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Immaginate un giovane bohémien che
si guadagna da vivere suonando
il pianoforte e scrivendo mélodies.
Un tipo in gamba, con il Prix de Rome
alle spalle, e delle idee bizzarre
per la testa, che fanno montare
su tutte le furie i maestri.
Siamo nel 1891 ed il personaggio
in questione è nientemeno che
Claude-Achille Debussy
Saint-Germain-en-Laye, 22 agosto 1862
Parigi, 25 marzo 1918
Risale a quest’epoca la prima versione
della sua Suite bergamasque
per pianoforte, venduta per 200
franchi all’editore Choudens.
Nel 1905 Debussy decide di
pubblicare una nuova versione
del pezzo giovanile.
Debussy riconsegna alle stampe
la Suite bergamasque
(questa volta col ben noto editore Durand).
Siamo di fronte ad un’opera che
attraversa quasi vent’anni
dell’itinerario artistico
del compositore:
un piccolo scrigno che svela aspetti
interessanti del suo pensiero musicale.
La Suite è una forma musicale antica,
molto usata dai clavicembalisti
francesi del 1700 come Rameau
e Couperin.
I tempi della ''Suite Bergamasque'' sono:
- ''Prelude''
- ''Menuet" e "Passepied'' (antiche danze)
- ''Clair de Lune''
Edited by Lottovolante - 9/10/2010, 13:10. -
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P R E L U D E
Le ampie volate dell’incipit e gli accordi
staccati, o i brevi episodi polifonici,
dove si accenna un dialogo tra le voci,
non lascianodubbi: il musicista francese,
mentre scriveva, aveva in mente Frescobaldi,
e le toccate barocche, e i clavicembalisti.
Ma gli effetti timbrici sono inaspettati,
le combinazioni armoniche imprevedibili
e ardite.
L’orecchio insegue le dissonanze
che restano sospese e si lascia
ammaliare dalle sonorità rarefatte.
Questo è Debussy.
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M E N U E T
Il Menuet incuriosisce perchè, pur
mancando la tradizionale struttura
AABB e le frasi simmetriche,
viene ricreata l’idea di danza,
con la fusione di elementi
ritmici e melodici.
Come non cogliere, in quest’affinità
con i procedimenti della poesia
simbolista, la modernità
del musicista francese?
Modernità che emerge anche
dal carattere armonico di alcuni
passaggi dove il predominio
della sensibile viene destituito
dal ricorso ai modi gregoriani,
quasi a voler “torcere il collo
all’eloquenza”, per dirla
ancora con Verlaine.
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P A S S E P I E D
Ancora una danza barocca, e il pensiero
corre alle Suite inglesi, o
alle Partite di Bach.
Eppure, le prime battute sorprendono
ancora: la melodia principale attorno
alla quale si sviluppa il ricamo
ritmico-polifonico delle altre voci
è forse una riproposizione
del gamelan di Giava, che
il musicista francese aveva
ascoltato nel 1889
all’Esposizione Universale di Parigi.
Pare ne fosse entusiasta al punto
da sostenere che, al confronto,
“la polifonia di Palestrina è
un gioco da ragazzi, e
le nostre percussioni non sono
che rumori primitivi
da fiera campestre”.
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Clair de Lune
Il Clair de lune nell’ordine
segue il Menuet.
Si dilegua il clima settecentesco,
tanto da far supporre che l’autore
avesse concepito inizialmente
questo brano come unicum, e
che solo più tardi abbia deciso
di inserirlo nella Suite.
Resta, però, un legame con la tradizione:
quale topos più inflazionato,
da Beethoven a Bellini, per non parlare
della letteratura, dove possiamo
risalire a Saffo?
Inoltre, lo stesso Debussy, come
Fauré, aveva messo in musica,
in forma di chanson, i versi
del Clair de lune di Verlaine.
A dispetto di precedenti così illustri e
numerosi, in questa pagina l’immagine
notturna assume tratti squisitamente
originali, grazie ad una metrica
musicale discontinua, affiancata
da leggerezza timbrica e dissoluzione
delle tensioni armoniche.
Illuminante, in tal senso, la conclusione
del brano, dove alla consueta cadenza
dominante-tonica si sostituisce
l’alternanza di tonica e mediante,
armonicamente affini.
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Chiaro di luna sul porto di Boulogne di Édouard Manet
Debussy e l'impressionismo musicale
Artisti del calibro di Monet, Cézanne e
Degas appartenevano a quel movimento
assai noto, chiamato impressionismo
pittorico, le cui pennellate, delicatissime,
erano in grado di cogliere anche il minimo
cenno di luce e movimento.
Parallelamente all'impressionismo pittorico,
tra la fine dell'Ottocento ed i primi
del Novecento, in Francia nacque
una corrente musicale definita
impressionismo musicale, capeggiata
da Claude Debussy.
Influenzato dai dipinti dei pittori
impressionisti francesi e
dalla poesia di Paul Verlaine,
Charles Baudelaire e Stephane Mallarmé,
l'impressionismo musicale dava maggior
peso ai timbri e alle atmosfere che
alle strutture formali quali la sonata
o la sinfonia.
I colori pittorici impressionisti corrispondono
quindi ai colori timbrici strumentali nella musica
e, come i contorni pittorici sono sfumati,
così i contorni musicali sono indefiniti
e sospesi, ocapaci di offrire un'atmosfera
immaginaria, raffinata, elegante e preziosa,
con impressionii brevi, indefinite, momentanee,
fuggitive, evanescenti, oniriche, eteree, aeree,
irreali e fantastiche.
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La tenera apertura del brano
"Claire de Lune" è sospesa
come a mezz'aria.
Dopo il dispiegarsi del canto
dagli accordi di sei suoni,
una pausa in dimunuendo
prepara l'entrata di un nuovo
tema, sopra un accompagnamento
morbidamente arpeggiato.
E' la sezione centrale che
progressivamente si anima
fino all'espansione lirica
nel registro acuto; quindi,
su un lungo pedale armonico,
s'intersecano un canto ed
un controcanto nel registro medio.
Infine, la prima sezione viene
ripresa e variata, concludendosi
nella coda in dissolvimento.
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La Suite Bergamasque
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