Davide con la testa di Golia

Caravaggio - 1607

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    Michelangelo MERISI
    detto Caravaggio
    1607
    Davide con la testa di Golia
    Olio su tela
    125X101cm
    Galleria Borghese - Roma







    In questa tela Caravaggio si ritrae nella testa mozzata del filisteo Golia, afferrata dal giustiziere Davide, il giovane israelita che solo osò sfidarlo, risoluto e audace: un macabro particolare che rivela lo stato d'animo dell'artista, la cui sorte sarebbe già stata segnata se non avesse ottenuto la grazia.

    Il pittore riconosceva le proprie colpe, ma voleva forse ricordare al pontefice che nello sciagurato scontro del 1906, in cui durante un litigio aveva ucciso un uomo, Ranuccio Tomassoni, era stato colpito alla testa, quasi ad invocare un'attenuante e chiedere per se' quella pietà che si legge nello sguardo di Davide.

    La resa brutale della realtà e la presenza della luce come apparizione simbolica danno alle opere di Caravaggio un contenuto profondamente religioso, che trova riscontro nell'impulso dato da alcuni scrittori della Controriforma cattolica ( San Filippo Neri, san'Ignazio di Loyola, san Carlo Borromeo ) alla pratica di culto rivolta a larghi strati popolari.
    La spontanea aderenza di Caravaggio al contenuto umano dei testi biblici superò tuttavia gli intenti stessi dei riformatori: per questo, le sue opere incontrarono molta ostilità ed egli fu costretto a lavorare in un sostanziale isolamento.

    Le lettere, riferibili a un facile motto latino, ancor leggibili sulla spada di Davide, "H(UMILI)TAS O(CCIDIT) S(UPERBIAM), sarebbero funzionali a sottolineare, come ha evidenziato Marini, il sogegtto del dipinto rendendolo ancora più incisivo. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 18/6/2014, 16:08
     
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    Edited by Milea - 11/5/2014, 21:59
     
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    Ricordato fin dal 1613 nella Galleria Borghese, secondo Bellori il dipinto sarebbe stato eseguito per il cardinale Scipione Borghese come omaggio e “sollecitazione” della domanda di grazia presso lo zio papa Paolo V (Camillo Borghese) implorata dal pittore, resosi latitante dopo l’uccisione di Ranuccio Tomassoni. Anche grazie all’interessamento del cardinale Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, la petizione stava effettivamente percorrendo il necessario iter burocratico all’interno della cancelleria papale.



    Il riferimento alla pena capitale è sottolineato in modo impressionante dall’identificazione tra Caravaggio e Golia. Fin dal XVII secolo infatti, nelle sembianze del gigante sconfitto, sfregiato e decapitato è sempre stato riconosciuto un drammatico ritratto del pittore lombardo e in molte delle opere eseguite da Caravaggio dopo la precipitosa fuga da Roma, si può ravvisare una dinamica psicologica tra il senso di colpa e il desiderio di espiazione.


    testagolia




    La bocca semiaperta lascia intravedere denti radi e malsani, mentre la fronte è profondamente ferita dal sasso di Davide: Caravaggio, spesso coinvolto in risse, probabilmente doveva portare a sua volta sul volto i segni di percosse e colpi.



    Caravaggio_Davide






    Anche Davide,
    staccandosi dalla tradizione iconografica,
    mostra una profonda pietà
    per il nemico ucciso:
    il volto, anziché trionfante
    per la vittoria conseguita
    contro il gigantesco nemico,
    è improntata
    ad un senso di profondissima pietà,
    di intima e sofferta partecipazione.










    caravaggiodavidveste






    La stesura delle pennellate lunghe,
    filamentose e magre,
    acuisce il senso di solitudine
    e di amarezza del dipinto.
















    davidconlaspada



    Sulla lama della spada
    si leggono nitidamente le lettere “HASOS”.
    La proposta più convincente
    per interpretazione della misteriosa sigla,
    riporta al motto in latino di sant’Agostino
    HumilitAS Occidit Superbiam,
    “l’umiltà uccide la superbia.”
    La parola “humilitas” è anche il motto dei Borromeo,
    protagonisti della Chiesa milanese.

    Ma potrebbero forse indicare,
    molto più semplicemente,
    il marchio dell’armaiolo.






    Se tutti gli studiosi concordano sulla lettura del dipinto in chiave autobiografica, così come la sua probabile esecuzione a Napoli, controversa è la sua datazione. Alcuni specialisti tendono a considerare la tela come una delle ultimissime opere del pittore (e in questo caso la ferita sulla fronte di Golia potrebbe ricordare lo sfregio subito da Caravaggio nella rissa presso l’osteria del Cerriglio), ma altri propendono a considerarla eseguita poco dopo la fuga da Roma, durante il primo periodo napoletano, tra il 1606 e il 1607. (M.@rt)


    Edited by Milea - 18/6/2014, 16:11
     
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