Il Trionfo di Galatea

Raffaello, 1511

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    Il Trionfo di Galatea,1511 circa
    Affresco, 295×225 cm
    Roma, Villa Farnesina



    Tra i committenti romani dei primi decenni del Cinquecento il banchiere senese Agostino Chigi poteva essere considerato secondo solo ai pontefici. La sua fortuna risaliva ai tempi di Alessandro VI, quando aveva ottenuto la licenza di sfruttamento delle miniere di allume di Tolfa (un prodotto allora indispensabile per le attività tessili), ma la sua ascesa sociale raggiunse l’apice con Giulio II che - sembra in seguito ai favori resigli al momento della sua elezione al papato - lo ebbe per consigliere personale in questioni finanziarie, gli conferì nel 1507 il titolo di conte palatino e gli assegnò lo juspatronato di due cappelle nelle chiese fatte costruire da Sisto IV e officiate dagli agostiniani: Santa Maria del Popolo e Santa Maria della Pace.

    Baldassarre Peruzzi aveva costruito per il banchiere una villa suburbana, posta ai piedi del Gianicolo e nota come la Farnesina, i cui lavori di edificazione furono conclusi fra il 1510 e il 1511. Lo stesso Peruzzi aveva realizzato un grande affresco sul soffitto di una loggia, la cui decorazione fu proseguita da Sebastiano del Piombo. Questi aveva eseguito sulle pareti della loggia orientale la figura del ciclope Polifemo di fianco alla quale Raffaello, tra la fine del 1511 e i primi tempi del 1512, affrescò Il Trionfo di Galatea.

    Rifacendosi a un tema basato su testi classici (fra cui le Metamorfosi di Ovidio) il pittore rappresentò la nereide su una conchiglia trainata da delfini, circondata da ninfe e tritoni. Il soggetto è rappresentato con un vocabolario in cui, agli echi della statuaria classica, si univa l’uso di gamme cromatiche - come il rosso pompeiano - proprie della pittura romana antica.
    Dopo il 1512, il pittore realizzò, sempre per Chigi, un altro affresco raffigurante Sibille e angeli, eseguito attorno all’arco di una delle due cappelle, quella di Santa Maria della Pace, dove l’artista mostrò la capacità di riferirsi, in senso profondamente classico, alle sibille realizzate da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina. (M.@rt)




    Edited by Milea - 27/6/2014, 20:34
     
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