Ivan Vecenaj

“A me non ha insegnato nulla nessuno…”

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    Ivan Vecenaj (1920)

    “A me non ha insegnato nulla nessuno…”


    “Mietitura” - 1957


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    Ivan Vecenaj è nato il 18 maggio 1920 in una famiglia rurale; era tra i migliori studenti e già allora mostrava grande talento per il disegno e la pittura. Siamo al limite estremo della Croazia, oltre il fiume più settentrionale, la Drava nel villaggio di Gola, dove il pittore-contadino, la cui attività si affida solo all’istinto e che al momento della sua affermazione nel 1954 /55 era già attivo da anni, creò il secondo focolaio della pittura naïf Naïve vandravina.


    “Hochzeitskutsche” - 1959

    olio su vetro - 40 x 50


    vecenajivanhochzeitskut



    La genesi di Vecenaj è originale e autonoma; il pittore stesso nomina gli antichi “vetri “ custoditi nella casa paterna.


    “ In casa di mio padre ancor oggi
    sono appesi alle pareti dei vecchi dipinti
    che mi indussero a suo tempo
    a dipingere qualche quadro…intorno al 1937...
    Egli dipingeva già nel 1914 /15 al fronte...
    Ancora oggi
    conservo dei disegni del tempo di guerra
    e alcuni dipinti
    che egli faceva per noi bambini
    su vecchi cartocci.”



    “ Nella vigna” - 1970

    olio su vetro - 70 x 60 - Proprietà privata,Italia


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    La pittura di Vecenaj si presentava dapprima come una compensazione spontanea della degradata vita contadina di quel tempo; ma appena la situazione del dopoguerra lo consentì, la sua pittura apparve come una brillante sovra compensazione che attraverso il centro culturale zagabrese, doveva ben presto superare i confini della Podravina per diventare una realtà attuale e universale.

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    L’inizio di questa espansione oltre i confini della terra natia, è segnato da una modesta mostra tenutosi alla Galleria d’Arte Primitiva di Zagabria nel 1959.


    “Passaggio del ruscello” - 1956

    olio su vetro - 30 x 35 - Galleria d’Arte Primitiva, Zagabria



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    Le doti narrative di Vecenaj, venate da qualche nota romantica, le possiamo ravvisare nel dipinto “Passaggio del ruscello”: una prova di indipendenza, con la sua tonalità dominante rosso-bruna, con quei suoi caratteristici salici in primo piano che vanno moltiplicandosi sullo sfondo, uno spazio che il pittore ha già strutturato a modo suo. E inoltre già sin da questo momento comincia il suo fantasioso gioco delle chiome degli alberi.


    “Natura morta con gomitolo” - 1957 / 58

    olio su vetro - 40 x 45 - Galleria d’Arte Primitiva, Zagabria



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    Le nature morte dal 1956 al 1960 illustrano non solo l’abilità raggiunta, ma anche uno studio più profondo nella scelta e nella combinazione degli elementi. Nella “Natura morta con gomitolo” gli oggetti sono disposti su una tovaglia di velluto, sullo sfondo di un paesaggio di neve, ma sotto alberi verdi. Si tratta di un gioco della fantasia leggiadro e simpatico.


    “Castagne arrosto” - 1960

    olio su vetro - 40 x 80 - Galleria d’Arte Primitiva, Zagabria


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    Dal 1960 l’artista si impadronisce dello spazio riempiendolo di fantasie floreali, di strane chiome d’alberi e di rami corposi. Se si vuol trovare un’opera che in quel momento rappresenti una sintesi panoramica, bisogna senza dubbio citare “Castagne arrosto”, con quel suo profondo spazio notturno e con le chiome degli alberi rischiarate dal fuoco.


    “Eclissi di sole” – 1961

    olio su vetro - 45 x 81 - Galleria privata,Italia


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    Con grande semplicità egli fa dell’ “Eclissi di sole” un avvenimento strano, nel contempo burlesco e miracoloso con donne che corrono coi ceri in mano e a questa idea dei ceri egli aggiunge anche le stelle che sarebbero apparse nel cielo, e quell’albero che rivive, sul lato sinistro, coi rami che si articolano come mani. Vi sono poi tre salici che fanno da cornice al cielo scuro con un alone avvampato, mentre nell’angolo destro del dipinto sono fiorite le margherite e le campanule.


