Hieronymus Bosch

Biografia dell'artista

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    Hieronymus Bosch

    «Inventore nobilissimo et maraviglioso di cose fantastiche e bizzarre»



    Jeroen Anthoniszoon van Aken
    (/jəˈrun ɑnˈtoːnɪsoːn vɑn ˈaːkə(n)/), detto Hieronymus Bosch (/ɦijeːˈɾoːnimʏs ˈbɔs/) o Jeroen Bosch (/jə'run bɔs/) è stato un pittore olandese, figlio d’arte, artisticamente attivo nella prosperosa ‘s-Hertogenbosch, una città del Barbante fiammingo.
    Firmò alcuni dei suoi dipinti con Bosch (pronunciato come Boss in olandese). In spagnolo viene spesso chiamato El Bosco; in italiano è talvolta designato come Bosco di Bolduc (da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di 's Hertogenbosch = Bosco Ducale, città natale di Bosch).

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    I suoi lavori sono conosciuti per l'uso dell'immaginario fantastico (come i bestiari medioevali) per illustrare la morale e i concetti religiosi. Nacque probabilmente nel 1453, forse il 2 ottobre, a 's Hertogenbosch, una città nel sud degli odierni Paesi Bassi, vicino a Tilburg e allora possedimento dei duchi di Borgogna. Nel 1463 assistette all'incendio che distrusse in città circa 4.000 abitazioni.

    La regione delle Fiandre, nonostante gli sconvolgimenti politici e gli scontri sanguinosi tra le diverse dinastie per il possesso delle terre, godeva di una grande ricchezza che produceva nei suoi abitanti desiderio di vita e di piacere. L'atmosfera dal punto di vista religioso e sociale era gravida di quegli elementi che esploderanno di lì a poco nelle vicende della Riforma.

    Regnavano atteggiamenti contrastanti fra di loro: all'esasperato edonismo si affiancavo correnti mistiche e un crescente interesse per l'occulto. Varie sette eretiche si infiltravano nei diversi strati di quella società di transizione. Esisteva anche un forte contrasto fra la religione colta e quella popolare che spesso introduceva nelle rappresentazioni sacre elementi capaci di suscitare scandalo e provocare dure condanne da parte della Chiesa.

    La sua famiglia, originaria forse di Aquisgrana (come farebbe pensare il cognome "van Aken"), si era trasferita nei Paesi bassi inizialmente a Nimerga e abitava a 's Hertogenbosch da almeno due generazioni. Il nonno Jan e tre dei suoi figli fra cui il padre dell'artista, Anton van Aken, furono pittori, così come i suoi due fratelli Goossen e Thomas.

    Venne con ogni probabilità educato nella bottega del padre Anthonius; nella bottega di famiglia si lavorava alla pittura in affresco, alla doratura di statue lignee e alla produzione di arredi sacri; i lavori erano eseguiti soprattutto per la cattedrale cittadina e per le locali confraternite.

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    Nave dei folli

    A parte le connessioni con la bottega familiare si ignora per quali vie si sviluppò l'arte di Bosch e non si hanno notizie di eventuali viaggi. Sicuramente l'artista sviluppò un proprio stile diverso da quello allora maggiormente in voga, basato sulla finezza dei dettagli e la resa dei volumi plastici, optando per "un'esecuzione piatta, a due dimensioni, grafica anziché pittorica: erede, sotto questo aspetto, dell'arte dell'illustrazione miniata".

    La pittura di Bosch rivela una cultura sorprendente impossibile da decodificare anche dagli studiosi più attenti e capaci. Alcuni non esitarono a classificarlo entro le file di sette che esercitavano pratiche magiche e demoniache, ma un attento esame storico critico - pur senza riuscire a risolvere tutti gli interrogativi suscitati dalle opere di questa straordinaria personalità artistica - ha messo in luce come Bosch appartenesse ad una confraternita mariana che si proponeva di combattere i disordini morali e le devianze prodotte nella società dalla frequentazione di pratiche occulte.

    È un fatto che Bosch conoscesse molto bene simboli esoterici e pratiche magiche, ma è altrettanto chiaro che egli spesso denunciò l'incapacità degli uomini del suo tempo ad accogliere Cristo, il suo messaggio spirituale e la straordinaria rivelazione di un Dio che, per amore dell'uomo, si è sottoposto all'ignominia della croce.

    Una garanzia circa l'ortodossia dell'arte di Bosch ci deriva dalla testimonianza dei suoi contemporanei i quali la ritennero tale e non esitarono ad adornare le loro chiese con le opere del grande Maestro. Verso la fine della sua vita, inoltre, Bosch si lasciò alle spalle il gusto per la riproduzione di simboli magici ed esoterici, concentrandosi sul suo tema prediletto: quello della follia umana, che emerge con maggior vigore laddove il messaggio di Cristo è dimenticato. La pittura di Bosch è altamente simbolica, rimandano alla Sacra Scrittura e alla simbologia ebraica.

