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Edvard Munch
Malinconia, Laura
1899
Olio su tela
110X126cm
Munch museet - Oslo
Nata nel 1867, Laura era la penultima sorella dell'artista. Anch'ella non ebbe una vita felice: vittima di sindromi maniacodepressive, passņ lunghi periodi ricoverata in clinica.
Munch fissa sulla tela la sua desolata condizione esistenziale, identificandola con la sensazione stessa della malinconia, di cui la donna diventa un simbolo vivente.''Ho fatto sedere la malinconia
accanto al tavolo scarlatto con dietro la finestra...
Bisognava farne un personaggio grande,
potente e monumentale
nel suo nero tormento muto ed eterno...
I suoi occhi erano senza luce,
fissavano lo spazio vacui e immoti"
Laura, solida e monolitica come nelle intenzioni del fratello, č raffigurata assorta in un angolo.
Le mani, nč distese, nč chiuse a pugno, sono abbandonate lungo il corpo, mentre la testa pare sprofondare nella massa degli abiti.
Nel suo viso, parzialmente illuminato, giganteggiano gli occhi, fosse d'ombra senza fondo apparente.
Sulla parete alle sue spalle il riflesso della finestra forma una croce, motivo evidentemente simbolico, che il pittore aveva gią utilizzato in "Notte a Saint Cloud", realizzato poco dopo la morte del padre.
L'atmosfera della stanza, allegra e luminosa, stride con le tinte cupe della figura, che appare completamente isolata da ciņ che la circonda.
La donna sembra trovarsi in un'altra dimensione, estranea alla realtą della tovaglia rossa e del vaso di fiori.
La finestra alla sua destra č chiusa; il mondo č fuori, non c'č alcun contatto, soltanto estraneitą tra il personaggio e l'ambiente in cui si trova.
A ncora una volta Munch utilizza i membri della propria famiglia per esprimere la dimensione dello scollamento fra l'essere umano e il mondo. Laura diventa un nuovo emblema di dolore universale e l'artista intreccia la sua storia personale con la malattia, divenuta condizione esistenziale dell'uomo contemporaneo. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 7/5/2014, 11:33.