale, riproducendo l'arredamento e l'oggettistica di cui amavano circondarsi.

    La città di Norimberga, conosciuta in tutto il mondo per i suoi famosi giocattoli, vanta questa tradizione già dal 1600 e al Germanisches National Museum di Norimberga esiste una collezione di antichi giocattoli e case di bambola, datate attorno al 1600, che rappresentano al meglio la vita dell'élite del tempo costituita dai ricchi mercanti. Qui è conservata la più antica casa di bambole sopravvissuta fino ai nostri giorni e databile intorno al 1611 recante particolari di grande interesse. Si tratta di un robusto armadio di legno a forma di casa e divisa in tre piani ed otto stanze alcune delle quali hanno i muri affrescati.

    Sempre al Germanisches National Museum troviamo la Casa Baumler, costruita verso la fine del 1600, riproduzione di una casa veramente esistita e Norimberga che costituisce un realstico spaccato di vita di un ricco commerciante. Interessante è la stanza adibita a negozio-ufficio dove probabilmente lavorava il commerciante, secondo la tradizione del tempo che vedeva i signorotti più abbienti collocare il proprio ufficio in casa per seguire i loro affari senza doversi allontanare dalla famiglia.

    Casa Stromer - Credenza per la biancheria la famosa Stromer House, costituita da 15 ambienti e datata 1639, prende il nome dall'ultimo proprietario, il barone von Stromer ed assomiglia molto alla casa Baumler. Le sei grandi stanze sono ricche di preziosi manufatti e dipinti e la casa contiene più di mille piccoli ninnoli e oggetti particolari che offrono un'immagine unica di quella che era la vita domestica di una facoltosa famiglia tedesca nel 1600.

    Rapidamente la moda si diffuse anche in Olanda (XVII sec.) e più tardi in Inghilterra e in America. Proprio perché estremamente preziose, le miniature di arredi venivano collocate all'interno di credenze o stipetti adattati a sembrare interni di una casa. Così, quando le porte del mobile erano aperte, si vedevano tutte le stanze della casa, dallo scantinato all'attico; tali case potevano essere alte anche 2 metri o più.

    Questo modello a stipetto (cabinet) era tipico delle case tedesche ed olandesi, mentre i collezionisti inglesi preferivano la costruzione di vere e proprie case con tanto di facciata che spesso riproduceva la loro stessa abitazione.

    In Olanda le case in miniatura diventarono subito un ambito passatempo tra le mogli di ricchi banchieri e mercanti, le quali amavano ricreare il più fedelmente possibile gli interni delle loro stesse case, commissionando agli artigiani più abili e famosi la riproduzione di mobilio e suppellettili di ottima fattura. Questa nuova classe sociale, di banchieri e mercanti appunto, era desiderosa di mostrare il proprio successo e raccoglieva oggetti preziosi e interessanti, come monete, gemme, piccoli oggetti domestici d'oro o d'argento, per custodirli nei cosiddetti "armadietti delle curiosità"

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    Tali collezioni simboleggiavano la ricchezza del proprietario e il suo stato sociale. Sull'onda di questa moda nacquero le case di bambole olandesi, composte da una serie di stanze organizzate in un cabinet, cioè un mobiletto a stipetto, costruito appositamente per questo scopo. Si trattava di vere opere d'arte riccamente ornate e decorate, chiuse da ante o da sontuose cortine di broccato. Oggi alcune di queste case sono conservate nei più famosi musei del mondo.

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    In Germania le doll's houses nacquero (almeno inizialmente) come giocattoli educativi per insegnareDoll's House, Stuttgart, 1890. alle figlie di famiglie facoltose il difficile compito della padrona di casa; per questo spesso una doll's house era abitata anche da bambole che avevano le caratteristiche dei veri abitanti di quei tempi: oltre ai padroni di casa seduti in salotto, si trovavano cuochi, maggiordomi, cameriere e lavandaie al lavoro nelle loro stanze.

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    Nelle migliori di queste case ogni piccolo oggetto è perfettamente riprodotto; le cucineCucina, Norimberga, 1800 sono complete di pentole e tegami, piatti, coltelli, candelieri, cestini e scope. Queste case sono cosi perfette e complete, rispecchiano a tal punto lo stile dell' epoca di fabbricazione, che oggi costituiscono documenti fondamentali per la conoscenza della storia sociale dei secoli scorsi.

