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Giorgio de Chirico
I pesci sacri
1919
Olio su tela
75X72cm
MoMa - New York
Il dipinto acquistato da Mario Broglio, il quale a cominciare dal 1919 diventa uno dei più importanti collezionisti italiani delle opere di de Chirico, dopo alcuni passaggi in collezioni private approdò negli anni Cinquanta alle raccolte del Museum of Modern Art di New York.
Per lo studioso americano di de Chirico James Thrall Soby, il quadro segnerebbe un punto di svolta nella sua pittura, quasi un simbolo del passaggio dalla lunga fase metafisica a un nuovo realismo classico, verso il quale l'artista si orienterà dai primi anni del dopoguerra.
Quest'opera, insieme al "Canto d'amore" è forse tra le creazioni dechirichiane, quella che maggiormente ha influenzato gli artisti surrealisti e soprattutto Max Ernst.
Per quanto la composizione ritenga molti elementi degli "Interni francesi", come quella cassetta trapezoidale su cui sono posati i pesci, l'oggetto-giocattolo in primo piano dalle facce ripartite in triangoli colorati, le quinte marroni e turchine - qui arrotondate e non a spigoli vivi come in precedenza - che chiudono parzialmente l'orizzonte, la materia pittorica acquista qualità nuove.
Nei pesci soprattutto, due aringhe affumicate, essa diventa più corposa e cupa, di consistenza quasi oleosa e si avverte la volontà di dipingere la realtà, come ha scritto Fagiolo dell'Arco, "più vera del vero".
Il misterioso oggetto a sinistra, simile a un candeliere con una specie di fiore stellato in cima, è stato interpretato come un bastone reggitenda.
Assai vicino ai "Pesci sacri", dal punto di vista compositivo, è il quadro "Melanconia ermetica", danneggiato da un incendio ma in seguito restaurato.
Anche qui troviamo le quinte arrotondate e gli oggetti giocattolo, ma al posto dei pesci il centro del quadro è rappresentato da un busto in gesso di Hermes dall'espressione assorta e malinconica. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 29/8/2022, 09:37 |
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