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Henri Rousseau
detto "Il Doganiere"
Quartetto felice
1901-1902
Olio su tela
93X57cm
Collezione privata
La tela è un allegoria della famiglia e della pace domestica espressa nei due ritratti dei coniugi Rousseau appartenuti a Picasso.
Si tratta di un'opera che rimanda alla grande passione del Doganiere per l'arte accademica.
Le opere che la critica ha proposto come fonti iconografiche appartengono alla grande tradizione e risalgono al Quattrocento italiano: dalla "Cantoria" di Donatello per il putto, all'impostazione delle figure dell'"Apollo e Marisa" del Perugino, un dipinto che il Doganiere potrebbe avere al Louvre.
La complessità del quadro nei confronti delle fonti citate consiste nella loro combinazione con l'iconografia affine all''"Innocenza" di Gérome, allegoria dell'amore che comparve all'Esposizione Universale del 1900 in cui una mostra celebrava "Cento anni di arte francese".
I risultati che raggiunge Rousseau in questo dipinto non sono esaltanti solo per via della sua incapacità di disegnare correttamente alla maniera accademica; conseguentemente i nudi, tra i pochi che egli realizzò, anche se non hanno la pesantezza romanica del corpo di "Eva" o dell'"Incantatrice di serpenti", non splendono per armonia delle forme, sproporzionate e stereotipate, con un che di grottesco nel confronto tra i corpi, pur sempre di sapore classico, e le teste, soprattutto dell'uomo dall'aria un pò affettata con il cascehtto da paggio.
Insomma, sembra che la scena sia un puro accidente nella natura che diviene la vera protagonista della tela, dove fanno ritorno grandi foglie, già usate in "Sorpresa !" che diventeranno caratteristiche delle giungle tropicali.
Nettamente differente è il trattamento delle fronde degli alberi in cui si protrae il tocco quasi impressionista se non fosse per l'eccessiva regolarità di forma e posizione. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 25/5/2014, 13:41
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