Ritratto di donna (La velata)

Raffaello, 1515-1516

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Ritratto di donna (La velata), 1515 - 1516
    olio su tela, 82X60,5
    Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti



    Giorgio Vasari racconta nella biografia dell’artista a proposito di “ una sua donna la quale Raffaello amò fino alla morte” che di lei “fece un ritratto bellissimo, che pareva viva; il quale è oggi in Fiorenza appresso il gentilissimo Matteo Botti mercante fiorentino, amico e familiare d’ogni persona virtuosa, e massimamente dei pittori; tenuta da lui come reliquia per l’amore che egli porta all’arte, e particolarmente a Raffaello”. Dall’eredità di un membro di questa famiglia l’opera giunse nel 16119 nelle collezioni medicee.

    LA_VELATA_dett

    La giovane donna è abbigliata con grande eleganza, con una veste in seta marezzata bianca assai elaborata e impreziosita da rifiniture d’oro; sulla testa porta un velo, chiaro, forse in lino naturale. Intorno all’identità della persona raffigurata sono state fatte ipotesi che in alcuni casi sono diventate vere e proprie leggende.

    Infatti, riprendendo il ricordo vasariano per cui l’effigiata sarebbe stata una persona molto amata dal pittore, si è pensato di riconoscere in lei la donna a cui la tradizione letteraria sviluppatasi nei secoli, ha voluto attribuire l’identità di Margherita, figlia del senese Francesco Luti, nota come la Fornarina, ipotesi questa che è stata avvalorata dalla somiglianza fra la Velata e alcune immagini femminili ricorrenti nelle opere del pittore.

    Sebbene un confronto con il ritratto detto appunto della Fornarina non consenta di risolvere la questione, è tuttavia evidente, che “la figura serena e solenne” di questo ritratto non si concilia “con l’immagine tradizionale, non priva di notazioni moraleggianti, che viene data della Fornarina, donna del popolo la cui bellezza aveva stregato Raffaello fino a fargli trascurare le nozze con la nipote del cardinal Bibbiena, Maria, quella senza la quale non riusciva a terminare gli affreschi per Agostino Chigi e che veniva considerata responsabile degli eccessi amorosi, a cui i biografi imputavano la sua precoce morte”. (Raffaello a Firenze, 1984) (M.@rt)




    Edited by Milea - 27/6/2014, 20:16
     
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