    “Fattoria in inverno con i buoi” - 1974

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    Nel 1960 appaiono nella sua pittura le leggende bibliche; il paesaggio si trasforma nello sfondo desolato delle prime condizioni umane, quasi animalesche: così lo immagina nella sua fantasia il pittore. Ed è nel 1962, anno straordinariamente fruttuoso, che l’arte di Vecenaj raggiunge uno dei suoi vertici più alti, con una serie di temi biblici ed evangelici che rappresentano un capitolo nuovo e fantasioso dell’arte Naïve mondiale.


    “Giobbe il paziente II” – 1967

    olio su vetro – 70 x 88 - Collezione Sonja D.Barbieri, Roma



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    “ Natività “ – 1970

    olio su vetro – 90 x 110 - Proprietà dell’autore



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    La grande “Natività”, collocata in mezzo al bosco vicino al fuoco, è un esempio di invenzione fantastica, in cui i molti elementi del paesaggio e della natura morta sembrano raccogliersi con naturalismo descrittivo sotto la tenda, sopra la quale si erge la croce di fuoco. Intorno l’uva che matura in mezzo alla neve, i bianchi uccelli annunciatori che volano intorno.


    “Fuga in Egitto” – 1967

    olio su vetro – 71 x 96 - Proprietario: G.Saragat, Italia


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    Nella stranamente nevosa “ Fuga in Egitto” possiamo intuire il miracolo soltanto dall’incanto dei colori e negli alberi che accompagnano l’azione. Nel San Luca evangelista, alcune vacche variopinte compaiono insieme ad altri particolari naturalistici.


    “San Luca evangelista e pittore” – 1972

    Olio su vetro – 90 x 110 - Proprietà dell’autore

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    Di fronte al motivo del Cristo crocifisso, la sua inventiva raggiunge e supera i limiti di una narrazione spaventosa: nella prima versione “Gesù Nazareno” , l’azione si svolge dinanzi ad un paesaggio valdravino, ma con il “gallo evangelico”, coi libri e con una candela appesa ad un ramo. Uccelli bianchi e neri sull’albero secco, una croce improvvisata, il serpente, un teschio: non manca nulla, tranne le donne ai piedi della croce, al loro posto scorrono rivoletti di sangue.


    “ Gesù Nazareno, re dei Giudei” - 1969

    olio su vetro – 81,5 x 67 - Collezione Sonja D.Barbieri, Roma



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    Un uccello triste

    e una croce trasparente

    che divampa dietro gli alberi.



    “Uccello triste” – 1970
    olio su vetro – 115 x 90
    Museo d’Arte Sacra
    Città del Vaticano



    “ Gesù in Padrovina”


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    “Evangelista sul calvario” - 1966



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    All’inizio del 1973 nasce il “Mosè, con quel suo gesto d’ira sopra il Mar Rosso, veramente rosso: tutto viene espresso con pennellate e con vasti grumi di colore, a sinistra la riva è verde, davanti è gialla e a destra blu scuro.

    “Mosè sul Mar Rosso” - 1973

    olio su vetro - Proprietà dell’autore



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    Quasi a compensare questi racconti crudi, dipinge contemporaneamente una serie di splendidi fiori e nature morte, che vengono spesso associate a libri o a ceri,mentre i fiori vengono solitamente posti in vasi dai colori vivi.


    “Fiori nel vaso rosso” – 1971

    olio su vetro – 58 x 58,5 - Collezione Sonja D.Barbieri, Roma



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    La facilità con cui dipinge
    sembra sbalordire il pittore stesso e indurlo a lavori di virtuosismo puro.



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    “Zima” – 1990

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    “Odlazak” - 1990


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    Accanto alla sua pittura, scrive e raccoglie tesori in lingua e proverbi, raccolti in un dizionario con 12.000 vecchie parole del villaggio di Gola, sottotitolato 'Middle Aged Podravian Dialett ' e un libro con 4.000 proverbi. Ha inoltre scritto la storia del suo territorio, ed è autore di due romanzi e un libro di poesie. Alcune di queste poesie sono state musicate e registrate su CD. Egli è anche un collezionista ed ha adattato la sua casa natale a museo etnografico. Vive e lavora a Gola.(M.@rt)






    Edited by Milea - 25/7/2014, 12:01
     
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    “ Prayer room ” - 2005




    Prayer%20RoomIvan_Vecenaj



    Edited by Milea - 25/7/2014, 12:04
     
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