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Giorgio de Chirico
Leone e gladiatori
1927
Olio su tela
130X163cm
The Detroit Institute of Arts - Detroit
Questa tela di Giorgio de Chirico, la prima a essere acquistata da una collezione pubblica americana, è una delle prime della fortunata serie con questo tema, sviluppato nella seconda metà degli anni Venti e ripreso talvolta in epoca molto più tarda, intorno agli anni Sessanta, quando il vecchio maestro riprese a rivisitare quegli antichi territori.
Tra le molteplici fonti iconografiche alle quali il pittore ha attinto, figura certamente quella degli antichi mosaici che raffigurano scene di combattimento di gladiatori nell'arena.
La figura in primo piano sulla quale la belva tiene la zampa, per esempio, che ricorre nella medesima posizione anche in un altro dipinto con tema affine, deriva da un mosaico pavimentale dell'atrio di Villa Borghese a Roma, riprodotto anche nel "Repertorio della statuetta greca e romana" di Salomon Reinach, assai frequentato dal pittore.
Il leone con la coda alzata invece ricorda molto quello dipinto in un famoso quadro di Henri Rousseau detto il Doganiere titolato "La zingara addormentata" del quale, al suo primo apparire sul mercato venne messa in dubbio l'autenticità; per un certo periodo infatti se ne attribuì la paternità allo stesso de Chirico.
Per l'impianto generale invece, il quadro ricorderebbe un dipinto di Picasso di alcuni anni prima.
Lo sfondo della scena è chiuso dalla parete concava che racchiude l'arena, dipinta in un delicato tono di grigio; tutta la tela, peraltro, presenta una luminosità asciutta, come di affresco.
Nei quadri successivi de Chirico preferirà ambientare le scene con i gladiatori non più all'aperto ma negli spazi angusti di stanze dai bassi soffitti, ottenendo talvolta straordinari effetti di accumulo di figure, non molto diversi dagli accumuli di oggetti nei dipinti con i "Trofei", di poco precedenti. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 28/8/2022, 18:49 |
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