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    Sempre a proposito di doll’s houses, si narra che lo zar di Russia Pietro il Grande ne ordinò una, ma quando fu finita risultò troppo costosa persino per lui. La casa in oggetto, sempre secondo la leggenda, sembra fosse una delle tre celeberrime Dolls Houses del XVII secolo conservate oggi in due musei olandesi, il Rijksmuseum di Amsterdam e il Centraal Museum di Utrecht. Le tre Dolls Houses olandesi sono note con i nomi delle rispettive proprietarie, mogli di ricchi mercanti, casualmente e singolarmente tutte e tre dal nome Petronella e dai cognomi de la Court, Oortman e Dunois. Tutte e tre hanno le caratteristiche delle case olandesi, cioè non hanno la struttura di una casa, ma sono situate all'interno di un "cabinet", cioè un mobile appositamente costruito, a sua volta una vera opera d'arte riccamente ornata e decorata, chiuso da antine o, come nel caso di Petronella de la Court, da sontuose cortine di broccato.







    Petronella de la Court’s Dutch Cabinet.







    Commissionata nel 1670 da Petronella de la Court, moglie di un ricco commerciante di birra di Amsterdam, fu costruita tra il 1674 e il 1690 sempre ad Amsterdam, ed è forse la dolls house (“poppenhuizen“) più antica e pregiata tra quelle olandesi. I lavori vennero commissionati ad importanti artigiani e artisti dell'epoca. Costruita all’interno di un mobile in legno di ulivo, la casa è divisa in 11 stanze nelle quali sono collocati 1.600 oggetti e 28 bambole perfettamente integrate con l'ambiente circostante, dando un aspetto estremamente naturale di vissuto quotidiano. Nella stanza situata al primo piano, sulla destra, troviamo una splendida riproduzione di un giardino di Amsterdam; a sottolineare l'atmosfera di un vero giardino all'aperto, sulle pareti è dipinto un bel cielo sereno.

    Ogni stanza è una vera e propria opera d'arte; Petronella de la Court commissionò ad artisti famosi sia i dipinti che le miniature esposte nello stipetto. Preziosi sono gli arredi, le tende e i rivestimenti: il soffitto e il murale della stanza denominata "il salone" al primo piano raffigura un paesaggio italiano e si attribuisce al grande pittore Frederick de Moucheron (1633-1686). Nel salottino, arredato in stile settecentesco, sono esposte molte opere d'arte e una credenza dove, parimenti alla realtà, sono esposte monete, posate d'avorio, stampe ed argenterie. Alle pareti sono appesi quadri ad olio eseguiti da grandi artisti come Gerard Hoet e Herman Saftleven.

    Dopo la morte di Petronella de la Court, avvenuta nel 1707, la dolls house passò alla figlia. La famiglia, successivamente, la vendette e la casa cambiò molti proprietari che, nei secoli, aggiunsero qualche piccolo tocco personale qua e là. Verso il 1800 l'argenteria originale andò persa a causa di un furto e alcuni candelabri e della posateria furono ricomprati in sostituzione di quelli mancanti. Oggi la casa di Petronella de la Court è conservata presso il Centraal Museum di Utrecht (Olanda).

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    Petronella Oortman’s Dutch Cabinet.







    Nel 1686 un’altra Petronella, Petronella Oortman, sposata con un ricco mercante di seta, Johannes Brandt, commissionò una elaborata cabinet house, costituita da nove stanze.

