Amedeo Modigliani, Biografia dell'artista

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view post Posted on 11/2/2011, 22:30     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Amedeo Modigliani


«Bisogna aspettare
per vedere cosa si trova in questa crisalide.
Forse un artista?»




modigliani

Amedeo Modigliani nasce nel 1884 al numero 38 di via Roma a Livorno, da una famiglia ebrea, ex agiata, contraddittoria e nevrotica, in bilico fra ricchezza e povertà, calore e paure. Anche nelle ristrettezze si respira un’aria di cosmopolitismo e di abitudine al lusso.
Amedeo, “Dedo”, è un bambino viziato, segnato da subito da quella tubercolosi che in qualche modo contribuirà a farne un genio della pittura: lui vorrebbe scolpire, ma la polvere di pietra è micidiale per i suoi polmoni. Quando Amedeo aveva undici anni, la madre in un diario annotava che egli era un po' viziato ma intelligente: «Bisogna aspettare per vedere cosa si trova in questa crisalide. Forse un artista?».

Nato da genitori commercianti, Modigliani cresce in un ambiente tale da offrirgli uno sviluppo intellettuale aperto e spontaneo, senza regole costrittive. In casa si parla francese, spagnolo, inglese. La lontananza da casa del padre gli permette di stabilire con la madre un legame molto profondo, con il nonno e lo zio un rapporto affettivo di ammirazione e comprensione.

Ma è anche un nido che esercita un’attrazione fortissima: la vita di Modì, il suo strappo da Livorno e dalla frequentazione dei macchiaioli, le avventure parigine all’insegna dell’emarginazione rappresentano anche lo sforzo disumano di staccarsi da una provincia rassicurante e soffocante. Modigliani deve tagliare con tutto questo per dare forma ai suoi stati d’animo. Deve dimenticare Livorno. Ma Livorno non sempre si fa dimenticare: anche immerso nelle atmosfere sregolate e innovative di Montparnasse manterrà sempre l’accento toscano. La sua galleria di sfolgoranti ritratti è una disperata negazione dei paesaggi macchiaioli.

Alla sensibilità entusiasta del giovane Modigliani la lettura di Nietzsche, filtrato in seguito attraverso D'Annunzio, piace molto e contribuisce a favorire ancor più un'emotività che peserà poi sui suoi comportamenti e sulle scelte future. Dalla madre apprende il francese e legge i poeti e i grandi classici.
Nel 1902 si stabilisce per dieci mesi a Firenze per frequentare la Scuola libera di nudo che Fattori vi dirigeva, ma più che la scuola, frequenta gli Uffizi, Palazzo Pitti e soprattutto l'avanguardia artistica italiana e straniera. Nel 1903 si trasferisce a Venezia e si iscrive al Regio istituto delle belle arti.
Parigi, quando Modigliani ci arriva nel 1906, è l’ombelico del mondo. La città già respira aria di guerra, la tensione per l’affare Dreyfus è altissima. Affitta uno studio a Montmartre, non lontano dal Bateau Lavoir, dove in quegli anni si riunivano un gran numero di giovani artisti promettenti, in arrivo qui da tutto il mondo, Picasso, Utrillo, Epstein, Jacob, e ancora Radiguet, Cézanne, Chaplin, Apollinaire, Derain.


Modigliani_Picasso_and_Andre_Salmon1916




Mantenuto dal vaglia mensile dello zio, Modigliani si sposta di casa in casa, di bettola in bettola sconvolto e affascinato da una realtà che così poco somiglia allo spirito respirato a Livorno. Sono in pochi, pochissimi a credere in lui.
Visita la città e le gallerie d'arte che ospitato le mostre rivoluzionarie: si stupisce per l'incisività del tratto di Toulouse-Lautrec e in lui si fa strada la convinzione che l'essenzialità della linea sia fondamentale. Trascorre mesi inquieti e disordinati. Al Salon d'Automne ha modo di vedere la mostra di Cézanne, uno degli artisti che più lo influenzeranno, soprattutto in relazione alla disposizione del colore sulla tela. Dal 1906 al 1909, lavora con risultati insoddisfacenti cimentandosi anche nella scultura e, nel 1908, espone al Salon des Indépendant sei tele tra cui L'ebrea (collezione privata, Francia). La raccolta di questo primo periodo fino al 1914, consta di venticinque ritratti e di numerosi disegni.

