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Nel 1956 l’artista dipinge il “Cervo nel bosco”
che segna uno dei momenti più alti della sua opera.
“Cervo nel bosco” – 1956
Olio su vetro - 59 x 80
Galleria d’Arte Primitiva – Zagabria
Due sono gli elementi presenti in questo dipinto: un cervo bianco ( e il colore non è stato scelto a caso) e una massa di rami intrecciati chiaro-bruni,che appare immensa in quell’intrecciarsi infinito: questo è il rapporto che ci affascina.
E’ vero, vi è anche il verde dell’erba e l’azzurro del cielo, ma sono valori cromatici utilizzati per dare un taglio adamantino che fa intendere di trovarsi di fronte ad un capolavoro.
Gi alberi di Generalić sono come un fattore metafisico che si eleva al di sopra del consueto: non si tratta soltanto della creazione di uno stile, ma di un nuovo mondo pittorico. Ciò può ricordarci gli intrecci delle foreste vergini del Doganiere, ma con una differenza essenziale, che in quest’ultimo il “fantastico” era “ di norma”, poiché il Doganiere inventava rifacendosi ad un dato modello, mentre il punto di partenza del nostro pittore è il suo paese natio, col quale resta sempre in contatto.
“Nozze di cervi” – 1959
In “Nozze di cervi” il pittore ci dà un paesaggio silvestre con caratteri di favola, tra il verde e lo stilizzato, epico e lirico nello stesso tempo, con quei quattro cervi identici e con il corallo biancastro del bosco. Quale vita muove quei rami bianchi che si curvano e quei cervi araldici che marciano?(M.@rt)
Edited by Milea - 25/7/2014, 15:45.