    La casa di Petronella Oortman, il cui costo si calcola intorno ai 20-30.000 fiorini (corrispondenti a circa 10.000 euro) contiene una stanza i cui affreschi alle pareti sono attribuiti al grande pittore fiammingo Willem van Rooyen. L'ingresso della stessa stanza ha il soffitto decorato da una allegoria attribuita a Johannes Voorhout e contiene due panche in legno di ulivo intagliate ed istoriate, di altissima ebanisteria; su un tavolino da tè è posata una caffettiera d'argento alta 47 mm., opera di Christiaan Warenberg, nome ben noto agli antiquari e ai collezionisti di argenteria antica. Le porcellane nella piattaia sono state espressamente ordinate in Cina e Giappone. Nelle stanze da lavoro troviamo ferri da stiro a carbonella in ferro ed ottone (lunghi 3 cm.) con il manico di legno tornito, ceste di vimini per la biancheria, di fabbricazione orientale che farebbero la gioia di un moderno arredatore; ingegnose presse sotto cui la biancheria umida asciugava e si stirava. Nella stanza dove la puerpera col suo bambino, assistita da una balia, riceveva le visite, c'è un tavolino da tè riservato agli ospiti, dotato di un'elegante tovaglia di pizzo bianco e di un servizio in porcellana di Dresda e argento degno di una reggia. In cucina troviamo barattoli di vetro con il coperchio di pelle, contenenti vere erbe aromatiche. I mobili di tutte le stanze sono pieni: abiti in seta e lana, biancheria da tavola e da letto in cotone e lino, vasellame e pentole, attrezzi, libri con rilegatura in pelle finissima, marchiati in oro e con risguardi in pergamena... insomma una vera opera d'arte, tanto da essere oggetto di una minuziosa riproduzione in un quadro ad olio dell'artista olandese Jacob Appel (1680-1731)

    Questa Doll's House è esposta al Rijksmuseum di Amsterdam.


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    Petronella Dunois’s Dutch Cabinet.







    Sempre presso il Rijksmuseum si può ammirare la meravigliosa Doll's House di Petronella Dunois. Petronella Dunois la fece costruire nel 1676, quando aveva ventisei anni e la portò come parte della dote al suo matrimonio. La casa, che si presenta come un tipico stipetto olandese, intarsiato in rovere e noce, fu tramandata di generazione in generazione per ben 250 anni finchè, nel 1934, fu donata al Rijksmuseum di Amsterdam. Originariamente poteva essere chiuso con due sportelli provvisti di due finestre centrali che lasciavano intravedere le due stanze più importanti: la stanza della partoriente e la stanza migliore. La maggior parte degli accessori sono autentici, come pure le venti bambole miracolosamente intatte. Si tratta di figure in cera, dai volti molto espressivi e vestite con abiti incredibilmente accurati.

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    “The Nostell Priory”.







    La splendida “The Nostell Priory” baby house, oggi conservata presso lo Yorkshire National Trust, fu costruita dal 1735 al 1740 ed è ancor oggi meta di appassionati di dolls houses e di architetti. Nonostante non sia documentato, si dice che Thomas Chippendale (1718-1779) famoso ebanista inglese che, nei propri lavori, combinava sapientemente lo stile Gotico col Rococo e varie cineserie, partecipò al disegno e alla costruzione della dolls house.

    The Nostell Priory baby house fu commissionata da Sir Rowland Win e da sua moglie Lady Susanna Henshaw Winn.

    Lady Winn e sua sorella dedicarono molto del loro tempo nel supervisionare gli arredi e nello scegliere le decorazioni interne di questa spettacolare dolls house.

    Gli arredi originali sono miracolosamente giunti ai nostri giorni intatti, come pure i pannelli floreali cinesi e i muri decorati a decoupage.

    I visitatori che tutt’oggi giungono numerosi allo Yorkshire National Trust per ammirare “The Nostell Priory”, rimangono incantati di fronte a quest’opera d’arte sopravvissuta intatta al passare dei secoli.

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    Sara Rothé van Amstel’s Dutch Cabinets.







    Sara Rothè van Amstal, nata ad Amsterdam 16-8-1699Nel 1743, Sara Ploos van Amstel-Rothé, moglie di un mercante olandese, impiegò diversi artigiani per la costruzione delle sue due case di bambola, ciascuno dei quali impegnato alla lavorazione dell’avorio, del rame e dell’ottone, della terracotta e del ferro battuto. Successivamente fu incaricato un ulteriore artigiano per la costruzione degli armadi che integrassero queste dolls houses.

    Al Gemeentemuseum de L’Aia è conservata una delle due elaborate e splendide doll’s houses (Sara Rothé van Amstel’s Dutch Cabinets) commissionate da Sara Rothé van Amstel nel 1743.

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    Queen Mary's Dolls' House.







    Ben presto personaggi illustri del tempo restarono affascinati da questa forma di collezionismo e commissionarono case di bambola ed oggetti in miniatura di altissimo valore come la regina Anna d'Inghilterra nel 1700 e la regina Vittoria.

