Joan Miró, Biografia dell'artista

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view post Posted on 6/1/2011, 21:36     +4   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Joan Miró


« Mi lavavo le mani prima di entrare come se si trattasse di un rito sacro.
Ma ero un modello d'inettitudine. »







Joan Miró i Ferrà nasce a Barcellona il 20 aprile 1893. Figlio di un orefice, e nipote di un ebanista, comincia a disegnare all'età di 8 anni. Nel 1910 si stabilisce per un lungo periodo in campagna, nella proprietà familiare di Montroig del Camp. La famiglia di Mirò non vedeva di buon occhio che il giovane volesse dedicarsi alla pittura, per questo dovette iscriversi alla Scuola di Commercio, e nel 1910 si vide obbligato ad accettare come contabile in una drogheria, frequentando i corsi serali di pittura.

miro_foto

L’anno successivo, però, si ammala di tifo e viene spedito a “riprendersi” nella casa colonica che i genitori hanno appena comprato a Montroing del Camp, in provincia di Terragona. Mirò conosce bene questa zona perché la sua famiglia, per parte paterna, ne era. Questo soggiorno si rileva decisivo per il suo futuro di artista, poiché a Barcellona ottiene finalmente il permesso di iscriversi a una scuola di Belle Arti.

All’Accademia d’Arte di Barcellona è un fenomeno di incapacità, non riesce a vedere il volume, a renderlo con il chiaroscuro. Ciò che per i suoi compagni è così facile, lui non riesce a farlo! Ma ha la fortuna di incontrare un maestro capace di aiutarlo, Francesc Galì, che inventa un metodo apposta per lui: chiudere gli occhi e disegnare con la memoria del tatto.

Sarà un lungo periodo di convalescenza passato nella casa di famiglia che consolida definitivamente la sua vocazione; lo stesso Miró riconoscerà in seguito in Montroig e Maiorca i due poli della sua ispirazione.
Tornato a Barcellona nel 1912, Joan Miró entra alla Scuola d'arte di Barcellona. Nel 1916 affitta uno studio ed entra in contatto con personalità nel mondo dell'arte; in questi anni scopre il fauvismo e tiene la sua prima esposizione personale alle Galeries Dalmau (1918). Mirò espone soprattutto nature morte, nudi, ritratti e paesaggi, tra i quali figura Siriuna, il villaggio.

Se lo confrontiamo con altre vedute dello stesso periodo, piene di un colorismo di radice fauve, questa del villaggio di Siurana, con i suoi colori bruciati e verdi, ci sembrerà più pesante; qui, però, si apprezza in modo splendido un´altra caratteristica del lavoro di Mirò di questo periodo, che è la sua personale ricezione del cubismo parigino, conosciuto attraverso delle riproduzioni e una mostra d’arte francese che era stata presentata poco tempo prima a Barcellona.

I paesaggi di questo periodo - nonostante il loro realismo - non hanno prospettiva, e i vari oggetti sembrano sovrapporsi gli uni sugli altri; l’unica profondità ci viene data dal motivo ricorrente di un sentiero che si addentra nel quadro e che guida il nostro occhio nel paesaggio. È un momento questo in cui Mirò non ha paura di semplificare e deformare gli elementi naturali se, così facendo, ne può mostrare con maggior forza l’individualità; in questa immagine le linee fragili del sentiero, quelle ondulate della terra arata, quelle geometriche delle case del villaggio e quelle flessuose del paesaggio montano, creano una calligrafia particolare che - proprio per la sua monocromia - si converte nel vero elemento strutturante del quadro.



Nel 1920, attirato dalla comunità artistica che si riunisce a Montparnasse, si stabilisce a Parigi, dove conosce Picasso e il circolo dadaista di Tristan Tzara.
Già in questo periodo comincia a delinearsi il suo stile decisamente originale, caratterizzato da un realismo trasformato dall'accentuazione o dall'aggiunta di numerosi dettagli che conferiscono a "La fattoria" (1922), un aspetto quasi allucinatorio. Continuando a risiedere alternativamente a Parigi e Montroig, si dedica a una pittura improntata al più «puro automatismo». Forme in completa libertà, né astratte, né figurative, neanche «simboliche» nel senso comune del termine, si muovono su di una superficie ove è scomparso ogni effetto prospettico. Nel 1928, la sua esposizione nella galleria Georges Bernheim lo rende famoso.
Il 12 ottobre 1929 Miró sposa Pilar Juncosa a Palma di Maiorca; la coppia ha un’unica figlia di nome María Dolores, nata il 17 luglio 1931 e morta nel dicembre 2004.



Con lo scoppio della guerra civile spagnola (1936) torna a Parigi, dove si dedica a raccogliere fondi a favore della causa repubblicana, ma ritorna in Spagna al momento dell’occupazione nazista della Francia e da questo momento vive stabilmente a Maiorca o a Montroig, in assoluta solitudine, rifiutando esplicitamente ogni partecipazione a manifestazioni artistiche organizzate dal regime franchista.

Tornato nella casa di famiglia, Miró sviluppa uno stile surrealista sempre più marcato; in numerosi scritti e interviste esprime il suo disprezzo per la pittura convenzionale e il desiderio di “ucciderla”, “assassinarla” o "stuprarla" per giungere a nuovi mezzi di espressione.
Dopo la morte della madre, avvenuta nel 1944, Miró inizia a dedicarsi a lavori di ceramica e a sculture di bronzo.

Nel 1954 Miró vince il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio Internazionale Guggenheim.
Dal 1956 si stabilisce definitivamente a Palma di Maiorca in una casa progettata e costruita dal cognato, con un laboratorio e uno studio di pittura.




Nel 1978 si dedica alla scenografia per uno spettacolo teatrale, nonché alla scultura monumentale. Risale a questo periodo la sua celebre scultura "Dona i ocell" (Donna e uccello), che si trova nel parco Joan Miró a Barcellona.


Per i riconoscimenti in patria Miró deve attendere gli anni della vecchiaia e la caduta del franchismo: nel 1978 riceve la Medalla d'Or de la Generalitat de Catalunya; nel 1979 l'Università di Barcellona gli conferisce la laurea honoris causa ( l'Università di Harvard aveva già provveduto nel 1968); nel 1980 riceve la medaglia d’oro delle Belle Arti dal re di Spagna Juan Carlos; nel 1981 viene premiato con la medaglia d'oro di Barcellona.
In età avanzata Miró accelera il suo lavoro, creando centinaia di ceramiche, tra cui il Muro della Luna e il Muro del Sole presso l'edificio dell'UNESCO a Parigi. Joan Miró muore a Maiorca all'età di 90 anni; è sepolto a Barcellona, nel cimitero di Montjuïc.



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Edited by Milea - 28/8/2022, 13:52
 
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