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Franjo Vujčec ( 1939)
“Astri settembrini” - 1973
Olio su vetro – 50 x 45 - Collezione privata, Parma
Nato a Gola nel 1939, comincia a dipingere nel 1959/60, ma espone per la prima volta nel 1963 e successivamente a molte mostre collettive in patria e all’estero.
Se colleghiamo gli inizi di Franjo Vujčec ( anche in base alla vicinanza topografica di questo pittore con Ivan Večenaj, di lui più anziano ma nativo dello stesso villaggio) alla cerchia d’ oltredrava che si era già formata, potremmo rilevare indubbi punti di contatto con la teatralità compositiva che caratterizza la produzione degli anni 1962/64 di Stjepan Večenaj, fratello minore di Ivan.
“Inverno” – 20 x 16
Si deve ritenere invece in “antitesi” con le forme stagliate di Stjepan; sono infatti forme tonde quelle entro le quali Vujčec racchiude sia le figure sia la natura e che distingue il suo tradizionalismo, dal burlesco pungente di Ivan Generalič e dal buonumore frizzante di Ivan Večenaj.
Anche gli ampi registri di tutti colori più chiari, contribuiscono a tale addolcimento e proprio con questi registri Franjo Vujčec introduce nella terza generazione, ciò che potremmo definire “ sentimentalismo romantico”. Solo nella mostra del 1973 tali tendenze hanno raggiunto la consistenza di un’espressione personale, portando così tutta una serie di opere ad un livello artistico invidiabile.
“ Case” - 20 x 16
Si tratta certamente del ripristino della tradizione che, però, si presenta arricchita di una nuova sensibilità: e qui sta l’importanza di Franjo Vujčec. Nei suoi dipinti manca l’incantesimo di Ivan Večenaj, ma le sue opere rivelano una nota di ironia che fa da contrappunto al lirismo del paesaggio e della situazione.
“Peperoni rossi” – 1970
olio su vetro – 60 x 70 - Collezione privata, Italia
Il pittore lascia trasparire il suo largo sorriso e sa astutamente sortire un “ buon effetto” nei suoi “ Peperoni rossi” appesi per così dire, davanti al paesaggio innevato. “E’ meglio ridere che piangere” aveva detto una volta. Nel suo lirismo vi sono misura e discrezione e altrettanto nella scelta dei temi, che egli evidentemente sceglie secondo un criterio personale.
“L’alba” - 1974
olio su vetro – Collezione Sonja D. Barbieri, Roma
E proprio in ciò consiste il bello della sua pittura: con motivi semplici e già “consunti” Vujčec riesce a fare dei piccoli capolavori. Egli è dunque un pittore naïf che è tornato ai racconti dei bambini e ne ha fatto qualcosa di nuovo: le sue aurore e le sue notti fanno dell’artista uno dei più freschi innovatori nell’evoluzione della scuola. Franjo Vujčec vive a Gola.( M.@rt)
“ Autunno ” - 16 x 20
Edited by Milea - 24/7/2014, 22:11.