    La regina Mary d'Inghilterra nel 1924 ricevette in dono questa casa in miniatura, la "Queen Mary's Dolls' House", costata un vero patrimonio, completa di veri pianoforti, argenteria e dipinti di famosi artisti dell'epoca; per completarla vi lavorarono 1.500 artisti ed artigiani Fu presentata al pubblico per la prima volta nel 1924 alla British Empire Exibition a Wembley e, dal 1925, è esposta al Castello di Windsor in Inghiterra, dove tutt'oggi dimora.













    L' idea nata tra i diplomatici, gli uomini di affari e altre figure pubbliche britanniche di voler ringraziare con uno straordinario dono per il RMaria Luisa di Schleswig-Holsteine Giorgio V e sua moglie la regina Mary come ringraziamento per aver regnato durante la guerra con grande dignità e virtù, si materializzò con l'intervento fattivo della principessa Maria Luisa.

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    Sapendo che la regina nutriva una vera passione per le collezioni di miniature, riuscì a convincere il famoso architetto Sir Edwin Lutyens a progettare e costruire una doll's house in scala 1:12. Coinvolse, inoltre, arredatori, industriali di prodotti tessili, argentieri e molti altri illustri artigiani nel mettere a disposizione i loro talenti per questo immenso progetto. Volle creare qualcosa per cui l'Inghilterra potesse andare fiera ed orgogliosa.

    Ed infatti la Queen Mary’s Dolls’ House fu, e ancor oggi mantiene questo primato, una delle più splendide doll's houses mai create: alta più di due metri, è l'esatta replica di una residenza reale edoardiana completa di salone, libreria, sala da pranzo, appartamenti privati, stanze per la servitù, cucina, cantina per i vini, garage completo di limousines e Rolls-Royce in miniatura, stanza del tesoro e giardino, oltre ad ascensori, elettricità, acqua corrente calda e fredda, tutto perfettamente funzionante. Nella "Strong room" (stanza del tesoro) possiamo ammirare le esatte repliche dei gioielli della corona (Crown Jewels).

    Iniziata nel 1920, la costruzione della casa durò quattro anni e fu concepita, dall'architetto Sir Edwin Lutyens, sia per mostrare l'abilità degli artigiani inglesi che per fornire un documento storico sullo stile di vita della monarchia britannica nel XX secolo.

    La facciata è in stile neoclassico, vista di lato può somigliare a Buckingham Palace. Ogni piccolo dipinto, appeso alle pareti è stato eseguito da un grande artista. Tra coloro che diedero il loro contributo alla realizzazione di questa meravigliosa casa di bambole, ricordiamo Sir William Orpen, Sir Alfred Munnings, Sir William Nicholson e Ambrose McEvoy che ha dipinto i ritratti della regina Vittoria e del principe Alberto in sala da pranzo.

    La biblioteca è forse la più sorprendente delle stanze: al centro, sopra il camino, troviamo il ritratto di Nicholson ad Elizabeth I, ma sono i libri che catturano la nostra attenzione. Ogni volume è rilegato in pelle, lavorata in oro e recante il monogramma della Queen Mary con la corona. Ogni volume ha un piccolo ex-libris e ogni libro è stato scritto da un autore o da un poeta contemporaneo dell'epoca appositamente per la Biblioteca. Tra i 170 scrittori che parteciparono all'opera ricordiamo Sir Max Beerbohm, Walter de la Mare, Thomas Hardy, Arnold Bennett, Sir Arthur Conan Doyle, GK Chesterton, Rudyard Kipling e molti altri. Un solo autore declinò l'invito con una lettera giudicata, allora, offensiva: George Bernard Shaw. Cinquanta volumi, ciascuno poco più grande di un centimetro, sono degli spartiti di musica attribuiti a compositori britannici, rilegati in cuoio e con il monogramma di sua Maestà. Furono fotografati e poi ridotti in miniatura ed ogni volume fu autografato dal suo compositore. A tal proposito troviamo nella casa due pianoforti realmente funzionanti e registrati nei registri delle società che li accordarono.
    Un cassetto di un armadio contiene disegni e acquerelli di artisti come Mark Gertler, Russell Fling e Adrian Stokes.


