I santi Sebastiano, Vincenzo Ferrer, Rocco e donatori

Domenico Ghirlandaio, 1493/1494-1496

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    Ghirlandaio

    Domenico GHIRLANDAIO
    I santi Sebastiano, Vincenzo Ferrer,
    Rocco e donatori
    Miracoli di San Vincenzo Ferrer ( predella )
    Dio Padre ( Lunetta )
    1493/1494-1496
    Tempera su tavola
    198X230cm
    predella, 20X230cm
    lunetta, 59X230cm
    Museo Civico - Rimini







    Alla morte di Domenico, la bottega è perfettamente in grado di compiere la pala di Rimini, descritta da Vasari: "...un'altra ne mandò a Rimino al signor Carlo Malatesta, che la fece porre nella sua cappella in San Domenico. Questa tavola fu a tempera, con tre figure bellissime e con istoriette di sotto; e dietro figure di bronzo, finte con disegno et arte grandissima".

    Secondo i dicumenti, il committente del dipinto fu Pandolfo IV di Malatesta ( e non Carlo), ultimo Signore di Rimini, che l'aveva ordinata a Ghirlandaio nel 1493, come ex-voto, per essere sfuggito il 31 luglio 1492 a una congiura organizzata dal parente Sigismondo Malatesta e alla peste, ragione della presenza dei due santi, Rocco e Sebastiano.

    Domenico ha progettato la pala, ma a realizzarla interamente sono stati i collaboratori, che si sono divisi il lavoro, eseguendolo alla propria maniera, ma sempre secondo collaudate formule ghirlandaiesche.

    Il risultato, anche in questo caso, una pittura a più mani, che la critica ha cercato di distinguere.

    La figura centrale con san Vincenzo Ferrer, un po' rigida, sarebbe di Davide Ghirlandaio, il san Rocco, più morbido e chiaroscurato, di Francesco Granacci, il san Sebastiano e la lunetta forse di Mainardi.

    La predella con tre miracoli di San Vincenzo Ferrer, conservata al museo civico di Rimini, apparterrebbe ad un altro pittore ancora, indicato come Pseudo-Granacci.

    La parte inferiore con i ritratti dei donatori ( Elisabetta Aldobrandi, madre di Pandolfo IV, Violante Bentivoglio, la moglie, Pandolfo IV Malatesta e Carlo Malatesta, il fratello ) fu invece appaltata, per ragioni ignote a Baccio della Porta, poi Fra Bartolomeo, già in rapporto con la bottega del Ghirlandaio.

    Baccio disegna ed esegue i ritratti, indipendentemente dall'equipe, con esiti disomogenei.
    A rispondere del prezzo troppo alto, dopo la consegna del dipinto, fu chiamato Davide.
    Le lamentele vertevano sulla mancanza di somiglianza tra i ritratti e le reali fisionomie dei donatori. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 9/5/2014, 20:53
     
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