Eredità I

Edvard Munch, 1897-1899

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    Edvard Munch
    Eredità I
    1897-1899
    Olio su tela
    141X220cm
    Munch museet - Oslo







    L'inaudita crudezze del dipinto fece gridare allo scandalo quando fu esposto nel 1903 al Salon des Indipèndants di Parigi.
    Nel corridoio di un ospedale per malattie veneree, il pittore aveva visto una madre disperata tenere in grembo il suo neonato affetto da sifilide e destinato a morire.
    L'immagine lo aveva fortemente colpito, facendolo ripensare alla propria infanzia. Oltre alle sventurate vicende degli altri familiari, Munch stesso aveva avuto una salute assai cagionevole, con lunghi periodo passati a letto.
    Per l'artista dunque, non si trattava di una provocazione alla moralità e al perbenismo ipocrita, quanto, ancora una volta, di una scena che aveva toccato una corda dolorosa del tutto personale.

    Nel suo diario l'aveva commentata lungamente:

    ''Il viso della madre che si piega sul bambino è diventato scarlatto per il pianto. C'è una forte contrapposizione di colore tra il viso rosso, gonfio, rigato di lacrime, contorto in una smorfia e il volto bianco cenere del bambino, che contrasta fortemente con lo sfondo verde. Il bambino fissa con occhi grandi e profondi il mondo nel quale è involontariamente entrato. Malato, spaventato, un quesito negli occhi, guarda nella stanza - sospeso dal reame di dolore in cui è entrato e già con la domanda perchè. Era il vecchio, familiare fenomeno dei 'fantasmi'...Ma era anche la mia vita. Il mio perchè''.

    Nel dipinto Munch si concentra sull'aspetto psicologico, sulla muta interrogazione della creatura e sulla maschera di pianto della donna. Disteso su un panno bianco, che ne sottolinea l'innocenza, il neonato è posato sul grembo della madre, che lo guarda senza toccarlo. Come in altre opere, la sofferenza dei due personaggi è abissale e incomunicabile, senza soluzione e senza conforto. La composizione richiama una delle due iconografie più rappresentate dalla pittura cristiana, quella della Madonna col Bambino, a sottolineare la sacralità di un legame già tragicamente spezzato. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 9/7/2014, 20:03
     
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