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Milea.
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Il venditore ambulante, dal 1516 circa
olio su tavola 135x90 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
Ante esterne del Trittico del carro del fieno
Il trittico detto “Il carro di fieno” era una delle sei opere acquistate da Filippo II dagli eredi de Guevara nel 1570 e destinata alla residenza dell’Escorial. Dopo smembramenti e vari passaggi di proprietà approdò al Museo del Prado, dove venne ricomposto nella sua forma originaria solo dopo il 1914.
La tavola esterna appare suddivisa in due ante che, accostate, formano la figura del viandante. Per esso valgono sostanzialmente le stesse osservazioni fatte a proposito dell’analogo soggetto di Rotterdam.
Considerato di volta in volta un vagabondo, un venditore ambulante, un figliuol prodigo, un penitente: affascina, in accordo con il senso generale della composizione interna, l’ipotesi dell’allegoria del “percorso” della vicenda umana. Il venditore rappresenterebbe dunque noi tutti, che attraversiamo le insidie proposteci quotidianamente dalla vita.
Meno malconcio del venditore di Rotterdam, il vagabondo deve però guardarsi dagli episodi di violenza che avvengono alle sue spalle (la rapina ai danni dell’uomo ricco e la forca di sfondo) e dai richiami lussuriosi della coppia che danza al suono della cornamusa.
Deve inoltre acuire i sensi per evitare i cani randagi e la pericolosità del cammino, simboleggiato dal ponte malfermo che è in atto di attraversare, in un paesaggio di teschi e ossa.
Qualche studioso ha avanzato riserve sull’autografia delle ante esterne del trittico, considerate di fattura inferiore rispetto al soggetto omonimo e al resto della composizione interna. (M.@rt)
Edited by Milea - 14/6/2014, 11:08.