Domenico Ghirlandaio

Biografia dell'artista

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    Domenico Ghirlandaio


    “Domenico de Grilandaio bono maestro in tavola, et più in muro…”




    ghirlandaioautoritratto

    Domenico di Tommaso Bigordi
    nasce a Firenze l'11 gennaio 1449primogenito di cinque figli dell'orafo Tommaso di Currado, gioielliere con bottega in via dell'Ariento (cioè via "dell'Argento", dal nome dei numerosi orefici), meglio conosciuto col fortunato soprannome di "Ghirlandaio". Egli, secondo la testimonianza vasariana, ebbe successo cesellando ghirlande d'argento da portare in testa come ornamento delle acconciature per le giovani damigelle fiorentine.

    Vasari riporta come Domenico si dedicasse controvoglia alla professione del padre, preferendo piuttosto passare il tempo ritraendo i passanti. Alla fine il padre dovette rinunciare al progetto di destinare al primogenito la prosecuzione dell'attività familiare, concedendogli di dedicarsi all'apprendimento delle tecniche artistiche, in particolare la pittura e il mosaico, mettendolo a bottega da Alessio Baldovinetti.
    In seguito è probabile che Domenico si sia avvicinato alla bottega del Verrocchio, una delle più attive della città, dove si andava formando la successiva generazione di artisti, (Sandro Botticelli, Perugino, Lorenzo di Credi e, qualche anno dopo, Leonardo da Vinci.)

    Sono ricordati con il soprannome di Ghirlandaio anche i fratelli di Domenico, David e Benedetto ed il figlio Ridolfo, tutti pittori che lo affiancheranno in molti lavori.
    Tra i protagonisti del Rinascimento all'epoca di Lorenzo il Magnifico, verso il 1480 diviene di fatto il ritrattista ufficiale dell'alta società fiorentina, grazie al suo stile preciso, piacevole e veloce.

    Capo di una nutrita ed efficiente bottega, in cui mosse i primi passi nel campo dell'arte anche il tredicenne Michelangelo Buonarroti, è ricordato soprattutto per i grandi cicli affrescati, quali alcune scene della cappella Sistina a Roma, la Cappella Sassetti e la Cappella Tornabuoni nella sua città natale. Domenico fece così parte della cosiddetta "terza generazione" del Rinascimento fiorentino, assieme a maestri quali Verrocchio, i fratelli del Pollaiolo e il giovane Sandro Botticelli.

    Nel 1481, il Papa Sisto IV lo chiama a Roma con Cosimo Rosselli, Botticelli e Perugino per dipingere nella Cappella Sistina la "Vocazione di Pietro e Andrea".
    La Cappella doveva essere dipinta con dieci storie entro il 15 marzo 1482, pena una multa colossale. L’artista vi lavora instancabilmente con i suoi numerosi collaboratori e riesce a rispettare la scadenza e, oltre al paesaggio ripreso con grande cura, vi dipinge una grande folla di personaggi presi pari pari dal bel mondo fiorentino.
    Tornato a Firenze, Domenico Ghirlandaio affresca nel 1485 la Cappella Sassetti in Santa Trinità e nel 1486 La Pala con "L'Incoronazione della Vergine".
    Fra gli anni 1485 e 1490, collabora il fratello Davide agli affreschi de "le Storie della Vergine e del Battista", situate nel coro della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Molto probabilmente a quel lavoro partecipa anche Michelangelo Buonarroti, che era a bottega da lui dal 1488.

    Il realismo e la perfezione del tratto, ne fanno un artista molto richiesto, tanto che diversi esponenti della borghesia cittadina diventano suoi mecenati.
    Ghirlandaio esegue affreschi e dipinti di soggetto religioso, più richiesti in assoluto, ma introduce nella composizione scene di vita fiorentina, ritratti di personaggi contemporanei e soprattutto ambienti interni ed esterni reali.
    Aderendo all'idea del suo tempo che l'arte classica è un' arte naturalistica, dipinge precise rappresentazione dei panorami che lo circondano: alberi e montagne, case ed animali sono ripresi con un verismo commovente e finalmente libero dalla durezza della pittura nordica.

    Nelle sue opere Ghirlandaio rielabora la tecnica del Masaccio, lo stile di Filippo Lippi ed il realismo nordico conosciuto attraverso il fiammingo Hugo van der Goes, dando vita a scene armoniose che, al di là del soggetto, costituiscono preziosi documenti della quotidianità del suo tempo.

    Negli ultimi anni della sua vita lavora più volentieri nella sua bottega davanti ad un cavalletto, piuttosto che arrampicato su impalcature per affrescare pareti di chiese; muore di peste a Firenze nel 1494.




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    ghirlandaio






    Bibliografia delle opere trattate: Rizzoli/Skira, I classici dell'arte




    Edited by Milea - 9/5/2014, 20:35
     
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0 replies since 9/2/2011, 18:14   68 views
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