Monet - Il tempo delle ninfee, FOTO E VIDEO

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view post Posted on 29/5/2010, 22:27     +3   +1   -1
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Monet
- Il tempo delle ninfee -



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Non è poetica l’idea di passare una vita intera a disegnare ninfee?
Ed esserne ossessionati fino al punto di non disegnare altro?


Nel 1890 Claude Monet
acquista la casa e il giardino di Giverny,
lungo la Senna, a nord di Parigi.




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Qui, il pittore coltivò uno straordinario giardino (oggi, aperto al pubblico nei mesi estivi), che include anche la casa, uno stagno, le ninfee e il ponticello che più volte Monet raffigurò, a partire dai primi giorni della primavera.


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Nella casa di Giverny, Monet vivrà il resto della sua lunga vita, cercando senza sosta di realizzare quella che considera l’opera d’arte in assoluto più importante: il suo giardino giapponese, circondato da cotogni, felci, salici, rododendri e azalee, dove metterà a dimora le più diverse specie di ninfee.

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Quegli anni, dall’ultimo decennio dell’Ottocento al 1926, saranno per Monet "il tempo delle ninfee”, capolavori dipinti tra il 1887 e il 1923 e che ci restituiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire, dal suo giardino alla sua arte, i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris che lo popolano.


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L’arte giapponese ha un ruolo determinante in questa stagione della vita e della ricerca artistica di Monet. Monet non è il solo pittore ad essere influenzato dalle produzioni giapponesi che ormai circolavano in Europa, ma è sicuramente tra loro il maggiore collezionista con 276 stampe nella tradizione ukiyo-e.


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A Monet e alle sue ninfee


Resta l’artista in attesa
del sole e delle ombre
per catturare
del raggio e del nembo
il tempo
del loro fuggire.

Improvviso e rapido,
trasporta l’effetto
sulla tela
e lì
la variazione
prende forma,
e vita e forza dal colore.

Sommarie son le prime fattezze
eppure in essa c’è corpo
al di là
della fitta nebbia.

E nell’acqua,
torbida o purissima,
nascono improvvise,
le candide ninfee
sbocciate da una tavolozza
su cui l’arcobaleno
posato aveva lì,
il suo baleno.

(Carmela Di Giovanni)



"Il pittore non è colui che è ispirato,
ma colui
che è capace di ispirare gli altri"
- Salvador Dalì -



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Monet il poeta della luce






Edited by Milea - 15/8/2021, 08:39
 
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view post Posted on 30/5/2010, 13:29     +2   +1   -1
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Giverny non è situata direttamente sulla Senna, ma lungo un piccolo corso, L'Epte, e i ruscelli che l'accompagnano consentono a Monet di non sentire troppa nostalgia del suo elemento...l'acqua.

Dopo i pomeriggi trascorsi sul fiume ad Argenteuil e le dure giornate tra gli spruzzi di Etretat, a Giverny Monet si entusiasma per una nuova forma d'acqua...lo stagno.

Precisamente, Milea, 7500mq di terreno, separato dai binari di una ferrovia, completamente trasformato in un meraviglioso giardino acquatico tenuto in vita mediante un piccolo ma rigoglioso corso d'acqua...un giardiniere si occupava esclusivamente dello stagno, altri cinque a tutto il resto del giardino.

In questo luogo che sonnecchia tranquillo al sole, abitato da scintillanti libellule e...con le rane del canneto che, all'avvicinarsi di una persona, scompaiono con un tonfo nell'acqua, Monet trovò il regno della tranquillità, un luogo di pura meditazione.





Lo stagno, come hai descritto Tu, intessuto di zostra e di alghe, lussureggiante di iris...altro soggetto amato, canne e salici piangenti e coronato da grandi fasci di ninfee che brillano al sole come fasci di madreperla, diventa appunto il soggetto determinante dei suoi ultimi trent'anni...

Ed è evidente come Monet, si accosti sempre più al soggetto...si avvicina sempre più a loro come se avesse uno zoom per immergersi veramente nel suo tema.
Prendendo le mosse dalla grande composizione del paesaggio, attraverso la veduta parziale dello stagno con il ponte giapponese, Monet si avvicina sempre più al singolo dettaglio della superficie dello stagno.

Come si nota dall'ultima opera che Tu hai postato...






...il cielo appare soltanto come un riflesso sull'acqua, non più nel bordo superiore della tela.
E di conseguenza i suoi paesaggi acquatici sono quadri di paesaggio senza alcun orizzonte. Nel piccolo dettaglio si riflettono però paesaggio, alberi, cielo e nuvole...paesaggi di riflesso.

