Stjepan Večenaj

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Stjepan Večenaj


    “Giorgio si riposa” - 1969

    olio su vetro - 45 x 52

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    Nato nel 1928 a Gola, fratello minore di Ivan Večenaj,

    cominciò a dipingere nel 1957,

    ma si affermò dopo il 1962;

    appare quindi al nostro orizzonte culturale

    con la terza generazione della Scuola di Hlebine.


    “Fiori”


    Stjepan si riallaccia in realtà ai dipinti eseguiti dal fratello, intorno al 1960, ma mentre quest’ultimo proprio in quell’anno decisivo viveva un momento di vertiginoso sviluppo, egli rivela nei suoi dipinti gli elementi che aveva assimilato, semplificandoli dall’ evoluzione fraterna ed è indubbio che riuscì a gettare le basi della sua espressione personale. Tale influsso lo si riconosce dalle forme tagliate, dalla stesura larga e dalle caratteristiche semplici del burlesco. In un colloquio il pittore stesso ribadisce come agli inizi avesse delle difficoltà e come lo stesso fratello lo aiutò a staccarsi da lui.


    “Pescatore” - 1968


    stjepanvecenajpescatore



    Tutto sembra aspro e marcato in questa nuova “ modifica” della pittura podravina, ed è tutto veramente ingenuo. Nel 1962 e negli anni successivi Stjepan, oltre ad accudire il lavoro dei campi, intensifica la propria attività di pittore, fino a giungere, nel 1964, ad una propria autonomia dell’immaginazione.


    “Papà che trasporta la mamma in cielo” - 1964

    Olio su vetro – 53,5 x 59 - Galleria d’Arte Primitiva, Zagabria


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    “Papà che trasporta la mamma in cielo” è un’idea nuovissima per la Podravina, non soltanto come racconto, ma anche in virtù della sua esecuzione pregnante che elimina gli accessori superflui per concentrarsi sulla lotta umoristica dei diavoli, i quali cercano di portar via il feretro dal carro del vecchio che corre tra le nuvole.
    Forse la seconda variante, esposta nel 1970 nella galleria Salga di Roma, ribattezzata “Fantasia” è ancora migliore, e probabilmente vi sono altre opere sparse nel mondo che potrebbero illustrare degnamente l’umorismo semplice ed immediato del Večenaj.
    Se però vogliamo riferirci soltanto ai valori più autentici della sua produzione, allora vi troveremo sempre qualche nuova idea: “ Adamo ed Eva” raffigurati in situazioni assurde del 1966, il “Pescatore” del 1967, che sopra l’acqua, su di un ramo sporgente da uno strano albero, sta suonando la chitarra.


    “Il pescatore” - 1967

    olio su vetro - 60 x 50

    Collezione privata, Croazia


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    Anche la figuratività del Vecenaj è costruita dunque, su concetti di carattere aneddotico.
    Nel 1970 egli dipinge la ancor più paradossale “Pescatrice sul fungo”, un’opera di trasparente esecuzione, in cui tutto ciò che è superfluo è eliminato, lo spazio retrostante è pulito e alleggerito nella misura necessaria e il motivo centrale vi appare astutamente portato in primo piano.


    “ Pescatrice sul fungo” - 1970

    olio su vetro - 52 x 46

    Collezione Sonja D. Barbieri, Roma

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    Lo stesso dicasi per “I papaveri”, con quelle enormi capsule di papaveri nel paesaggio coperto di neve.


    “Papaveri” - 1970

    olio su vetro - 52 x 47

    Collezione Sonja D. Barbieri, Roma


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    Anche le scene della vita contadina di tutti i giorni sono pervase da un fine umorismo, che sebbene tenda al paradosso, rimane sempre nei limiti di un rapporto bonario. Dall’inizio del decennio non segue più il fratello, si accontenta dei mezzi raggiunti e su questi costruisce la sua pittura, gli aneddoti e le situazioni.


    “ La madre coi fiori” - 1973

    olio su vetro - 60 x 55

    Collezione Sonja D. Barbieri, Roma

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    Semplici, spesso tesi a spalmature larghe e vivaci, i colori agiscono in modo aggressivo facendo da supporto col semplice mondo di sensazioni da essi evocato, a questi racconti di campagna.


    “Sogno di una notte d’inverno”

    olio su tela - 50 x 40


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    L’artista ha sempre vissuto a Gola, dove è morto nel 2000.(M.@rt)


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    Edited by Milea - 25/7/2014, 13:55
     
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