Ritratto di Maddalena Doni

Raffaello, 1506-1507

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Ritratto_Maddalena_strozzi

    Ritratto di Maddalena Doni,1506 - 1507
    olio su tavola 65×45,8 cm
    Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti



    Il ritratto di Maddalena Strozzi, andata in sposa ad Agnolo Doni il 31 gennaio 1504, appena quindicenne, seguì la stessa sorte di quello del marito, giungendo nel 1826 nelle collezioni fiorentine.
    La donna è raffigurata davanti a un paesaggio luminoso che mette in evidenza le sue forme e il suo abbigliamento ricco e raffinato. Il suo volto mostra quella tranquillità che poteva venirle dal suo status sociale e dalla ricchezza del marito, ricchezza che è evidenziata anche dai gioielli che indossa, soprattutto dal pendente che porta appeso al collo, composto da una legatura in oro in forma di liocorno nella parte superiore, che incastona uno smeraldo, mentre al di sotto sono un rubino e uno zaffiro a cui è appesa una grossa perla di forma irregolare.

    GEMMA_maddalena_strozzi

    Questo monile racchiude una serie di significati simbolici: il liocorno rimanda alla castità, lo smeraldo ha poteri taumaturgici e richiama alla castità, il rubino dona forza al corpo e prosperità a chi lo porta, lo zaffiro simboleggia la purezza e la perla la verginità.
    Questi rimandi sono bene augurali, adatti a una sposa e in relazione a quel ruolo di futura madre, e quindi auspicio di fecondità, a cui fa riferimento anche il monocromo con la “Rinascita del genere umano”, eseguito dal cosiddetto Maestro di Serumido, che si trova sul retro del ritratto e che raffigura Decaulione e Pirra i quali, scampati al diluvio scatenato contro l’uomo da Giove e dagli altri dei, ebbero il compito di dar vita a una nuova umanità.

    Il ritratto sicuramente eseguito, secondo una concezione unitaria, insieme a quello di Agnolo, è anch’esso databile intorno al 1506-1507 e prossimo, come concezione, ad altri ritratti muliebri sempre eseguiti in questo lasso temporale quali La gravida (Firenze, Galleria Palatina) e La Muta (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) che videro Raffaello impegnato per una committenza ricca e colta. (M.@rt)





    Edited by Milea - 13/5/2014, 11:13
     
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