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Josip Generalić (1936 - 2004)
“Joža, Joža”- gli diceva a Koprivnica
il maestro di scuola quando era dodicenne -
“perché dipingi uomini così brutti?”.
“La mia cicogna” – 1971
olio su tela – 108 x 80 - Janos Szekeres, USA
Nato a Hlebine nel 1936, è il figlio di Ivan, fondatore della scuola. Il fatto di essere il figlio del Generalić, contrariamente a quanto si può credere, ciò non gli è mai stato di aiuto. Già all’inizio egli era svantaggiato dalla personalità del padre e dai dubbi dell’ambiente, che accettava la sua pittura con preconcetti aprioristici. Ma le attestazioni più genuine e più commoventi di questa difficile lotta ce le ha date lo stesso Josip:
“ La sua ombra, enorme e spettrale, si muoveva lentamente sulla parete.
La luce della lampada a petrolio illuminava solo la testa e il dipinto;
tutto il resto era penombra.
In preda al panico del buio, correvo in quel cerchio illuminato
e vi rimanevo a lungo come incantato…
Allora dimenticavo i giochi e me stesso.
Quei vetri trasparenti mi parevano una rete invisibile
con la quale mio padre stava pescando gli alberi,
le case, la gente, le nuvole, i fiori… una rete miracolosa gettata su Hlebine.”
( “J. Generalić, autobiografia”1972, pag. 99)“Rapace” - 1965
Cominciò a dipingere verso il 1952. Lo studio all’Istituto Magistrale, non lo distrasse dalla maniera hlebinese; la prima personale nel 1959 a Koprivnica. Tutto è ancora in fase di formazione: “…Dovevo verificare me stesso e affermarmi fuori dalla cerchia paterna…Feci saltare tutti i ponti dietro di me e consapevolmente ho impedito a me stesso ogni possibilità di ripiego, di ritirata e di capitolazione. Resistere o soccombere, ma a Zagabria.”
“Mele” - 1973
olio su vetro - 95 x 90 - proprietà dell'autore
Josip si trasferisce a Zagabria nel 1960 e già nel ’61 dipinge alcune opere secondo una nuova stilistica, riallacciandosi al gioco floreale e allo spirito della sua adolescenza. La nostalgia (certo più dell’infanzia che non del paese natio) comincia a trasfondersi felicemente nelle sue opere, ed è una nostalgia sempre intessuta di riso sottile e di bonarietà burlesca.
“Racconti di pesca e di caccia” – 1961
olio su tavola – B.Bischofberger, Zurigo
La genuinità di Josip sorge da quell’ironia gioviale e spensierata con la quale egli sfiora, per così dire, il suolo natio e la sua gente, adornando il paesaggio di una flora inventata che non è né maestosa né spettrale, ma convince per il suo decorativismo naïf.
“Albero”
Generalić concepisce spesso una idea visuale paradossale e la colloca in un ambiente determinato, relativamente ristretto e proprio in questo modo di procedere e non nel racconto consiste il senso della sorpresa con la quale opera. Il punto centrale del paesaggio viene trasportato sempre più in primo piano e il pittore comincia a sviluppare la sua immaginazione floreale naïve.
“La rana e la cicogna” – 1972
Col suo erbario di fantasiosi prati fioriti, con la struttura piana di chiome d’albero, egli applica deliberatamente il concetto dell’arazzo. Nei suoi dipinti appaiono sempre più spesso gli animali: uccelli sugli alberi, cicogne negli stagni, strani fantastici insetti e il “Lago degli uccelli”, già rivela una piena consapevolezza delle nuove soluzioni.
“Il lago degli uccelli” – 1970
olio su tela – 35 x 24 - E. Graham, Los Angeles
Mentre le immagini del padre sono come appannate da una nota di malinconia, che è la chiave del loro incantesimo, nella pittura di Josip domina una nota serena e gaia… Qualunque cosa accada, il mondo è limpido e festoso, quasi fosse sempre domenica. E’ un mondo al quale sono estranei ogni fatica e impurità. Tutto è buono e bello, immerso in una luce fresca che svela ogni elemento segreto, senza però togliere ogni illusione.“Dopo il bagno” – 1967
Olio su tela – 80 x 100 - Museo Henry Rousseau, Laval
E’ indubbiamente una nuova idillicità, questa Arcadia fiorita di una Podravina inventata. Con un simbolismo semplice ed ingenuo, l’ambiente e il paesaggio sono tramutati in qualcosa di irreale.
“ La sirena di Hlebine” – 1971
olio su tela - 60 x 137 - Proprietà dell’autore
“La sirena di Hlebine” è veramente il suo “grande concetto”. Quest’ultima riassume il suo erotismo ironizzato, di carattere soave ed idilliaco, in un' inquadratura impeccabilmente equilibrata, con nuove quinte di alberi sullo sfondo e con la sua coloritura chiara concentrata su di una insolita coppia di amanti. Il romanticismo di Josip Generalić è del tutto nuovo: anch’esso è paesano, ironico e persino sentimentale, ma è anche allegro, disinvolto ed entusiasmante.
“ Amanti ”- 1990
olio su vetro 40 x 30
“ Con la sua amata attraverso l’acqua”
Acquaforte 24 x 18
All’esposizione “Autunno hlebinese” del 1973 , rivela una fase nuova: si tratta di forme grandi e robuste, caratterizzate da un tipo nuovo di perfezione e saldamente definite nello spazio, dal colore denso e dai gesti naïf, paesaggi ampi e netti, pervasi da una serenità non priva di una nota burlesca.
“Goran a Hlebine” – 1973
olio su vetro – 86 x 111 - Proprietà dell’autore
“Goran sonnolento” – 1973
olio su vetro – 95 x 92 - Proprietà dell’autore
“La grande vendemmia” riassume in un certo qual modo, il periodo floreale e segna nel contempo l’inizio di una pittura più chiara e definita.“La grande vendemmia” – 1973
olio su vetro – 150 x 100 - Proprietà dell’autore
“Il vescovo rosso”, che data alla fine del 1973, rappresenta un grande pavone, diverso nella concezione, nel disegno e nel colore da quello del padre Ivan, e segnato da un’ ironia e da un cromatismo mordenti. (M.@rt)“Il vescovo rosso” – 1973
Edited by Milea - 24/7/2014, 21:31. -
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“ Piccoli pattinatori”
“Tre maschere” – 1971
“La donna e l’uccello” – 1975
“Zucche” - 1985
“Toro” - 1985
“Statua della libertà” – 1987
“La pesca” – 1985
“Pupazzo di neve” - 1987
“ Rosa croata” - 1992
“Angelo della pace” – 1992
Edited by Milea - 24/7/2014, 21:43. -
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"Appletree" - 1973
olio su vetro - 50 x 54
"Small village" - 2001
olio su vetro - 35 x 30.