Joan Mirò: guardare dietro i simboli, Pittore intriso di magia e di passione politica

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view post Posted on 14/4/2011, 12:50     +6   +1   -1
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Uno sguardo inedito su Joan Mirò:
pittore catalano intriso di magia e di passione politica






Joan Miró's Blue I, II, III, 1961, Centre Pompidou, Parigi.



Joan Mirò è uno degli artisti più noti e più riconoscibili del Ventesimo secolo, considerato un fratello dei surrealisti e un precursore dell'Espressionismo astratto, amato dal pubblico e onorato da decine di mostre. Eppure, secondo gli esperti della Tate Modern di Londra e della Fondazione Joan Mirò di Barcellona, è un artista incompreso e sottovalutato.

Il perché lo ha spiegato ieri l'omonimo nipote del pittore catalano inaugurando a Londra la grande retrospettiva dedicata a suo nonno: «Tutti pensano di conoscere Mirò, ma la maggior parte delle mostre banalizza la sua opera, mostrandolo come un artista leggero e infantile» -ha detto Joan Mirò. «Bisogna guardare dietro i simboli, capire quanto fosse rivoluzionario e impegnato nei problemi politici e sociali della sua epoca. Per questo la mostra della Tate è senz'altro la migliore delle tante mostre su mio nonno che ho visto».

Già il titolo della mostra La scala dell'evasione, dimostra l'intenzione di voler appunto "guardare dietro i simboli". La scala è uno dei temi ricorrenti nell'opera del longevo artista catalano, simbolo di fuga ma anche di aspirazione e libertà. Mirò, nato a Barcellona nel 1893, ha intriso anche le sue prime opere del suo profondo orgoglio di essere catalano (tutta la vita ha insistito per farsi chiamare Joan e non Juan alla spagnola). Alcuni dei primi dipinti, come La fattoria del 1921 che fu acquistata dall'amico Ernest Hemingway, sono «una sintesi della mia vita», un'immagine dell'amata campagna vicino a Tarragona densa di immagini simboliche come la scala, la luna, gli uccelli, l'albero di carruba che rappresenta lo spirito di sopravvivenza e la vita.





Joan Mirò, Trittico 1962.



Già da giovane artista Mirò sceglie il suo percorso di astrazione e sublimazione del mondo reale, che negli anni Venti lo porta ad affiliarsi ai surrealisti guidati da André Breton. «Non ha senso dare più importanza a una montagna che a una formica», disse Mirò, dipingendo quadri così onirici che Breton lo definì «il più surrealista di tutti noi». Un'altra figura simbolica appare nei suoi dipinti, quella del contadino catalano, ridotto all'essenziale, di cui si riconosce solo la ‘barretina', il tradizionale berretto rosso. Certo un simbolo delle tradizioni autentiche e senza tempo della sua terra, ma anche un messaggio politico di ribellione e di solidarietà, in anni in cui il movimento autonomo catalano veniva soppresso e l'uso della lingua limitato.

La politica interferisce sempre di più nella vita di Mirò: nel 1936 per sfuggire alla guerra civile va in esilio in Francia e nel 1939, quando Franco conquista Barcellona e avvia la sua lunga dittatura, l'artista descrive il suo regime come «una lotta contro tutto quello che rappresenta il puro valore dello spirito». Il quadro Natura morta con una vecchia scarpa esprime il disagio e sconcerto dell'artista in questo periodo, con i suoi oggetti familiari in un contesto assolutamente alieno.




Joan Mirò, La speranza di un uomo condannato, trittico, 1973.



Edited by Milea - 14/7/2021, 08:57
 
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