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Sad Calipso
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Gnossienne numero 3.
Erik Satie, colto e bizzarro.
Ironico, iconoclasta, sarcastico.
E chi più ne ha più ne metta.
Ancora oggi, ascoltando la sua musica, risulta difficile definirne i confini, in quell’ambiguità che la fa apparire seria e giocosa allo stesso tempo.
Tutto il Novecento musicale è in qualche modo debitore di Erik Satie, per quanto la “grande musica” non l’abbia mai neanche accostato ai “grandi” della sua epoca: Debussy, Ravel, Stravinskij, Mahler.
Troppo poco “serio” per ottenere il parere unanime dell’Accademia (e del pubblico).
Troppo anticonformista per diventare un “classico”.
Eppure Satie il suo momento di gloria lo ha avuto, quando è diventato esponente di spicco delle avanguardie parigine di inizio secolo, camminando a braccetto sulla riva della Senna con personaggi come Pablo Picasso, René Clair, Jean Cocteau.
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7 replies since 11/12/2010, 10:29 3557 views
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