Edward Hopper

Biografia dell'artista

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    Edward Hopper

    " Non dipingo quello che vedo, ma quello che provo."




    Edward Hopper nacque a Nyack, piccola cittadina sul fiume Hudson, da Garret Henry e da Elisabeth Griffiths Smith, il 22 luglio 1882: già dall'età di 5 anni dimostrò una spiccata abilità nel disegno e i suoi genitori lo incoraggiarono facendogli leggere riviste e libri sull'arte. Nel 1895 dipinse il suo primo quadro dimostrando uno spiccato interesse verso le navi e tutto ciò che è legato ad esse.
    Nel 1900 entrò alla New York So Art, frequentata da altri futuri protagonisti della scena artistica americana dei primi anni cinquanta: Guy Pène du Bois, Rockwell Kent, Eugene Speicher e George Bellows. Importante per la sua formazione e crescita, però, fu il contatto con tre insegnanti della scuola: William Merrit Chase, che lo avrebbe incitato a studiare. Il suo primo impiego fu come illustratore pubblicitario per la C. Phillips & Company.

    Self_Portrait_Ed_Hopper

    Nel 1906 si recò per la prima volta in Europa, visitando Parigi e proseguendo poi, nel 1907, per Londra, Berlino e Bruxelles.
    Lo stile personale ed inconfondibile, formato da precise scelte espressive, emerse e si formò nel 1909, quando decise di tornare a Parigi per sei mesi, dipingendo a Saint-Germain-des-Prés e a Fontainebleau. Prediligeva un particolare e ricercato gioco di luci e ombre, la descrizione di interni, imparata da Degas e il tema centrale della solitudine.

    Mentre in Europa prendevano piede il fauvismo, il cubismo e l'astrattismo, Hopper era attratto per lo più da Manet, Pissarro, Monet, Sisley, Courbet, Daumier, Toulouse-Lautrec e dal più antico Goya.
    Tornato stabilmente negli Stati Uniti, che non lascerà più, Hopper abbandonò le nostalgie europee che lo avevano influenzato sino a quel momento, ed iniziò ad elaborare soggetti legati alla vita quotidiana americana. Tra i soggetti a cui si dedicò vi furono soprattutto la rappresentazione di immagini urbane di New York e delle scogliere e spiagge del vicino New England.

    Tra il 1915 ed il 1923 abbandonò temporaneamente la pittura, dedicandosi a nuove forme espressive come l'incisione, eseguendo puntesecche e acqueforti, grazie alle quali ottenne numerosi premi e riconoscimenti, anche dalla prestigiosa National Academy of Design.
    Il successo ottenuto con una mostra di acquerelli (1923) e con un'altra di dipinti (1924) contribuirono a fare di Hopper il caposcuola dei realisti che dipingevano la "scena americana".
    La sua evocativa vocazione artistica si rivolse sempre più verso un forte realismo, sintesi della visione figurativa combinata con il sentimento struggente e poetico che Hopper percepiva nei suoi soggetti.

    Preferiva immagini urbane o rurali, immerse nel silenzio, che comunicando allo spettatore un forte senso di inquietudine. La composizione dei quadri è un sofisticato gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali"; sintetici i dettagli. La scena è spesso deserta; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità ed incomunicabilità tra i soggetti che ne accentua la dolorosa solitudine. Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio". Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti, che aveva visto dal vero, a Parigi all'inizio del Novecento, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi.

    Nel 1937 Hopper acquistò una casa a Truro (Massachusetts), nella penisola di Cape Cod, dove da allora iniziò a passare regolarmente i mesi estivi. Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, ricorre in molti suoi dipinti.
    Nel 1933 il Museum of Modern Art di New York gli dedicò la prima retrospettiva e il Whitney Museum of American Art, la seconda nel 1950.

    Hopper morì a 85 anni il 15 maggio 1967 nel suo studio nel centro di New York. Oggi è considerato uno dei grandi maestri americani, citato in qualche caso come precursore della Pop Art.


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    HopperTrasp






    Bibliografia delle opere trattate: Rizzoli/Skira, I classici dell'arte





    Edited by Milea - 21/8/2022, 20:13
     
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0 replies since 28/12/2010, 21:53   77 views
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