    La Principessa Maria Luisa diede in prestito una delle casse per il trasporto della corrispondenza ufficiale (despatch boxes) di Re Giorgio che fu riprodotta in miniatura con incredibile verosimiglianza. Inviò una tovaglia di lino da Buckingham Palace a Belfast per essere riprodotta e così via. Ogni oggetto della casa fu realizzato alla perfezione, sia che si trattasse di piccolo coltello, di una scrivania o una bottiglia di vino (ci sono in cantina molte botti e bottiglie, di circa un centimetro di altezza, contenenti liquori e vini d'annata). Nel bagno con la vasca in marmo verde, i rubinetti sono in grado di fornire acqua calda e fredda.


    Vi è una nursey , ovviamente piena di giocattoli in miniatura, tra cui due piccole meraviglie elettriche: un teatrino giocattolo che si illumina e un grammofono con un disco dal titolo "God Save the King".

    All'esterno, troviamo automobili (tra cui una Limousine del 1924 e una Rolls-Royce Silver Gost dipinte di nero e marrone, colori della livrea reale), una bicicletta, un sidecar e una carrozzina. Il "giardino segreto" (chiamato così perchè nascosto in un cassetto che si chiude) fu progettato dalla famosa Gertrude Jekyll, celebre esperta di giardinaggio che rappresentò una delle figure che maggiormente influenzarono la storia del giardinaggio inglese del secolo scorso.


    La Queen Mary's Dolls House è qualcosa di più di una casa di bambole: è un sublime esempio dell'arte dei miniaturisti nel ricreare lo stile di vita della monarchia britannica nel XX secolo...





    Colleen Moore's Fairy Castle.







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    Colleen Moore, stella del cinema muto, fu sempre affascinata dalle bambole e dalle doll houses, tanto da possederne una bellissima collezione, fino a che, nel 1928, iniziò a creare la dolls house dei suoi sogni: il Fairy Castle. Con l’aiuto di Horace Jackson, architetto e scenografo che lavorava presso gli First National Studios, Colleen Moore costruì un "castello fiabesco" in miniatura. Per gli interni chiese aiuto all’ art director e interior designer Harold Grieve. Nel 1935 più di 700 artigiani specializzati, tra cui gioiellieri ed incisori di giada cinese, avevano prestato la loro opera per la costruzione del castello che, all’epoca, conteneva più di 2000 preziose miniature, a fronte di un costo di quasi 500.000 dollari.

    Colleen Moore, visto il grande successo che la sua opera d’arte riscuoteva, durante il 1935 organizzò un tour di beneficenza per i bambini bisognosi in giro per gli Stati Uniti, nelle maggiori città americane. Il tour ebbe un grande successo e la Silent Star, tra il 1935 ed il 1939, riuscì a raccogliere più di 650.000 dollari da donare in beneficenza.

    Nel 1949 Major Lenox Lohr, direttore del Museum of Science and Industry di Chicago, riuscì a convincere Colleen Moore ad esporre il Fairy Caste nel proprio museo. A tutt’oggi, il “Fairy Caste” è collocato lì, protetto da un vetro e costantemente monitorato per quanto riguarda luce, umidità e temperatura, preservandolo così per le generazioni future, affinchè possano continuare ad ammirare quella che, a ragione, viene considerata una delle più belle e singolari dolls houses del mondo.

    Collen Moore continuò a perfezionare il Fairy Caste fino a poco prima della sua morte, avvenuta all’età di 87 anni.











    Nel secolo XIX ebbe inizio una produzione più commerciale delle case di bambola; prodotte in serie, con facciata elaborata, ma interni “più poveri e, in alternativa alla casa intera, che spesso occupava troppo spazio, si privilegiò la costruzione di stanze (room boxes), in particolare cucine e negozi in miniatura.

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    Tuttavia, benché le case di bambola sembrassero pur sempre dei giocattoli, erano talmente perfette e preziose, che da sempre i maggiori destinatari di questo articolo furono gli adulti che, in epoche più recenti, diedero inizio ad un vero e proprio collezionismo



    Nel 1962, anche una delle residenze più famose del mondo fu riprodotta in scala 1:12 dai miniaturisti John e Jan Zweifel: The White House, la Casa Bianca, residenza ufficiale e principale ufficio del Presidente degli Stati Uniti d'America.