    Artista di grande talento, la sua pittura ebbe straordinaria fortuna per tutto il Cinquecento influenzando molti artisti europei. Gli esordi pittorici dell'artista vengono in genere datati tra il 1470 e il 1475.
    Nel 1480-1481 il nome di "Jeroen" è nominato per la prima volta come libero maestro in un documento sull'acquisto di due scomparti della vecchia pala della confraternita di Nostra Signora, che il padre gli aveva lasciato da dipingere.

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    Ascesa all'Empireo

    In quegli stessi anni è menzionato come ammogliato, con Aleid van de Meervenne; il matrimonio doveva aver avuto luogo tra il 1479 e il 1481. La moglie portò in dote alcuni terreni a Oorschot, non lontano da 's-Hertogenbosch e grazie a ciò l'artista, proveniente da una famiglia d'artigiani, dovette raggiungere una condizione piuttosto agiata, come dimostrano i registri delle tasse in cui è elencato tra i maggiori contribuenti della sua città.

    Dal 1486-1487 il nome di Hieronymus è tra i confratelli di Nostra Diletta Signora (Lieve-Vrouwe Broederschap), come la gran parte dei concittadini, compresa praticamente tutta la sua famiglia. L'associazione, maschile e femminile, per laici ed ecclesiastici, si dedicava al culto della Vergine e a opere di carità e inoltre si impegnava anche in rappresentazioni sacre.

    Dal 1488, grazie alla nuova posizione sociale ed economica, è registrato tra i "notabili" della confraternita, un gruppo selezionato di circa cento persone per lo più legate all'alta borghesia cittadina, e in tale rango continuò ad essere registrato fino alla morte nel 1516.

    In campo intellettuale la confraternita pubblicava libri, anche umanistici, ed apriva case d'insegnamento della Scuola Latina: due ne erano state aperte a 's-Hertogenbosch, una nel 1424 e una nel 1480, che tra il 1485 e il 1487 era stata frequentata dall'allora diciassettenne Erasmo da Rotterdam. Sebbene non esistano collegamenti diretti tra Erasmo e Bosch, evidenti connessioni indirette sono ravvisabili tra i dipinti dell'artista e la Nave dei folli di Sebastian Brandt, che fece da principale fonte di ispirazione per l'Elogio della follia.

    Tra il 1500 e il 1504, non si hanno documenti riguardo a Bosch. È probabile che in questi anni l'artista abbia fatto un viaggio in Italia, fermandosi a Venezia: infatti nella città lagunare sono presenti molte sue opere in collezioni private sin dai primi decenni del cinquecento; inoltre a partire da questi anni lo stile di Bosch cambia, in direzione rinascimentale, con figure monumentali inserite in un arioso paesaggio.

    Nel 1504, i documenti riportano il pagamento di 36 livres per un Giudizio Universale commissionato da Filippo il Bello di 9 piedi di altezza per 11 di larghezza, forse il trittico ora a Vienna o il Giudizio di Monaco.
    Non si conosce la data esatta della morte di Bosch, ma dai registri sappiamo che il 9 agosto 1516, si svolsero in forma solenne le esequie del pittore nella Cappella di Nostra Signora nella cattedrale, appartenente alla Confraternita, nei cui registri è ricordato come: «Hieronymus Aquen, alias Bosh, insignis pictor».


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    La sua arte



    La sua pittura, che combina motivi astrologici, popolari ed alchemici, in tematiche come l’Anticristo e raffigurazioni di scene sulla vita dei santi, indica una sua grande e continua angoscia morale e religiosa, accompagnata spesso dalla persuasione della follia umana. La raffigurazione immaginifica di Bosch è simulacro della dannazione eterna, rappresentata attraverso l’impiego di elementi iconografici tradizionali (presenza del fuoco, scene di persone che subiscono pene corporali) e un eccezionale proliferare di immagini simboliche, in una continua incarnazione e raffigurazione delle visioni più spaventose.

    Nelle sue ricercate composizioni risulta evidente un intento satirico, dove i suoi personaggi, tra l’animalesco e l’umano, vengono raffigurati in atteggiamenti grotteschi e spesso indecenti, come pure le presenze di gruppo fortemente trasfigurate fino al raggiungimento della caricatura. Nelle sue opere l’artista evidenzia un'assoluta padronanza della tecnica e della composizione, la capacità di raffigurare in maniera unitaria eventi articolati e ricchi della più impensabile particolarità.
    Tutto questo deriva, oltre che dal suo straordinario talento artistico, dalla perfetta conoscenza dei grandi esponenti della pittura tedesca nel campo dell’incisione e, soprattutto, della miniatura.






    Bibliografia delle opere trattate:
    Mondadori/Arte ( I geni dell'arte)




    Edited by Milea - 16/6/2014, 20:53
     
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