La bambina malata

Edvard Munch, 1896

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    Edvard Munch
    La bambina malata
    1896
    Olio su tela
    121,5X118,5cm
    Konstmuseum - Goteborg






    ''Gli angeli della paura,
    dolore e morte,
    sono stati al mio fianco
    sin dal giorno in cui sono nato.
    Mi hanno seguito
    mentre giocavo,
    mi hanno seguito ovunque...''



    L'infanzia dell'artista fu segnata in maniera indelebile dai lutti familiari, che divennero un soggetto ricorrente nei suoi dipinti, anche a distanza di molti anni.
    La morte per tubercolosi della sorella Sophie, in particolare, avvenuta quando Munch aveva quattordici anni si trasformò nell'emblema della sofferenza della sua famiglia:

    ''Credo che nessun pittore
    abbia vissuto il suo tema
    fino all'ultimo grido di dolore
    come me quando ho dipinto
    la bambina malata...''



    ...e ancora: "Non ero solo su quella sedia mentre dipingevo, erano seduti con me tutti i miei cari, che su quella sedia, a cominciare da mia madre, inverno dopo inverno, si struggevano nel desiderio del sole, finchè la morte venne a prenderli".

    La prima versione del dipinto, replicato in altre quattro tele e innumerevoli variazioni grafiche, fu realizzata nel 1885. Alcuni anni prima anche Christian Krogh aveva affrontato il tema ma "seduto in trono e avendo pietà dei suoi modelli", mentre per Munch si trattava di un'esperienza di prima mano.
    Aveva rielaborato per mesi la tela, insoddisfatto della troppa evidenza del bicchiere e della lontananza del risultato dalla sua prima impressione.

    Per ritrovare la sensazione della pelle trasparente, degli occhi stanchi, della bocca tremante della sorella, aveva raschiato e diluito il colore, condotto una specie di lotta corpo a corpo con la materia...

    Nella versione di Goteborg i colori sono più intensi e la scena meno rarefatta, ma la superficie appare comunque graffiata, sofferente con se stessa. Le linee verticali richiamano le ciglia di Munch, che avevano influenzato la visione, e l'impatto emotivo del dipinto è altissimo.
    Le due donne, sebbene unite dall'incontro delle mani, appaiono chiuse in un dolore personale e incomunicabile, segnato dalla consapevolezza dell'approssimarsi della morte. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 7/5/2014, 11:49
     
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