    Questa imponente residenza in miniatura ha la particolarità di essere una riproduzione perfettamente identica all’originale: misura 18 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza. Fu ideata da John e Jan Zweifel che, insieme ad un corpo di volontari, dedicarono oltre 35 anni a studiare, progettare e costruire questa meraviglia.
     
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    Cliccando sull'immagine,
    entriamo al Rijksmuseum di Amsterdam...



     
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    Dolls House "Tate Baby House" 1760


    Non si hanno notizie circa la proprietaria di questa casa, se non che il suo nome fosse Mrs. Walter Tate, da cui il nome di questa doll’s house. Costruita nel Dorset, si dice sia la riproduzione di una casa del luogo del 18° secolo. Si tratta di una struttura complessa che si smonta in diverse parti in modo che la proprietaria potesse portarla con sé durante i propri viaggi, spesso lunghi, essendo per lei, la baby house, motivo di orgoglio e fonte di soddisfazione, tanto dal non volersene mai separare.
    L'arredamento non è contemporaneo alla costruzione della casa, fabbricata intorno al 1760, ma rimodernato dal 1830 in poi, a intervalli regolari, dai suoi proprietari. In una casa del 18° secolo, infatti, i mobili sarebbero stati disposti in modo più formale, lungo le pareti delle stanze. Le finestre si presentano prive delle barre di montaggio per i vetri, che li avrebbero divisi in dodici parti, ma hanno solo due vetri, com’era di moda nel 19° secolo. Le finestre dipinte sul lato della casa, mostrano come avrebbero dovuto essere in origine.
    I piccoli oggetti d’argento erano piccoli regali per la baby house che gli ospiti offrivano alla padrona di casa in segno di ringraziamento per la sua ospitalità.

    La Miss Pinney's House è oggi esposta presso il Victoria and Albert Museum di Londra





    The Castle di Elaine Diehl



    La Dollhouse “Il Castello”, progettato e creato dalla signora Elaine Diehl, è di proprietà del Dr. Michael Freeman e sua moglie Lois Freeman e attualmente si trova in prestito al Nassau County Museum of Art on Long Island New York.

    Terminato di costruire verso il 1981, dopo 13 anni di lavoro, rappresenta un incredibile capolavoro valutato più di 1 milione di euro.
    Infatti costituisce un’opera d'arte senza precedenti nel campo della miniatura: realizzato interamente a mano in scala 1:12 scala è alto circa 2 metri e 70 cm. (esclusa la base), è largo oltre 5 metri di larghezza e oltre 100.000 pezzi sono contenuti all'interno delle sue mura La qualità, la profondità e l'attenzione al dettaglio sono così realistici che guardando una foto, anche di alta qualità, non si ha la sensazione che si stratti di un’ambiente in miniatura. All'interno delle mura ci sono 29 camere con 10 aree adiacenti, scale e corridoi, un ascensore elettrico, 36 vetrate, numerose terrazze, torri e torrette, 2 impianti elettrici indipendenti. E’ stato usato il rame per il tetto e i caminetti, il marmo per i bagni e pavimenti sono in parquet. Alcuni degli arredi hanno fregi in oro. Durante la sua costruzione molti pezzi sono stati commissionati a famosi miniaturisti e artisti, tra cui George Becker, Warren Dick, Pete Acquisto, Maria McGrath, Frank Balestrieri, Laurel Coulon.





    Clicca sull'immagine sottostante...entrerai nel “Museum of Childhood”



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    Killer Cabinet, England 1830 -1839

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    Materiale e tecniche : legno laccato

    Il cabinet è nero, decorato con motivi popolari cinesi


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    The Killer Cabinet
    misura 171 cm. di altezza, 160 cm. di larghezza e 56,5 cm. di profondità.



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    Di autore ignoto,risale al 1830,
    anche se probabilmente i mobili e gli arredi sono antecedenti.

    La scena è di quattro camere: la camera da letto e la sala al piano superiore;
    una cucina ben attrezzata e la sala disegno al piano di sotto.



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    Questa dollhouse è particolare
    perché gli ambienti sono stati collocati all’interno di un armadio
    e non in un edificio in miniatura, come d’uso in Inghilterra in quel periodo.

    E’ conosciuta come Killer Cabinet
    perché apparteneva a John Egerton Killer, un medico di Manchester.
    Avendo notato che le molte signore in casa sua
    avevano fatto una serie di oggetti in miniatura adatti ad una dolls house,
    ordinò una copia del suo armadietto preferito al fine di fornire le signore
    di una casa per mettere in scena il loro lavoro.