Nonostante Monet sottolinei spesso che il suo vero studio è la natura all'aperto, la maggior parte dei suoi quadri viene ultimata o elaborata poi in studio. Per un determinato periodo di tempo Monet ha tre studi a Giverny...i quadri dello stagno non sono dipinti esclusivamente all'aperto, sotto l'ombrellone. Diversamente dai ponti sul Tamigi o dallle vedute di Piazza San Marco, a cui per anni ha poi lavorato in studio, di tanto in tanto il pittore torna davanti ai suoi amati soggetti per rinnovare l'impressione ottica e fare propria l'atmosfera creata dalla luce.

L'impressione in riva allo stagno si rinnova continuamente...


Nei quadri dello stagno delle ninfee troviamo, sviluppata al livello massimo, la dissoluzione nella superficie dell'oggetto rappresentato.

Capiamo meglio...

Le ninfee con le ampie foglie piatte sono per Monet il mezzo per creare sulla superficie del quadro una tensione delle linee orizzontali, mentre i riflessi nell'acqua introducono soprattutto le strutture verticali dei salici o delle canne palustri raggruppate attorno allo stagno.

Ed il fatto che, questi intrecci geometrici estremamente equilibrati non creino un'impressione monotona e priva di tensione, è da attribuire si alle forme ornamentali delle irregolari foglie ovali e dei fiori, ma soprattutto dal colore...

Esso viene scomposto, come mai prima d'ora in migliaia di sfumature...

E' superficie vibrante, è steso come un velo, luce e mosaico...con punti, trattini e macchie Monet colloca nell'infinito e accosta toni cromatici ritratti e sovrappone strati sempre nuovi.
...gli strati inferiori sono sottilissimi di vernice trasparente e la luminosità emerge attraverso i tratti sempre più vigorosi degli strati attraverso le sfumature pastose.




...consigliami, sogno mio, che devo fare ?
Abbracciare con uno sguardo la casta assenza
in questa grande solitudine e, così come
a ricordo di un luogo si coglie una delle ninfee
magicamente chiuse che si innalzano
improvvise e con un intenso bianco circondano il
nulla di un sogno inviolato, di una felicità
che non ci sarà mai, e fuggire con esso
trattenendo il respiro per paura di un'apparizione:
avanzare molto lentamente remando in
silenzio, senza spezzare l'incantesimo con un
colpo di remo e senza che il mormorio delle
bollicine di schiuma, che diventano visibili alla
mia fuga getti davanti a piedi che si
avvicinano inattesi l'allegoria brillante
del mio bottino, un fiore ideale...

Stèphane Mallarmè
( Le Nènuphar Blanc )





Edited by Milea - 15/8/2021, 08:45
 
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view post Posted on 15/8/2021, 08:00     +1   -1
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Ninfee da sogno: capolavoro di Monet
venduto all'asta per oltre 70 milioni di dollari


Il monumentale dipinto "Le Bassin aux Nymphéas", opera chiave della celebre serie del pittore francese, fu eseguito tra il 1917 e il 1919 nella casa di campagna di Giverny



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L'opera che è considerata un momento chiave nella serie dei dipinti di ninfee di grandi dimensioni di Claude Monet (1840-1926), "Le Bassin aux Nymphéas", è stato venduto all'asta da Sotheby's a New York per 70.353.000 di dollari, record per il catalogo di arte moderna e impressionista. Proveniente da una importante collezione privata, la stima di partenza si aggirava intorno ai 40 milioni di dollari.

Ora è il quinto Monet più costoso mai venduto all'asta. "Le Bassin aux Nymphéas" fu dipinto nel 1917-19 nella casa di campagna di Giverny dal maestro impressionista. L'imponente tela (102 x 200 cm) fu concepita per la leggendaria serie di dipinti monumentali di Monet raffiguranti il suo stagno di ninfee, le "Grandes Décorations", iniziata nel 1914 e di cui si possono ammirare esempi oggi al Musée de l'Orangerie di Parigi e al Museum of Modern Art di New York.

Innovativi nel loro trattamento quasi astratto della superficie dell'acqua dello stagno e dei suoi riflessi, questi ultimi lavori di Monet sono riconosciuti come un ponte importante tra l'impressionismo e l'espressionismo astratto.



L'opera di Monet era apparsa per l'ultima volta all'asta nel maggio 2004, quando venne venduta per 16,8 milioni di dollari da Sotheby's a New York. Tra i proprietari del passato figura il famoso produttore di Hollywood e Broadway Ray Stark. Il record assoluto per Monet è stato stabilito dal dipinto "Meules" venduto per 110 milioni di dollari nel 2019 sempre da Sotheby's a New York. Nella stessa asta serale di Sotheby's la composizione "Nature morte: pommes et poires" di Paul Cézanne è stata venduta per 20 milioni di dollari (nel 2003 fu aggiudicata per 8,7 milioni di dollari). Venduti anche cinque lavori di Pablo Picasso, compreso il ritratto "Femme assise en costume vert" per 21 milioni di dollari.





 
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