Il naso

Alberto Giacometti

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    Alberto Giacometti
    Il Naso
    1947
    Gesso dipinto, corda, metallo
    82,6X77,5X36,7cm
    Centre Georges Pompidou - Parigi







    L'arte di Alberto Giacometti, scultore, pittore, disegnatore, ha lasciato un'impronta di notevole originalità nel panorama novecentesco.

    Benchè una quasi decennale adesione al Surrealismo ( fece parte del movimento dal 1928 al 1935 ) traspaia chiaramente nella sua produzione dell'epoca, nel momento del distacco da esso l'artista elaborò uno stile personale, che trova un parallelo forse solo con la pittura di Francis Bacon.

    Entrambi del resto, erano legati alla filosofia esistenzialista ( Jean Paul Sartre fu amico e commentatore del maestro svizzero ) e ne traducevano il pensiero in via figurativa.

    Le sue immagini icastiche, le figure scolpite sottili e rastremate diventano il drammatico specchio dell'isolamento dell'uomo contemporaneo, invocando nello stesso tempo, proprio in virtù della loro solitudine, la partecipazione emotiva dell'osservatore: con il loro stesso essere, le creature giacomettiane affermano la realtà di una frattura ormai non più ricompensabile.

    Lo spazio sembra corrodere la materia, che ha perso il proprio aspetto solido e assertivo; la superficie è crepitante, tormentata, in perenne mutamento, se non in progressivo disfacimento.

    La componente tragica risulta accentuata nell'opera del Centre Pompidou, parte di un filone dedicato alla rappresentazione di singoli frammenti anatomici.

    L'esasperato allungamento delle membra, caratteristico del linguaggio dello scultore, viene applicato al collo e al naso, con l'effetto di deformare grottescamente le fattezze dell'anonimo personaggio raffigurato, che assurge a simbolo della condizione umana appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale.

    Con un effetto di grande tensione espressiva, l'artista mostra una testa appesa a una corda, che la fa penzolare all'interno di una gabbia: le sue sbarre sono rade e facilmente attraversabili, ma materializzano una condizione di prigionia che è soprattutto interiore, vanificando qualsiasi tentativo di evasione, come sembra constatare la bocca spalancata in un grido. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 25/7/2014, 19:04
     
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