Conversione di san Paolo

Caravaggio, 1602 - 1603

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    caravaggio_conversione_50

    Conversione di san Paolo, 1602-1603
    olio su tela 230×175 cm
    Roma, Santa Maria del Popolo, Cappella Cerasi


    Nella seconda e definitiva versione del quadro laterale per la Cappella Cerasi, Caravaggio cambia radicalmente impostazione.
    In deroga a una ben consolidata tradizione iconografica (che a Roma contava anche l’autorevole precedente dell’affresco di Michelangelo nella Cappella Paolina del Vaticano), san Paolo non cade da cavallo lungo la via di Damasco, verso la quale si stava dirigendo alla testa di una legione di soldati romani per perseguitare i primi cristiani. Nell’interpretazione inedita di Caravaggio il fatto miracoloso della conversione del discepolo si svolge nella penombra di una stalla, alla presenza di un anziano scudiero, un’unica altra presenza umana oltre a Paolo.


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    Un grande e stanco cavallo pezzato conquista quasi interamente la scena; il santo è steso a terra, lungo il bordo inferiore del dipinto, accecato da un raggio di conoscenza che colpisce solo lui, che nessun altro può vedere, e che non è collegato ad alcuna apparizione soprannaturale.
    L’episodio si svolge al chiuso, di sera, in una luce smorzata e in assoluto silenzio; i gesti, le espressioni, gli sguardi, il contesto, la luce, il numero dei personaggi: tutto è radicalmente diverso rispetto all’altra Conversione del 1601, oggi conservata nella Collezione Odescalchi.

    L’episodio della Conversione di san Paolo perde così il carattere di evento pubblico e si traduce in chiave intima e interiore, ma certamente non meno intensa. Caravaggio modifica i termini del contratto, dipingendo i due quadri laterali della Cappella Cerasi su tela e non, come previsto, su tavola.
    Così, ha potuto rendere l’effetto di una illuminazione fioca, dalla quale i dettagli emergono lentamente: scopriamo le vene sulle gambe dell’anziano stalliere, la sua fronte aggrottata, il movimento cauto del cavallo.


    San_Paolo_Caravaggio




    L’artista sceglie un’interpretazione diversa e inedita anche per il modello che impersona il protagonista, giovane e glabro; gli occhi chiusi ricordano la provvisoria cecità di Paolo, folgorato dal raggio divino. La mano di Paolo si alza verso il cielo, in un gesto di impotenza.

    Carav_Zampa

    Sorprendentemente Caravaggio alterna ampie lasciate libere con punti in cui si addensa la raffigurazione: in un breve spazio si incontrano la zampa sollevata del cavallo, la mano dello stalliere che regge il morso metallico e la sua gamba nodosa, attraversata da vene in rilievo.
    In considerazione della collocazione laterale delle tele, Caravaggio ha studiato accuratamente la disposizione degli elementi fondamentali nella creazione dell’immagine, disponendoli in diagonale: il cavallo per san Paolo, la Croce per san Pietro. (M.@rt)



    Edited by Milea - 11/5/2014, 23:36
     
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    Edited by Milea - 19/6/2014, 13:58
     
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