Annuncio della morte di Santa Fina

Domenico Ghirlandaio, 1475

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    Domenico GHIRLANDAIO
    Annuncio della morte di Santa Fina
    Affresco
    295X320cm
    Collegiata - San Gimignano
    cappella di Santa Fina







    Sulla tomba di santa Fina, eseguita da Benedetto da Maiano nell'omonima cappella di San Gimignano, una lunga iscrizione redatta dall'umanista Battista Cantalico ricorda la data "MCCCCLXXV" della fondazione della cappella e invita i fedeli a osservare gli affreschi con i miracoli della santa, morta nel 1523.

    A far costruire tomba e cappella da Giuliano da Maiano, che, tra 1466 e 1468, aveva ristrutturato la Collegiata, era stato il Comune di San Gimignano, che ne aveva affidato la decorazione a Ghirlandaio.

    Il pittore viene pagato all'Opera della Collegiata in varie rate, dal 1474-1475 al 1477.
    Altri pagamenti saranno fatti, dal 1484 al 1488, a Sebastiano Mainardi, Ghirlandaio e Piero dipintore per pitture di vari arredi.

    Nella scarsità di modelli figurativi, Domenico si ispira forse alla descrizione che, di alcuni miracoli, aveva fatto nella prima metà del Trecento il domenicano fra Giovanni del Coppo da San Gimignano.

    Lavora poi di fantasia, ambientando i fatti nel proprio tempo.

    In questa scena riunisce i due momenti più importanti della leggenda: l'apparizione di San Gregorio Magno in un'aureola di cherubini, che annuncia l'imminente morte della santa e la morte con il miracolo.

    Le parole del papa sono riportate in una tavola appesa alla parete, mentre i fiori, che spuntano dall'asse su cui Fina è distesa, rappresentano il fatto miracoloso, che spaventa persino un grosso topo finito sotto il tavolo.

    L'anima di Fina viene portata al cielo da due angeli, al di sopra della stanza, mentre le due donne, Beldia e la figlia Benvenuta, sono testimoni del fatto divino.

    Ghirlandaio esprime la sua vena di narratore delicato e colorito, guardando certamente a Benozzo Gozzoli che aveva affrescato proprio a San Gimignano, tra il 1463 e il 1467, le "Storie di Sant'Agostino", ma anche tenendo presente il maestro Baldovinetti e i dipinti fiamminghi che circolavano in Toscana: soprattutto cerca di tradurre in immagine la realtà, come la semplice stanza col pavimento di cotto e la sua austera mobilia. ( Mar L8v )


    Edited by Lottovolante - 8/2/2011, 10:35
     
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