modigliani-nel-suo-atelier

Vive due vite, in due luoghi diversi: pittore a Montmartre e scultore a Montparnasse. Ancora una volta le sue energie lo abbandonano e gli amici fanno una colletta per farlo tornare in patria nel 1912, assecondando il suo desiderio di scolpire nel marmo di Carrara.
In un ritmo di vita più regolare prova a scolpire le pietre che gli amici gli procurano. Nel 1913, si stabilisce definitivamente a Montparnasse abbandonando il vecchio quartiere di Montmartre che il rinnovamento edilizio stava deturpando.
Nel 1914, abbandona la scultura, che lo prostra anche fisicamente, e torna a dedicarsi alla pittura. Nel frattempo la guerra lo aveva lasciato solo; erano partiti gli amici e anche gli altri artisti.
Si innamora di Beatrice Hastings vivendo con lei una relazione appassionata. Tra il 1914 e il 1916, la ritrae più volte e in varie pose: volti su un esile, lunghissimo collo. Alcuni ritratti della poetessa inglese sono conservati, in collezioni private, a Berna, Los Angeles e al Guggenheim Museum di New York.
Dipinge solo ritratti, secondo schemi mai usati, in cui la linea curva occupa diversi piani sovrapposti, creando la profondità, ma ben pochi capiscono e ne apprezzavano il valore.
Solo e in miseria, continua a lavorare a ritratti di persone con le quali ha qualche legame affettivo e i modelli femminili incominciano a prevalere su quelli maschili, finché nel 1916 affronta il primo nudo, Nudo seduto (Courtland Institute, Londra).

jeanne_hebuterne1

Nel 1916, stringe amicizia con i coniugi Zborowski e una loro compatriota, Lunia Czechowka, che ritrae in più pose. Nell'aprile del 1917, incontra Jeanne Hébuterne, che diventa sua compagna e modella prediletta: ha il collo lungo, il busto gracile e il volto perfettamente ovale.
L'amore poi approfondiva la conoscenza del soggetto, mutando la sensibilità artistica di Modigliani che la ritrae in una ventina di quadri e in numerosi disegni.

I dipinti negli ultimi anni, esprimono la solitudine della condizione umana. L'Autoritratto (1918) che termina prima di morire rappresenta un uomo che ormai ha solo la forza spirituale. Muore povero all’ospedale della Carità: il giorno dopo Jeanne si toglie la vita. La figlia, che ripercorrerà la vita del padre in Modigliani senza leggenda (1958), sarà condotta in Italia e adottata da Margherita Modigliani, sorella del pittore, che le dà il cognome che le spetta.
Poche settimane dopo il valore dei suoi quadri sale paurosamente. Quando il fratello si reca a Parigi, racconta Augias nel suo libro, fa fatica a farsi mostrare “da mercanti e galleristi le opere di Amedeo, tale era il timore degli acquirenti di dover rendere conto della troppo grande differenza fra il prezzo pagato a suo tempo e il valore che in poche settimane i quadri avevano toccato”.

Il valore dell'opera di Modigliani venne progressivamente riconosciuto dopo la morte dell'artista, fino a che, a dieci anni di distanza nel 1930, alla Biennale di Venezia, ottiene la consacrazione ufficiale.







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Bibliografia delle opere trattate: Rizzoli/Skira, I classici dell'arte


Edited by Milea - 31/7/2022, 12:25
 
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