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    Molti degli arredi sono stati forniti dalla famiglia,
    come una sedia fatta di piume di fagiano.


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    La casa conserva l'atmosfera del secolo precedente,
    ma ha anche un' aria di piacevole informalità.


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    E' esposta al Victoria and Albert Museum di Londra, nella sezione Collections.


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    Edited by Milea - 17/7/2014, 18:22
     
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    Mon Plaisir, Arnstadt (XVIII sec.)


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    "Mon Plaisir" è un villaggio barocco in miniatura creato nel corso di vari decenni, dalla Principessa Dorotea di Schwarzburg-Arnstadt (1666-1751), moglie di Anton Günther II di Schwarzburg dopo che 1716 era diventata vedova, e dalle sue innumerevoli aiutanti.Origine di questa collezione è essenzialmente la residenza estiva della principessa Dorotea Auguste, il Castello di agosto, costruito tra il 1700 e il 1708-1710 presso Arnstadt.


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    Auguste Dorotea, figlia del duca Antonio Ulrico di Brunswick-Wolfenbüttel consorte del conte,sposa dal 1697 del principe Anton Günther di Schwarzburg-II Arnstadt, nella solitudine del suo palazzo del piacere diede libero sfogo alla sua passione artistica per collezionismo.



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    Lo chiamò “ Mon Plaisir - Il mio piacere”. Oggi è il piacere dei turisti che visitano Arnstadt ed è probabilmente unico al mondo. Vi è rappresentato l'ambiente di corte della sua creatrice e le condizioni di vita di altri strati sociali del tempo. Si compone di diverse case, per un totale di 82 stanze ammobiliate ed è popolato da più di 400 bambole.


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    Questa città non è stata intesa come un giocattolo, ma come opera d'arte. L'obiettivo era di esaminare la realtà, con nobiltà, borghesia e contadini. Infatti fornisce una vivace ed insolita visione della vita nel 18° secolo, mostrando scene di vita quotidiana.


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    Ogni stanza con le sue bambole, è una piccola scena, un riflesso della vita di corte: la principessa con cameriere in toilette mattutina, la principessa nel vivaio, il barbiere col principe, una notte di festa a corte, le camere, la cucina ecc.



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    La città contiene anche un monastero in miniatura, una scuola, stalle, le camere della classe superiore, le sale per la musica per l'intrattenimento degli ospiti, una cucina con ripostiglio grande, i pescatori su un fiume... qualsiasi cosa e chiunque vivesse in una piccola città di circa 300 anni fa. Vi sono anche artigiani e il mercato.




    E’ conservato, dal 1932,
    presso il Castle Museum New Palace di Arnstadt in Thuringia.
    E’ la collezione più grande
    e più vasta del suo genere in tutto il mondo.



    Edited by Milea - 17/7/2014, 18:30
     
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    The Miniature White House



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    Questa imponente residenza in miniatura, in scala 1:12, ha la particolarità di essere una riproduzione perfettamente identica all’originale: misura 18 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza.

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    Fu progettata da John Zweifel e sua moglie Jan insieme ad un gruppo di volontari che dedicarono oltre 35 anni a studiare, progettare e costruire questa meraviglia.


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    La costruzione della Miniature White House iniziò nel 1962.

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    Fu creata nei minimi dettagli e vi si possono ammirare, replicate in miniatura, quasi tutte le stanze della Casa Bianca: dal giardino di Jacqueline Kennedy alla camera da letto di Lincoln, l'ala est e l’ala ovest e l’Oval Office, il famoso ufficio del Presidente degli Stati Uniti d’America.

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    I minuscoli telefoni, le sedie e i tavoli intagliati a mano, i lampadari di cristallo, i ritratti, i tappeti , tutto è minuziosamente riprodotto a testimonianza dell'eleganza di una delle residenze più famose e affascinanti del mondo.


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    The Miniature White House fu esposta in ogni stato degli USA e in numerosi paesi stranieri durante il 1970 e agli inizi del 1980.

    The Red Room

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    Questa straordinaria replica è visibile presso la Zweifel's Presidents Hall of Fame, Clermont, Florida.





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    Edited by Milea - 17/7/2014, 18:48
     
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